Un Camilleri mitopoietico tra musiche, canti e incanti. “Il Casellante” al Brancati di Catania

Un Camilleri mitopoietico tra musiche, canti e incanti. “Il Casellante” al Brancati di Catania

Dopo Maruzza  – sirena ammaliatrice -, è la volta di Minica-Dafne.  Ancora una trasposizione teatrale del saccheggiato Camilleri. Questa è la volta de Il Casellante, presentato a Giugno del 2016 a Spoleto al 59° festival dei due mondi. Tra miti, leggende, arcaismi, sicilianismi, irrompe la forza arcana dell’amore della donna, sospesa tra  realtà e incantamento. In Maruzza  la sirena diventa donna per amore di un uomo, nel Casellante Minica diventa albero per amore di un figlio.

In quest’opera la  drammaturgia si dipana sui piani della piccola e della grande storia. Sullo sfondo di un fascismo ridicolizzato scorre  la vita del casellante Nino e della sua amata moglie Minica. Desiderano un figlio che non arriva, ma quando la donna finalmente rimane incinta viene stuprata da un brutale vicino al punto da perdere il bambino e rimanere sterile, pazza per il dolore della maternità negata, fino alla metamorfosi in albero, pur di fruttificare. Tra fantasia, realtà e storia, grondante  d’amore e di dolore, di pianto e di allegria, la  tragicommedia ascende alla pietas degli dei fino al toccante epilogo: il  dono alla madre negata di un figlio in fasce, un trovatello, che la donna-albero riceverà tra i suoi rami dalle amorevoli mani del marito.

Attraverso una serie di quadri in successione osmotica, dai ritmi serrati, in una Sicilia stretta tra storia e mito, si dipana una singolare vicenda, con i suoi   personaggi reali e immaginari, narrati  con  un  personale linguaggio traslato che risuona degli accenti dei padri, tra idiomi complessi, intonazioni di cantastorie, sfaccettature  fittamente intrecciate di cadenze evocative dove la  musica e il canto dal vivo di Antonio Vasta e Antonio Putzu  infarciscono il tono tragicomico della pièce, arricchita dai  trasformismi di  un eclettico Ovadia (irresistibile nelle vesti della mammana), dalla limpida voce  di Mario Incudine e dalle sue intense musiche, mentre la  Contadino, unica presenza femminile, attraversa generosamente la scena nella sua complessa natura  di  donna.

Suggestiva e dai toni variegati, Il Casellante altera gli equilibri del déjà vu  offrendo la rappresentazione di una Sicilia tenera e crudele, terribile e pietosa, violenta e  amorevole, barbara e mitica,  terra dai mille volti e dalle laceranti contraddizioni.

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IL CASELLANTE

Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale

Dal romanzo di Andrea Camilleri

Con

Moni Ovadia, Valeria Contadino, Mario Incudine, Giampaolo Romania, Sergio Seminara, Antonio Vasta, Antonio Putzu.

Regia     Giuseppe Dipasquale

Scene     Giuseppe Dipasquale

Costumi  Elisa Savi

Luci         Giovanni Grasso

Musiche originali   Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta

 Al Teatro Vitaliano Brancati presso l’ABC di Catania fino all’11 Marzo