La notte degli Oscar…e altro ancora

La notte degli Oscar…e altro ancora

The Shape of Water

 

Oggi, dopo un risultato elettorale che apre scenari confusi e inquietanti, può sembrare fuori luogo parlare di Oscar, invece è più che mai pertinente. Proprio la pessima inclinazione a considerare cultura e spettacolo – inestricabilmente intrecciati – un lusso, un’appendice tutto sommato superflua della vita, al massimo un investimento destinato ad attirare turisti, ha formato negli anni un popolo dedito alla volgarità e supremamente ignorante, geneticamente inadatto al sogno, inteso come desiderio e capacità di trascendere il dato materiale. Cito la scrittrice americana Shirley Jackson: nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in una condizione di assoluta realtà. Persino le allodole e le cavallette sognano.

E’ chiaro che una siffatta moltitudine di individui tenderà a farsi lusingare dalle chimere pentastellate o a ringhiare ben volentieri insieme alla destra più estrema.

Noi invece – credo di parlare a nome della maggior parte dei collaboratori di Scénario, che siano giornalisti o “solo” eccellenti esperti di cinema, teatro, arti visive, letteratura, danza, ecc., i cui saggi leggo ogni giorno con infinito piacere su queste pagine – pensiamo che non sia più il caso di ripetere la frase ascoltata troppe volte, ossia “i problemi sono ben altri”. Perché uno dei problemi principali, se non il principale, è proprio questo: la costante sottovalutazione della cultura, il ridurre l’analisi critica a sciatta semplificazione da offerta speciale, il pubblicare un numero esorbitante di romanzi connotati da un livello di scrittura pari allo zero, il considerare il passato, la memoria (senza la quale non abbiamo alcuna identità) irrilevanti, molesti, ciarpame da tirar fuori solo in caso di decessi o anniversari.

Perciò, visto che non siamo stati creati per vivere da bruti e ci vogliamo concedere non solo la dimensione del sogno, ma addirittura considerare il sogno un’azione politica, passiamo al resoconto della notte degli Oscar, questa volta meno mercantili del solito.

Frances McDormand

Inutile continuare a lamentarsi per i grandi film rimasti per motivi diversi fuori dai giochi (The Beguiled, Wonder Wheel, Suburbicon, The Party), meglio concentrarsi su alcuni aspetti positivi dei premi assegnati. Se 4 Oscar a The Shape of Water sono probabilmente eccessivi – soprattutto quello come “miglior film” –, non si può negare la potenza visiva dell’opera di Del Toro: sarà molto difficile dimenticare gli interni del centro aerospaziale in cui la protagonista lavora come inserviente, raffigurati come il ventre di un gigantesco cetaceo dalle vertebre e costole formate da tubi metallici. E colpisce la perfezione laccata dell’America come “migliore dei mondi possibili” – pianeta luccicante abitato da uomini laboriosi e rosee, cinguettanti massaie e segretarie alla Doris Day – dietro cui si celavano congegni di controllo sociale, nonché persecuzione individuale e collettiva, degni del Kgb post-rivoluzionario e dei tanto temuti bolscevichi. Non soltanto gli orrori del maccartismo, ma ancor più la capillare organizzazione tendente a normalizzare o eliminare ogni devianza (le porte dei manicomi si aprivano con allarmante facilità).

Sam Rockwell

Assolutamente dovuti i due Oscar a Frances McDormand e Sam Rockwell per lo straordinario Three Billboards outside Ebbing, Missouri, epopea durissima di Mildred Hayes nella quale desiderio di giustizia, senso di colpa, miseria morale di un’intera comunità riescono a diventare incanto poetico e finale pietas. Dispiace che per la seconda volta l’Oscar per la colonna sonora sia sfuggito a un compositore raffinato come Carter Burwell, le cui musiche hanno dato un apporto fondamentale alla creazione delle atmosfere del film.

Durante la premiazione, Frances McDormand ha scatenato una standing ovation parlando direttamente alle donne presenti in platea, in primo luogo a Meryl Streep:

“Sono onorata di essere qui insieme a tutte le attrici, le registe, le fotografe, le autrici delle canzoni, le parrucchiere. Tutte le signore che sono state nominate sono qui con me. Guardatevi attorno, tutte abbiamo storie da raccontare e progetti da finanziare. Non parlateci di questo solo alle feste di stasera. Invitateci nel vostro ufficio tra un paio di giorni o venite al nostro, come credete meglio, e vi diremo tutto”. E ha concluso dicendo: “Ho solo due parole per voi stanotte, signore e signori: inclusion rider”. L‘inclusion rider a cui ha fatto riferimento McDormand nella parte finale del discorso è una clausola facoltativa che può essere inserita nei contratti dagli attori. Con la clausola gli attori richiedono che il cast e la troupe soddisfino un certo livello di diversità ed equità.

James Ivory

Infine, non si può che essere felici per l’Oscar conferito al Maestro James Ivory per la sceneggiatura di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, una sonata per pianoforte alla Schumann dove risuonano le note dell’adolescenza sospesa fra turbamento informe e gesto infantile, un attimo prima che i biancospini diventino tempo perduto e coscienza della perdita.

 

Oscar 2018: tutti i vincitori

  • Miglior film

La forma dell’acqua – The Shape of Water

  • Miglior regia

Guillermo del Toro per La forma dell’acqua – The Shape of Water

  • Migliore attore protagonista

Gary Oldman per L’ora più buia

  • Migliore attrice protagonista

Frances McDormand per Tre manifesti a Ebbing, Missouri

  • Migliore attrice non protagonista

Allison Janney per Tonya

  • Migliore attore non protagonista

Sam Rockwell per Tre manifesti a Ebbing, Missouri

  • Migliore sceneggiatura originale

Jordan Peele per Scappa – Get Out

  • Migliore sceneggiatura non originale

James Ivory per Chiamami col tuo nome

  • Miglior fotografia

Roger Deakins per Blade Runner 2049

  • Miglior montaggio

Lee Smith per Dunkirk

  • Miglior scenografia

Shane Vieau per La forma dell’acqua – The Shape of Water

  • Migliori costumi

Mark Bridges per Il filo nascosto

  • Miglior colonna sonora originale

Alexandre Desplat per La forma dell’acqua – The Shape of Water

  • Miglior canzone originale

Coco

  • Miglior trucco e acconciature

L’ora più buia

  • Miglior sonoro

Dunkirk

  • Miglior montaggio sonoro

Dunkirk

  • Migliori effetti speciali

Blade Runner 2049

  • Miglior film d’animazione

Lee Unkrich e Darla K. Anderson per Coco

  • Miglior film straniero

Una donna fantastica

  • Miglior documentario

Bryan Fogel e Dan Cogan per Icarus