Quando l’impegno civile diventa teatro. Cronache alla ribalta al Roots di Catania
In uno spazio teatrale intimo e accogliente della effervescente e prolifica drammaturgia catanese, dal significativo nome, “Roots”, ossia “Radici”, un inglese Steve Cable e una siciliana Antonella Caldarella hanno dato vita a una realtà dove la qualità degli spettacoli abbraccia i bambini con garbati e curati spettacoli. Ma ogni tanto per scelta si innesta a tratti uno squarcio dedicato agli adulti, dove la scelta corroborata da un’etica inseparabile si pone con chiarezza: L’impegno per il Bello, l’Utile, il Vero. La filosofica triade qui si fa concretezza.
In questa direzione si muove il coinvolgente spettacolo “Vina fausa. In morte di Attilio Manca”. Tre uomini si alternano in una scena asciutta, ma curata nei particolari, dove un albero morto posto al centro e una sedia opportunamente imbiancati fanno da perno a tutta la storia. Insieme tracciano con attenta esplorazione e competenza drammaturgica la vicenda di un giovane urologo messinese, Attilio Manca, morto nel 2004 a Viterbo in circostanze misteriose, dopo avere prestato le sue cure a un misterioso personaggio, senza conoscerne l’identità. Due buchi nel braccio. Overdose? Suicidio? Forse. Strano che un uomo giovane, dalla brillante carriera, si droghi o peggio si suicidi, dopo essersi pestato a sangue. Questi e altri inquietanti interrogativi si susseguono in una serie di quadri dai contorni scabri, tra un ricordo e una consapevolezza, tra amici d’infanzia di Attilio e i suoi successi nel lavoro, tra le maglie inquietanti dell’omertà, percorrendo la storia di un’Italia che spesso in questi anni bui ha liquidato superficialmente i casi oscuri, soprattutto quando su questa morte incombe l’ombra nerissima della mafia, in questo caso di Bernardo Provenzano.
L’indagine, condotta abilmente in 60’ sul filo della memoria, si colora di emozioni, di suggestioni, trasmette una tensione che è ricerca della verità. La giovane compagnia ha dedicato con sincera partecipazione e al tempo stesso etico distacco, una catturante riflessione sulla “ vina fausa”, la vena del povero Attilio, con un originale accostamento al mondo rurale e alle ricerche della rabdomanzia, su una Sicilia arcaica che può essere spietata, che uccide le false vene d’acqua, inutili e dannose.
Il sapore amaro del commiato ci lascia ancora una volta un doloroso squarcio di verità su ciò che siamo stati e ciò che siamo, per non dimenticare, dove tuttavia trapela un guizzo di speranza in un futuro possibile.
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VINA FAUSA. IN MORTE DI ATTILIO MANCA
Di Simone Corso
Regia Michelangelo Maria Zanghi
Con
Simone Corso, Francesco Natoli, Michelangelo Maria Zanghi
Scena e costumi Francesca Cannavò
Assistente alla regia Caterina Sfravara
Musiche Chiara Pollicita
Foto di scena Domenico Genovese
Produzione Compagnia teatrale Santina Porcino
Al Roots di Catania