“Art will never die”, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Roma

Art will never die. Una performance a cura di Elsa Agalbato e Fabio Sargentini alla Galleria Nazionale.

In occasione dei 60 anni della Galleria l’Attico, nell’ambito della mostra “Scorribanda” allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, curata da Fabio Sargentini, lunedì 26 febbraio alle ore 19.00 andrà in scena la performance Art will never die di Elsa Agalbato e Fabio Sargentini. Per salutare la mostra, che rimarrà aperta fino al 4 marzo, è in programma ben più di un finissage di circostanza.

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Il titolo della  Performance “Art will never die” (che può essere tradotto come “L’ arte non morirà mai”),rimanda alla donazione  fatta da Sargentini all’ archivio  bioiconografico ( arti applicate del XX secolo) riguardo l’attività della galleria d’arte l’Attico, il cui Archivio è costituito da circa 43 metri lineari di faldoni. Il fondo di Fabio Sargentini è già ordinato e inizia dall’esordio (anni ’60), quando alla guida dell’Attico c’era pure il padre Bruno. Cosi ché il patrimonio della Galleria Nazionale, già costituito da ben altri importanti diciassette fondi d’archivio, sarà presto consultabile nel sistema Opac (acronimo di catalogo in rete ad accesso pubblico).

La performance “Art will never die”  ideata da Sargentini/Agalbato, è costituita dal “corpo teatrale” di  sette attori, coadiuvati   dalla un centinaio  di  performer che  come “ corpo performativo”  realizzano una compagine unica  d’arte visiva, «momenti» di un’attività corsara attraverso una azione comunitaria che ha in seno le caratteristiche del rito e dello spettacolo.

Il perimetro dello spazio performativo dell’evento  è la Sala delle Colonne, che abitualmente accoglie i visitatori all’entrata, e si dilata fino a sconfinare  nel Salone Centrale dove sono esposte le opere di “Scorribanda”, quale unico  grande palcoscenico per una performance corale  dialogante con le opere del museo, la sua architettura, il pubblico.

In quel luogo espositivo museale la corale performance risignifica molteplici contaminazioni sature di notazioni semantico/installative prossime all’area della drammaturgia,costituite da diverse e alternative forme di interazione tra la parola teatrale (anche di derivazione) e il corpo performativo, inteso come motore di azioni e astanze complessive,con una potenza scenico-creativa e rappresentativa assolutamente libera,che enuclea le molteplici significazioni testuali del progettoperformativo: caratteri propri del contemporaneo.

Avventura artistica già intrapresa da Sargentini nel lontano 1972 quando organizzava in un ampio garage di via Beccaria a Roma un programma espositivo/performativo d’arte, ospitando dei Festival di musica e danza con musicisti americani che anticipavano la performance fondata sullo sconfinamento interdisciplinare.

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Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma

Viale delle Belle Arti  131   lunedì 26 febbraio alle ore 19.00