Sergej Paradzanov e “Il colore del melograno”

 

Sergej Paradzanov e “Il colore del melograno”

Gennaio 1982, esce in Europa, dopo 13 anni dalla sua realizzazione, uno dei più prodigiosi film della storia del cinema, “Il colore del melograno”, censurato in patria (URSS). L’autore è uno dei più geniali, e misconosciuti al grande pubblico, autori del cinema sovietico, Sergej Paradzanov, nato in Georgia da genitori armeni. La sua parabola umana è inscindibilmente legata alla sua opera artistica. Censurato dal regime comunista per il suo cinema decisamente poco rispondente ai dettami del realismo socialista e propagandistico, e per questo arrestato (ma anche internato in manicomio) più volte con la scusante della sua “deviazionista” omosessualità, Paradzanov ha lasciato un’impronta unica nella cinematografia di tutti i tempi, grazie alla rara capacità di fondere nella settima arte poesia, pittura, musica e teatro.

Ne “Il colore del melograno”, considerato il vertice della sua arte, il racconto della vita del poeta armeno del XVIII secolo Sayat Nova diventa occasione, per metaforizzare (autobiograficamente) la condizione dell’intellettuale costretto dal potere al silenzio e, per questo, all’infelicità. Ma ciò che spiazza lo spettatore è il modo con cui Paradzanov si accosta al sentire del poeta suo conterraneo, alla sua scrittura, tramutata in immagini attraverso forme pittoriche dalle cromature più ardite, esaltata nella messinscena dei suoi antichi testi volteggianti nell’aria. La seduzione della parola scritta passa sul grande schermo nella sua interezza, dalla sacralità più sentita alla mondanità più ardita e vitale, incarnata nelle variopinte iconografie dell’epoca. Il tutto immerso nella inebriante musica tradizionale armena, capace di incantare e di riassumere l’assoluto sentire che solo l’arte sa regalare. Per questo, nel corso del film si resta come sospesi davanti ad immagini che ti fagocitano, lasciandoti vivere un’esperienza percettiva e sensoriale unica. Forse, Paradzanov era giunto all’epifenomeno del cinema, illusione e rappresentazione finalmente coincidenti…