Prime considerazioni sugli Oscar 2018
Come previsto le nominations Oscar 2018 si sono concentrate su The Shape of Water e Three Billboards outside Ebbing, Missouri, che tuttavia avranno concorrenti insidiosi in:
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Dunkirk
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Darkest Hour
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Lady Bird, sopravvalutata commediola di Greta Gerwig
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Phantom Thread dell’immancabile, pletorico Paul Thomas Anderson
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The Post
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Get Out, commedia horror antirazzista che in altri tempi non sarebbe stata neppure presa in considerazione
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Call me by your name di Luca Guadagnino.
Si nota un’attenzione ossessiva ai temi etici ed eroici, alle minoranze (le solite: coloured, donne, omosessuali, e stavolta anche creature mostruose), a una libertà più ostentata che praticata.
Non sorprende l’assenza di un film come L’inganno di Sofia Coppola, troppo raffinato ed europeo per la grande fiera-mercato hollywoodiana, né quella di Wonderstruck di Todd Haynes, per gli stessi motivi. Purtroppo i venti che spirano oltreoceano hanno tolto ogni chance a Wonder Wheel, uno dei migliori film di Woody Allen, e alla sua meravigliosa protagonista Kate Winslet.
Più incomprensibile il silenzio che ha avvolto l’originale Suburbicon di Clooney.
Per quanto riguarda attrici e attori la competizione dovrebbe essere, secondo logica, fra Sally Hawkins e Frances McDormand (si segnala l’ennesima nomination per Meryl Streep), e Gary Oldman nel ruolo di favorito contro il giovane Thimotée Chalamet (chissà…).
Fra gli elementi positivi segnaliamo la nomination miglior attore non protagonista a entrambi gli interpreti maschili di Three Billboards outside Ebbing, Missouri: Sam Rockwell e Woody Harrelson, e quella al compositore Carter Burwell per la colonna sonora dello stesso film.
Per l’Oscar miglior film straniero il duello sarà quasi certamente tra Loveless e Una donna fantastica.