“Cielomare”, un libro per tutte le stagioni. Conversazione con Maribella Piana

Cielomare, un libro per tutte le stagioni. Conversazione con Maribella Piana

 

La voce calda e partecipe dell’attrice Matilde Piana apre il gradevole incontro tra l’autrice, Maribella Piana, e il suo nuovo libro. E’ un mite pomeriggio di dicembre. L’attrice, dichiaratasi subito sorella dell’autrice, con complicità affettuosa legge alcuni brani, commentati con garbata semplicità dalle stesse Piana & Piana e dalle pregnanti immagini di Giovanna Saffo sullo sfondo.

In questa intima essenzialità, in uno degli spazi teatrali più antichi di Catania, vede la luce CieloMare, pubblicato da Algra editore, il secondo libro di una donna siciliana approdata alle spiagge della scrittura nella piena maturità. Un dono gustato con pienezza e riconoscenza, dirà Maribella Piana con la consueta schiettezza e senso dell’umorismo dissacratorio nella conversazione fuor di retorica che ha preceduto la “doverosa” presentazione del libro.

Una presentazione volutamente insolita, agita senza commenti, senza trama, solo qualche lettura e l’accenno allo spessore psicologico dei personaggi. Sollecitata, durante la presentazione, la Piana dirà: “La molla del libro? Chi lo sa?! Fenomeno paranormale. La scrittura va da sé”.

Dalla confessata sofferta lettura del libro “Cuore” alla gioiosa scoperta della solarità di “Pollyanna”, il cammino della sua passione letteraria, poi divenuta anche scrittura, prende il via da queste prime, opposte, letture infantili. “Accanto alla passione per il teatro”, tende a precisare la vivace, multiforme, vulcanica Maribella.

Come collocare questo secondo libro? Allergica alle etichette, la Piana rifiuta di etichettare i suoi scritti. La sua grinta garibaldina affronta senza schemi preconcetti le domande che le ho rivolto per “Scénario” in una lunga conversazione a quattr’occhi.

Maribella Piana

D: Maribella, come nascono le tue invenzioni letterarie?

R: Io sono terragna. Non svolazzo con la fantasia. Sono osservatrice di un mondo che mi piace, natura, uomini, storie. Non c’è bisogno di inventare. E’ tutto intorno a noi. Come il cielo e il mare, due realtà diverse, due ambienti distanti eppure così vicini che finiscono per toccarsi al punto da creare una nuova realtà.

D. Che cosa rappresentano queste due realtà in CieloMare?

R: L’anelito alla libertà. I protagonisti sono due ragazzi con complesse situazioni alle spalle. Lei donna del sud ama e contempla il mare. Lui cerca l’aria e ambisce al cielo. L’incontro è casuale. Nascerà una storia importante e singolare.

D: I temi riprendono il primo libro, “I ragazzi della piazza”. La natura della Sicilia, l’amore, la giovinezza. Dunque la giovinezza è centrale nella tua scrittura?

R: Sì, è così.

D: Qual è la spinta a scrivere della giovinezza?

R: La curiosità. La curiosità per i giovani, problematici, immersi tra sogni e problemi. Sono senza pelle, vergini, sfrontati, violenti. E’ un mondo agli albori dell’umanità. Sono più sinceri, si aprono, capiscono di più degli adulti. Meno la ragione ci vizia, più siamo pronti a cogliere la verità delle situazioni. Con i giovani si può ancora comunicare. Io ci credo profondamente.

Gran parte delle mie energie le ho dedicate e le dedico ai giovani. Possono essere ancora aiutati e hanno tanto bisogno di aiuto!

D: La Sicilia, la tua terra, per te è una terra “giovane”?

R: (Esita) La Sicilia è giovane nella sua natura incontaminata, non nei suoi abitanti, vecchi per stanchezza e abitudine. La sua giovinezza eterna, primordiale è nel cielo, nel mare, nell’Etna, negli agrumeti…

D : E nella giovinezza c’è la speranza…

R : Al centro della mia scrittura la giovinezza della vita e della mia terra… Sì, ma raccontate inconsapevolmente, trascinate nel vortice narrativo dai miei personaggi che arrivano senza essere invitati, come in una novella di Pirandello, e chiedono di essere rappresentati, di vivere… Gli scrittori veri invece …

D. Veri?

R : Sì, veri. (Sorride) Io non sono una scrittrice. Io sono una che ama scrivere. Gli scrittori veri hanno già un piano preordinato, una struttura…Io invece sono disordinata nella struttura, mi perdo nelle sfaccettature dei sentimenti, in ciò che s’affaccia dietro l’angolo.

D: Dunque una scrittura disordinata, ma non nello stile direi, accurato e raffinato.

R: Sì, tengo molto alla “bella scrittura”.

D: E i tuoi finali? Come nascono?

R: Sono faticosi. Non amo scrivere i finali. La vita non finisce.

D: Da quanto tempo la scrittura è entrata così ampiamente nella tua vita?

R: Diciotto anni fa il primo libro di poesie, due anni fa il primo libro lanciato da Masterpiece, una trasmissione di letteratura dove il mio libro era in concorso. Ora CieloMare.

D: Com’è questa scrittura incontrata sul tuo cammino?

R : E’ una compagna fedele, ma un po’ antipatica. Bisogna sedersi, ma io non riesco a stare seduta a lungo. Chi mi conosce lo sa che non posso stare seduta, ma lei, solo lei, mi costringe a farlo…

D: In cantiere?

R: Il terzo libro, già completato e in cerca di editore. Un omaggio alle radici. Come il primo, per non dimenticare.

D : Una ricerca… o meglio una “recherche”.

La scrittura di Maribella Piana è memoria e speranza, come ebbe a dire delle ragioni della scrittura Gesualdo Bufalino in una lectio magistralis all’Università di Catania. E passione. Per la scrittura e la lettura.

D: I tuoi modelli?

R: Mi piacciono le inglesi, le siciliane contemporanee, Grossmann, Erri De Luca. Pirandello per la sua lama affilata, Verga per la sua “matericità”. Secondo me non si possono avere modelli.

Il “pianto” è tuo e solo tuo.

D: Il primo libro edito da Bompiani con la quale avevi stipulato un contratto, il secondo da una casa editrice siciliana. Le ragioni di questa ultima scelta?

R: Il terremoto amministrativo della Bompiani aveva ritardato troppo l’uscita del mio secondo libro. Ho preferito un brillante editore locale, Alfio Grasso. Pubblicare con le case editrici siciliane significa incoraggiare l’imprenditoria locale, che sta vivendo punte di eccellenza, come Algra Editore.

D: Dunque un impegno civile che si esprime, leggendo, scrivendo, scegliendo editori locali.

R: Sì. Questi giovani editori siciliani, competenti, volenterosi, vanno sostenuti.

D: Maribella, quali sono le ragioni profonde della tua scrittura?

R: Scrivo per ricordare, perché la memoria non si cancelli. Scrivo perché amo le parole. Chi ha parole ha idee, sentimenti. La mia scrittura è una ricerca di parole. Una battaglia per salvare la nostra lingua impoverita. Mi hanno definito classicista. Cerco la bella scrittura, precisa, suggestiva, poetica.

D: Dov’è la poesia nei tuoi scritti?

R: La poesia è nei sogni, per esempio nell’anelito alla libertà dei due protagonisti di CieloMare, nella ricerca di un’identità, che può essere dolorosa, perchè crescere è doloroso, ma necessario.

La scrittura fa crescere.

La buona scrittura fa crescere chi la legge e chi la produce. “CieloMare” è certamente in questa direzione.

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CIELOMARE

di Maribella Piana

Algra Editore

Euro 14.00