Quando il Professore rifiutò di giurare. Il dramma di Claudio Fava al Verga di Catania

QUANDO IL PROFESSORE RIFIUTO’ DI GIURARE. UNA STORIA DI ANTIFASCISMO…TRASVERSALE

 

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Scena monolitica. Scranni di un’aula universitaria che si trasformeranno in scranni di un ottuso tribunale. Un coro multiforme di sette uomini e una donna attraversa la storia tra dinamismi giovanili e flatulenze dittatoriali. Al centro della scena, attorniato dai suoi studenti, lui, un professore, sereno, imperturbabile all’apparenza. L’assistente è una delicata, muliebre presenza (un’intensa Di Blas), con il suo sentimento ben nascosto che tarderà a manifestarsi, quando ormai è troppo tardi, a un uomo solo, ormai di una solitudine incolmabile. Il professore è Mario Carrara, colto nel dubbio fecondo di un’azione esemplare. Colto e raccontato, prima che l’oblio scenda a coprire il suo gesto pulito.

Sulla piaga inguaribile del consenso alla dittatura fascista, serpe velenosa che strisciava sotto gli occhi serrati degli italiani, mette il dito “Il giuramento” di Claudio Fava, liberamente ispirato alla figura di Mario Carrara, professore di patologia, medico legale. Uno dei dodici cervelli che rifiutarono di prestare giuramento al Regime. Il toccante elenco verrà ricordato agli emozionati spettatori nell’amaro epilogo dal professore in carcere.

Teatro civile di grande impatto. La memoria dei giusti salva e redime. Ricordare chi ha detto “No”a una proposta indecente, andando incontro alle ire del regime fascista, ha un sapore di monito e speranza per il nostro paese, in bilico tra una democrazia in apparente progress e l’ombra dell’ignavia. 

Ma ci siamo veramente liberati del fascismo? Si domanda Ninni Bruschetta nelle sue note di regia. Sotto questa luce assistiamo a una pièce drammaticamente attuale. Doppia valenza. Memoria e monito nell’efficace e schietta regia che scuote e sorprende, tra squarci di canti, danze, corpi torturati, sentimenti accennati, scene corali dal piglio brecthiano, a far da sfondo alla convincente interpretazione di David Coco, fermo sul ciglio del No, con sobrietà, garbo e autorevolezza, lontano da falsi eroismi, distante dai facili compiacimenti.

Dallo spettacolo emerge una suspence dai netti contenuti e dal coeso, rigoroso disegno registico, in un crescendo che apre dettagli di riflessione sulle ottuse ragioni del “Sì”, per culminare nella chiusura drammatica della pièce dove la squallida pantomima del giuramento a un Regime-fantoccio si contrappone all’uomo, in carcere per avere detto “ No”.

Qui emergono con chiarezza la forza e l’importanza dell’opposizione per l’autore e il regista, che hanno saputo suscitare e far risuonare con eleganza brutale sia l’orrore di una dittatura violenta e famelica che la forza dei dodici dissidenti, coerenti con il loro pensiero.

Una bella lezione di coraggio per il nostro paese malato! 

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IL GIURAMENTO

di Claudio Fava

Regia                       Ninni Bruschetta

Musiche originali     Cettina Donato

Scene e costumi       Riccardo Cappello

Luci                           Salvo Orlando

Con

David Coco

Stefania Ugomari Di Blas, Antonio Alveario, Simone Luglio, Liborio Natali, Pietro Casano, Federico Fiorenza, Luca Iacono, Alessandro Romano

Produzione Teatro Stabile di Catania

Al teatro Verga di Catania