La vedova è più che mai allegra!
Uno“ Sgarbato” Lehar al Teatro Massimo di Catania
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In un fastoso allestimento per la regia di Vittorio Sgarbi, condito da varianti e cammei di umorismo marca “liotro” dell’attore catanese Tuccio Musumeci, fa il suo ingresso nel tempio della lirica consacrato a Vincenzo Bellini, la Signora operetta : “La vedova allegra.”
Le scenografiche video mapping rigorosamente liberty, come gli accurati costumi, le leggiadre o piccanti coreografie, le limpide voci dei protagonisti, le vivaci prestazioni attoriali, l’orchestra sinergicamente diretta, le celebri musiche di Franz Lehar, hanno dato vita a un ensemble molto gradito al pubblico plaudente che ha generosamente accolto la più celebre delle operette.
“La vedova allegra” chiude brillantemente il cartellone di una ricca stagione lirica, aperta anche alla danza e anche all’operetta. Un segnale che fa della prestigiosa istituzione una realtà culturale aperta e flessibile, offrendo variegati generi, sempre all’insegna dell’accuratezza e della qualità.
Tratta dalla commedia “L’Attaché d’ambassade” di Meilhac, accolta al suo debutto a Vienna da uno strepitoso successo nel 1905, l’esile vicenda si snoda tra amori, tradimenti, crisi finanziarie e politiche, sul filo di allettanti melodie, tra valzer e can can, duetti, cori, concertati.
La protagonista è Anna, giovane e ricchissima vedova approdata a Parigi per un secondo matrimonio da Pontevedro, paese in bancarotta, che non vuole perdere la preziosa vedova e cercherà in tutti i modi di intralciare i piani della giovane donna. Fortunatamente Anna si innamorerà del pontevedrino conte Danilo, altrettanto innamorato, che dopo recalcitranti e riottose mosse, finalmente deposte resistenze e gelosie, impalmerà la sua bella salvando la patria in rovina.
Gli impeccabili ingredienti di questo capolavoro del musicista ungherese sono ancora capaci di coinvolgere ed entusiasmare, riconducendo quella che si potrebbe definire la figlia di un dio minore, grazie alla perfetta alchimia degli elementi classici di questo genere molto apprezzato e amato, a una pregnante rappresentazione del clima lussureggiante e scanzonato, pur velato di sottile malinconia della mitica Belle Epoque. Ancora i fantasmi orrorifici delle guerre mondiali, i genocidi, le violenze coloniali, erano magicamente lontani. L’Europa sognava, in una bolla estetizzante, che la bellezza, l’arte, la serenità fossero là, a portata di mano, in un decoro floreale, in una raffinatezza di forme.
La gioia contagiosa del bel canto in panni leggiadri ci distrae per un attimo, ci riporta a una
leggendaria stagione i cui echi oggi ci inteneriscono, consapevoli che tanta serenità di lì a poco sarebbe naufragata miseramente.
“La vedova allegra”, transeat l’accostamento, ci ricorda l’Europa. Anche lei ha necessità di un secondo marito che le faccia ancora rivivere ciò per cui uomini e donne, il genere umano dunque, pur nelle loro ineludibili differenze sono nati: l’ unione dei diversi, ma complementari per un rinnovato futuro.
Ancora un’opportunità per il nostro stanco continente?
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LA VEDOVA ALLEGRA
Operetta in tre atti
Musiche di Franz Lehar su libretto di Victor Lèon e Leo Stein
Dalla commedia “ L’Attaché d’ambassade di Henri Meilhac
Direttore Andrea Sanguineti
Regia Vittorio Sgarbi
Orchestra e coro del Teatro Massimo Bellini di Catania
Maestro del coro Gea Garatti
Con
Armando Ariostini- Riccardo Palazzo- Alessandro Vargetto- Gianluca Tumino – Valeria Fisichella – Salvo Fresta – Paola Francesca Natale- Antonio Cappetta – Sabrina Messina
Manuela Cucuccio/ Leslie Visco- Fabio Armiliato/Saverio Pugliese- Silvia Dalla Benetta/ Cristina Baggio- Emanuele D’Aguanno/Matteo Mezzaro
e con la partecipazione di Tuccio Musumeci
Allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Al Teatro Massimo Bellini di Catania fino a Domenica 17 Dicembre