Anna DI MAURO – “Coppia aperta quasi spalancata” di Fo & Rame a Catania

 

Il mestiere del critico

 

 

 

Folie à deux

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando la coppia scoppia: Omaggio a Dario Fo e Franca Rame al Teatro del Canovaccio di Catania

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Che cosa rende inossidabile questo celebre dialogo surreale anni ’80 tra “due perfetti sconosciuti” di “Coppia aperta quasi spalancata”? Sicuramente l’attualità del tema, reso divertente da una brillante chiave ironico- grottesca.

Il gioco al massacro che inevitabilmente l’uomo e la donna innescano quando tentano di stare insieme, di formare una coppia, è più che mai in atto. Da questo difficile rapporto si generano violenze, soprusi. L’amore negato scatena la belva che è in noi. Ci si scontra sui massimi sistemi.

L’eterno femminino anelante alla fedeltà e alla profondità e costanza dei sentimenti va a cozzare con l’eterno mascolino, anelante all’harem e alla superficialità dei rapporti.

Lui, il Peter Pan della situazione, accanto all’harem cerca “la mamma” che lo assolva e lo ami incondizionatamente. Lei insegue il sogno di un partner che la ami alla pari e per tutta la vita. Amore impossibile. Ognuno ama l’altro per quello che non è. Il risultato è la finzione dei luoghi comuni. I sessantottini nella loro visione rivoluzionaria tentarono “genialmente” la coppia aperta.

Su questa delicata e per certi versi impossibile soluzione si sviluppa la tematica diCoppia aperta quasi spalancata”, spettacolo in cartellone scelto dal Canovaccio per chiudere una stagione ricca e variegata. Cavallo di battaglia della Rame, mattatrice affiancata da un Fo quasi di servizio, questa esilarante commedia al vetriolo, si è avvalsa della graffiante interpretazione del personaggio femminile, qui sostenuta da una inesauribile, “ferrigna”, Valentina Ferrante.

La tanto decantata “apertura” della coppia è naturalmente proposta dall’uomo per giustificare le innumerevoli scappatelle della sua irrefrenabile libidine, che inevitabilmente suscita dolorose emozioni sulla moglie tradita, umiliata e negletta.

Nella tragicommedia la misera invoca l’amore raccontando al pubblico-voyeur le sue disavventure coniugali, fino a una serie di reiterati tentativi di suicidio naufragati nella farsa. Il tono è brillante, ma il tema è scottante.

Inevitabilmente, quando la storia si ribalta, sarà l’uomo a soccombere. Finché la coppia è aperta dalla parte maschile tutto va bene…ma se malauguratamente è la donna, dopo naturali ritrosie ad “aprire la porta”, l’orgoglio mascolino del possessore e detentore della preda (non è amore) si risveglia e si formano “correnti d’aria” capaci di sconvolgere l’assetto raggiunto.

Fa sorridere e riflettere questo primitivismo che si rivela ogni qualvolta la razionalità, la civiltà vengono invocati dal nostro “maschio latino” sempre presente sotto la scorza dell’intellettuale evoluto. Il problema, sempre attuale, sembra non offrire soluzioni.

In questa intelligente e sagace satira di costume si ride a denti stretti, per la fulmineità delle battute, per la sottolineatura di una “ostentata soluzione” che ora è diventata storia, per il grottesco e il surreale nel quale la coppia rimane immersa per tutto il tempo della pièce, senza concedere tregua allo spettatore e senza reticenze linguistiche. Si ride senza speranza.

Il testo, intramontabile, fedelmente riprodotto, a parte il cammeo del tango in apertura, si avvale di un’interpretazione dal ritmo effervescente, di battute a raffica dei protagonisti, sempre tesi sul filo di un dirompente sarcasmo senza sconti.

La scena essenziale e funzionale, elegante e asettica, allusiva di una dimensione del quotidiano che fa continue incursioni nel passato, si apre con i due protagonisti alle prese con l’ennesimo tentativo di suicidio inscenato dall’infelice compagna e si chiude con il vero suicidio del marito “tradito”. Già. Quando si tratta della donna è tradimento insostenibile, quando si tratta dell’uomo è svago senza importanza. Un omaggio al femminismo e alla nuova coscienza della donna o una strisciante visione profetica? La fragilità del maschio e la forza di rinnovamento della donna?

Umana commedia di due grandi della scena, geniali fustigatori dei costumi e delle debolezze umane, sull’onda di un autentico, viscerale e colto senso del teatro.

Alla mitica coppia meritevolmente il regista ha voluto rendere omaggio a poco tempo dalla scomparsa dell’ultimo “Giullare”.

 

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Coppia aperta quasi spalancata

di Dario Fo e Franca Rame

Regia di Camillo Mascolino

Produzione Teatro del Canovaccio

Con Valentina Ferrante e Concetto Venti e la partecipazione amichevole di Antonio Carone e dei ballerini tangueri Marta Limoli e Cosimo Coricciati.

Al Teatro del Canovaccio di Catania fino a Domenica 28 Maggio.