Ancora una volta il caro vecchio Natale / Bellezza a scaffale
@ Antonio Castronuovo, 8 dicembre 2024
Tante cose riesce a combinare un libro: seduce gli amatori, si insedia garbatamente negli ambienti di vita, si aggrega al nostro viaggio esistenziale come fedele compagno. Non è pertanto difficile amarlo, consacrarsi a una delle passioni più dolci che ci siano, farsi cioè bibliofili. Affetto da una forma mediamente grave di questo impulso non esito a dichiarare che nella vita ho nutrito sentimenti più ardenti per certi libri che per certe persone.
Come può accadere una cosa simile? La ragione è semplice: il libro non tradisce mai, aiuta nei momenti difficili, portato in tasca è un concreto riparo dalle brutture del mondo. Quando cominciano a stare insieme, i libri diventano infatti una somma di bellezza: facile vedere quanto sia armoniosa ed elegante una parete trasformata in una scaffalatura di libri.
Il problema è che bisognerebbe amare serenamente, senza eccessive agitazioni, senza il rovello di una passione corrosiva. E invece accade spesso che l’amore per i libri si trasformi nell’assillo di ammassarne tanti. Prende forma la bibliomania, ossessione che conduce alla frenesia del possesso, lungo un tragitto iniziato chissà quando, certamente la prima volta che – entrati in una libreria per comperare un titolo – ne siamo usciti con una borsina di tre-quattro pezzi.
Quando in un normale appartamento si cominciano a immagazzinare cinque-seimila libri, il problema si fa serio. A volte la questione mi si para dinanzi agli occhi e la mia reazione è curiosa: tendo a rifiutare la cura, mi chiudo a riccio e soccombo alla bellezza della mia collezione: che siano pochi o troppi, adoro perdermi nello spettacolo dei libri in fila sugli scaffali.
Chi ama libri e comincia a raccoglierli è insomma dominato da una sindrome estetica, oltre che contenutistica. Ed è la ragione per cui – su commissione dell’Aldus Club, associazione milanese di bibliofili presieduta ai suoi inizi da Umberto Eco – ho chiesto a venti italiani (docenti, studiosi, collezionisti, politici, dirigenti, lettori) di interrogarsi sulla propria inclinazione e/o ossessione di bibliofili, di descrivere i lati gradevoli e quelli morbosi della loro passione. Ne è emersa Ossessione bibliofila (La nave di Teseo 2024), variegata antologia di fatti e figure, una serie di pezzi nitidi e colloquiali da cui sgorga la luce di un mondo seducente: quello di chi è innamorato dei libri.
Ossessione bibliofila, AA.VV, La nave di Teseo, 2024