Scaffale
LA PIETRA CHE DIVENTA POESIA
I versi di Yves Bergeret in una recente raccolta edita da Algra
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A Catania, presso la libreria di piazza Giovanni Verga “Catania Libri”, Giovedì 20 Ottobre, la fresca, intensa e dinamica presentazione di un affascinante testo poetico “ Il cerchio di pietre” del francese Yves Bergeret, ha visto in scena un canto a più voci e più lingue.
La declamazione dello stesso testo in versi, prima in francese da Bergeret, poi in italiano e in siciliano dal giovane poeta Pietro Cagni e dall’artista-scultore Francesco Gennaro, infine nelle lingue Soninkè e Bambana’ del Mali, da Alì Traore, giovane colto e sensibile, da qualche tempo in Sicilia presso Aidone, ha toccato momenti di rara intensità comunicativa, laddove la sostanza della poesia trovava empito ed esaltazione nei suoni delle diverse lingue, coinvolgendo il pubblico attento e partecipe e gli stessi interpreti in un emozionante ascolto.
In questo recital antiretorico culture del mondo insieme hanno dato vita a quel pensiero-progetto che Yves porta avanti da anni, in una ricerca che vede la parola poetica, in performance insieme ad installazioni e mostre, tradursi, come la musica, in linguaggio universale interagente con la natura e i suoi abitatori, capace di creare un organismo nuovo, dinamico, dagli esiti aperti.
Questa pregevole e interessante pubblicazione è a cura della casa editrice Algra, di Alfio Grasso, giovane imprenditore che a Viagrande ha dato vita ad un’editoria di prorompente dinamismo, tesa alla qualità e alla ricerca di testi particolari e innovativi. La veste tipografica si presenta esteticamente accurata sia nei materiali che nella fattura, arricchita in copertina dall’opera di Carlo Sapuppo, artista catanese collaboratore del poeta da anni, con progetti artistici a più mani, in un territorio come la Sicilia scelto per le sue peculiarità e i suoi difficili e affascinanti chiaroscuri.
Un’incisiva ed esplicativa prefazione a cura di Giovanni Miraglia completa il testo, egregiamente tradotto dal poeta Francesco Marotta.
Da molti anni Yves Bergeret, ormai definito poète-plasticien, artista a tutto tondo, uomo di lettere, viaggiatore ed esploratore, antropologo e portatore di una langue-espace (lingua -spazio) che definisce e interpreta i segni di un luogo, inizialmente poeta della montagna che diventa memoria e canto, attraversa il pianeta con la sensibilità e la inarrestabile energia di un uomo che cerca un dialogo con la natura e i suoi figli, in particolare con gli artisti, “ poseurs de signes”.
Una ricerca autentica, sul campo, che ha visto Bergeret viaggiare in tutto il mondo e fermarsi per dieci anni presso il villaggio Dogon di Koyo, nel Mali, personaggio mitopoietico di territori senza scrittura, costruttore di ponti di comunicazione con la sua parola nuova, “forgiata “ in loco.
Nel lavoro di Bergeret si incontrano l’epos greco e il pensiero animista africano, come afferma Arsène Caens, giovane esegeta.
Su questa scia il prefatore di questo suo ultimo testo si spinge ad affermare che la Sicilia sia un punto d’incontro delle due culture, non a caso scelta da Bergeret dal 1996, definendo il suo dettato poetico una singolarissima forma di “animismo poetico” occidentale e una delle postreme vie del simbolismo francese della seconda metà del Novecento.
Incontrare Yves Bergeret e la sua “parola” è un’esperienza da cui proviene un cambiamento inevitabile. Non si può restare indifferenti davanti al valore del suo inarrestabile pathos comunicativo.
“ La distinzione tra mondo interiore ed esteriore non esiste, perché non vi è frattura.
Gli elementi del mondo comunicano tutti intensamente”, afferma Bergeret in un intenso colloquio con il critico cinese Zhang Bo. La sua è una parola che “ apre” e che salva. Imperdibile.
…Sola,
etica, la parola
colpisce in pieno
i risentimenti, le nuvole.
(Tratto dalla poesia “Falesia”. Il cerchio di pietre)
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Yves Bergeret
IL CERCHIO DI PIETRE
Tradotte da Francesco Marotta
ALGRA Editore.
Euro 13