Un frizzante Cyrano in punta di naso nella scoppiettante mise en scène di Arturo Cirillo
@ Anna Di Mauro, 4 febbraio 2023
Teatro-canzone lo ha definito il brillante regista di questo ennesimo “Cyrano De Bergerac”, godibile mix di fedele testo teatrale, musica, pantomima, canto, in cui la triste vicenda del celebre cadetto di Guascogna di Edmond Rostand riluce letteralmente negli scintillanti costumi e nella semplice ed efficace scenografia di un nostalgico omaggio al teatro, a Domenico Modugno, alla Commedia dell’Arte, all’Avanspettacolo, a Pinocchio, all’amore, alla vita. C’è tanta carne al fuoco in questo adattamento di Cirillo, ma ben dosata, sostanziata dall’interpretazione dello stesso Cirillo e del cast sinergico, in sintonia, sempre in bilico tra farsa e ironia, garbatamente istrionico e ammiccante, giocoso e funambolico, fino ai movimentati saluti tra la platea.
Trasuda teatro da tutti i pori questa interpretazione tra le note del personaggio rostandiano dal lungo e orribile naso, ma dai nobili sentimenti, ingegnoso poeta, spadaccino abilissimo, ispirato a un Cyrano realmente esistito nel ‘600, filoso, scrittore, soldato, nell’invenzione letteraria innamorato perdutamente e inutilmente della bella cugina Rossana a cui non osa rivelare il suo amore, a sua volta innamorata di Cristiano, giovane e avvenente cadetto, ma poco dotato spiritualmente, che ambisce segretamente alla fanciulla. Entrambi si affideranno al povero Cyrano, una per la protezione dell’amato, l’altro per corteggiare la sua bella con parole alate. Il triangolo amoroso, pur se doloroso, consente infine a Cyrano di dare spazio al suo profondo sentimento sotto mentite spoglie, portando avanti romanticamente l’inganno per far felice la sua amata, fino alle sue estreme conseguenze. Rossana si innamorerà inconsapevolmente dell’anima di Cyrano, ma sposerà Cristiano che, costretto a partire per la guerra, cadrà in battaglia. Avviluppato nella sua menzogna, colpito a tradimento da una trave mentre si recava dall’amata, in convento dopo la morte del marito, Cyrano, se ne libererà prima di consegnarsi al riposo nel sonno eterno. Liberatorio anche il nuovo epilogo del destino del nostro eroe nasuto, salvato dall’intreccio ammiccante che Cirillo ha ordito, intento a sfiorare l’interessante accostamento tra la marionetta e l’ingegnoso soldato, già proposto sulle scene da Jurii Ferrini nel suo “Cyrano De Bergerac” del 2014, sia per la datazione (entrambi ottocenteschi) sia per quel mentire che in Italia è millanteria di un popolo, mentre in Francia si veste di eroismo, nobiltà e sacrificio, valori di cui il nostro tempo si è ampiamente svestito. Nei confini magici della tragedia di Rostand si innesta così la fiaba del burattino di legno collodiano, anche lui provveduto di un lungo naso, frutto delle sue menzogne, a cui fa da pendant Rossana-Fata turchina, il Grillo parlante, gli Assassini, tra sberleffi e cantatine, teatro nel teatro, grazie alla scenografica, fastosa, serica tenda centrale che dona un esplicito e reiterato riferimento ai ludi scenici.
La magia del teatro può salvare e salvarsi, sembra suggerire Antonio Cirillo, indossando con levità i panni del grande personaggio, immortale per i suoi versi, icona dell’amore impossibile, a cui ha dedicato questa brillante pièce certamente accattivante, ma inevitabilmente meno toccante e coinvolgente del dramma originale. Piacevolmente condito dalla musica di Federico Odling, lo spettacolo evoca bonariamente il sincero stupore di quel ragazzino napoletano che al Teatro Politeama vide il musical “Cyrano” con le musiche di Modugno e se ne innamorò perdutamente.
CYRANO DE BERGERAC
di Edmond Rostand
adattamento e regia di Arturo Cirillo
con Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Paolo Manti
musica originale e rielaborazioni Federico Odling
costumista collaboratrice Nika Campisi
assistente alla regia Mario Scandale
assistente alle scene Eleonora Ticca
produzione Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, ERT Teatro Nazionale
Al Teatro Verga di Catania fino al 5 Febbraio