Le parole non bastano. Umberto Orsini e Franco Branciaroli in un teatrale pas de deux sull’amicizia e dintorni
@Anna di Mauro, 17-02-2022
I due grandi della prosa in un raffinato, corrosivo confronto sull’amicizia e sul complesso rapporto di detto e non detto fino alla possibile rottura, in “Pour un oui, pour un non”, di Nathalie Sarraute con la regia di Pier Luigi Pizzi, hanno mostrato la forza dei loro corpi non più giovani e della loro finezza interpretativa, cimentandosi in un testo psicologico straniante, al limite del paradosso, dai risvolti inquietanti, capace di catturare l’attenzione e la partecipazione degli spettatori, senza apparente sforzo. Mirabile la naturalezza con la quale i nostri magnifici attori hanno sostenuto un ammaliante dialogo, a tratti difficile per i contorcimenti e le elucubrazioni a cui li costringe la struttura complessa del testo della Sarraute, celebre scrittrice francese di origine russa, nell’affascinante pièce nata per la radio, contrassegnata dai tropismi e dalla sottoconversazione, nascoste elaborazioni al limite dell’inconscio, temi cari all’autrice, dedita ad esplorare il linguaggio nelle sue più intime sfaccettature.
L’accurata regia di un maestro come Pierluigi Prizzi si muove sul filo di una semplicità apparente, dai sobri costumi alla ricercatezza scenografica, esaltando la potenza drammaturgica dei due interpreti, che risplendono di luce propria, pur se degnamente corredati.
Siamo nello studio di uno dei due protagonisti, allungato sul divano rosso fiamma, mentre riposa tra candide librerie e arredi “firmati”, dalla lampada alle sedie. In una cornice di artata eleganza, dove il bianco e il rosso ricevono la mise in nero dei protagonisti, irrompe un uomo, destando l’amico e costringendolo suo malgrado a un chiarimento del suo inspiegabile allontanamento. Inizialmente la ragione del distacco sembrerebbe un’inezia, un nonnulla: pour un oui pour un non, che in francese però sta a significare che un nulla può distruggere tutto. Un commento ritenuto poco felice a una condivisione di un successo dall’uno, trova una sbalordita reazione nell’altro. Possibile che una semplice frase come “Ah…E’ così! Bene…” venga interpretata come un atto di degnazione? Si chiede l’amico/Branciaroli, lanciandosi in un tentativo di allentamento della tensione, con toni a volte ironici per l’assurdità delle asserzioni dell’amico/Umberto Orsini, seriamente risentito e ferito dal detto incriminato, al punto da chiedere il parere e il consiglio degli amici al computer. Sulla scia di un apparente divertissement si nasconde l’incapacità e l’impossibilità di una reale comunicazione che getta un’ombra minacciosa sul destino di una relazione amicale fino a quel momento inossidabile. I silenzi, il non detto, gli equivoci delle intonazioni hanno gradualmente generato questo distacco imprevedibile. Siamo di fronte a una dolorosa mise en question di una lunga e solida amicizia.
I due amici affidano i risvolti imprevisti di una lunga e collaudata frequentazione a un dialogo serrato, senza esclusione di colpi, dove le parole diventano armi e il disagio prende incredibilmente il sopravvento sull’affetto e sull’intesa che fino a quel momento li aveva uniti. Alternandosi in un vero e proprio gioco al massacro questi due uomini si rivelano inaspettatamente molto diversi per gusti e tenore di vita, ma anche per la visione del mondo, creando voragini in un tessuto all’apparenza compatto e inattaccabile. Le parole non bastano. L’incomunicabilità, cifra del ‘900, qui si riproduce in un interno claustrofobico metaforicamente rappresentativo.
Un vero e proprio banco di prova per i due artisti ancora una volta capaci di suscitare emozioni e riflessioni, seducenti affabulatori pregni del tocco del fine dicitore, paladini della grande stagione della prosa, che in loro rivive e si rinnova, offrendo generosamente un’impeccabile lezione di buon teatro.
POUR UN OUI POUR UN NON
di Nathalie Sarraute
regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
con Umberto Orsini e Franco Branciaroli
produzione Compagnia Orsini e Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano
Al Teatro Verga di Catania fino al 20 Febbraio