Donne & Sante: in palco la liturgia del quotidiano, tra sessualità e preghiera. Francesca Falchi per Palco Off

Donne & Sante: in palco la liturgia del quotidiano, tra sessualità e preghiera. Francesca Falchi per Palco Off

 @ Anna Di Mauro, 26-01-2022

Parlare liberamente di sessualità in prima persona fino ad oggi per una donna non è mai stato facile, specialmente quando fa riferimento a parti anatomiche oggetto di tabù e pudori conclamati da un’educazione severa in atto fino al secolo scorso. Il monologo di Francesca Falchi, tra stand-up e cabaret, ha dato spazio e presenza a situazioni e terminologie impensabili prima che in tempi recenti Erica Jong con “Paura di volare”, Lidia Ravera con “Porci con le ali” e Eve Ensler con “I monologhi della vagina”, per citare alcune scrittrici del ‘900, schiudessero di nuovo le porte alla donna declaratamente sessuata. Nel VI secolo a.C. i versi di Saffo avevano dato voce alla passione erotica omosessuale, ma l’eros della letteratura greca si dileguò a fronte di una cultura patriarcale cristiano-cattolica oppressiva, dove la donna veniva confinata senza vie di mezzo tra la santità e il peccato. A fare il resto ci pensò la maschilista ipocrisia borghese. Con la rivoluzione femminista certi schemi obsoleti sono stati decisamente infranti, liberando atteggiamenti, comportamenti, linguaggio, prima inimmaginabili e ancora non del tutto facilmente accettabili. Abolizione del delitto d’onore e altre battaglie legali per l’emancipazione della donna hanno infine perfezionato questa nuova dimensione che il mondo della cultura disinibito e progressista ha accolto, sancito e portato alla luce. In questo percorso accidentato la comicità delle attrici (due tabù in uno infranti) ha dato una spallata consistente alle inestirpabili bigotterie. Pensiamo ad Anna Marchesini, nei panni della deliziosa sessuologa impenitente, che ha spianato la strada all’agguerrita comicità muliebre, senza tuttavia mai esplicitare, ma accennando, evocando, con garbo e misura, senza mai strafare, con effetti esilaranti.

In una direzione invece di decisa esplicitazione autoironica si muove  l’autrice e interprete di “Santa subito”, che ci ha condotto lungo un divertissement esplorativo della condizione femminile, in formato autobiografico, suscitando risatine, ma anche qualche commento negativo sulle intimità di un vissuto a tratti imbarazzante, descrivendo senza mezzi termini le proprie tragicomiche esperienze sessuali e non, suffragate da invocazioni alle innumerevoli sante, uniche delegate alla sopravvivenza a quel tempo, della cui presenza massiccia Francesca ha goduto fin dal primo vagito nella terra dei nuraghi. Di origine cagliaritana, la nostra narratrice ha colto gli umori e le memorie matriarcali dell’isola, incastonandoli in un percorso dove il suo humour non trascura il coinvolgimento del pubblico, con il quale riesce a dialogare simpaticamente senza interrompere il flusso del racconto grottesco, acceso da episodi dove il testo, ricco di sapide battute a raffica, si avvale della sua mimica accattivante. Per completare il quadro l’agiografia illuminante delle sante di cui è costellato il testo, ampiamente approfondita, sfiora allegramente dettagli dissacratori, svincolandosi senza pietà dalla pruderie fin de siècle.

Finalista al Roma Comic Off 2019, questo ultimo spettacolo della Falchi è vincitore del premio Palco Off al Milano Off Fringe Festival 2019. Nel 2006 l’autrice aveva vinto il “Premio Teramo”; nel 2012 con “L’alba della sposa” è ancora vincitrice del Premio Lunarte Festival, mentre nel 2013 si aggiudica il premio di drammaturgia “In punta di penna” e della XIV edizione “Il paese delle donne” con “Vettorina nella città dei pezzi di ricambio” sulla storia di Vettorina Sambri.

“Santa subito” punta sull’originale accostamento tra il sacro e il profano, sottolineato dai licenziosi “Carmina Burana” scelti per l’apertura e chiusura della pièce, che si mantiene in equilibrio sul filo della comicità di un testo al femminile, in bilico tra sessualità e preghiera,  riuscendo a non scadere nella volgarità, pur se gli argomenti e i termini sono decisamente “hard”, per via di un’arietta tra l’impertinente, il candido e il complice, da bambina monella che sta condividendo le sue piccole marachelle sicura di essere assolta, che la Falchi riesce ad assumere nel suo viaggio attraverso i misteri gloriosi del menarca intrecciati alle implorazioni delle varie sante soccorritrici. Alle prese con un vero e proprio excursus di memorie dai primi vagiti in culla all’ultimo rapporto sessuale coraggiosamente en plein air, mentre il gioco si fa serrato, la performer finisce per esplodere sui dettagli dell’eros in menopausa, ultima tragedy della sessualità della donna dove non ci sono sante che tengano.

SANTA SUBITO

Una stand-up mistica

di e con

Francesca Falchi

Produzione La Memoria del Teatro (Catania/Milano)

                     L’Eccezione 2.0 (Cagliari)

 

Per Palco Off al Centro ZO di Catania