Il protagonismo del pianoforte. “La pianessa”, un omaggio di Lucia Poli ad Alberto Savinio
@ Clara Galante 24-10-2021
La musica è educazione dice Alberto Savinio. Non può esserci civiltà senza musica, la musica insegna a stare in compagnia e anche a stare soli. La musica insegna a camminare, aiuta a muoversi, a non urtare la credenza con le pile di vasellame sopra. La musica guarisce dalla balbuzie, quella orale e quella mentale. La musica dà il sentimento corale, ossia unisce e chiarisce il senso di nazione. La musica ci mette in comunicazione col moto dell’universo e con il nostro proprio senso interno. La musica insegna a vivere nel senso più profondo e metafisico; e quella sola civiltà sarebbe perfetta, ove tutte le cose si muovessero a suon di musica.
La persona di Alberto Savinio, la racchiudo in questo embrione fecondo, in questa riflessione con cui Lucia Poli congeda il pubblico. Grandi applausi, una signora dietro di me a voce lanciata dice “evviva il Teatro!” Ho decisamente assistito a uno spettacolo più che contemporaneo, e non ci dovrebbe essere distinzione tra quello che chiamano “teatro contemporaneo” e l’altro teatro. Se il Teatro è ben fatto è nell’oggi, è sempre contemporaneo. Ma il discorso sarebbe lungo, quindi torno a parlare della Pianessa.
Il titolo mi ha sedotta come tutta la scrittura altissima Savinio. Che voglia di cimentarmi in uno dei suoi testi così poco o niente rappresentati! Lei Lucia che non è attrice solamente, lei artista, lo ha fatto. La conobbi quasi 25 anni fa, (sono stata sua allieva) non è cambiata per niente. Un magma di intelligenza e furore. Accanto a lei c’era il Maestro Marco Scolastra sapientemente perfetto nel suonare il ‘900 (non è così scontato trovarne). Satie, Savinio stesso, perfino Cage ha risuonato, tra la bellezza del linguaggio di un autore, pittore, musicista, scenografo e non solo, un uomo devoto all’Arte tutta. Nel ’33 suo fratello Giorgio De Chirico compone la scenografia dei Puritani alla prima edizione del Maggio Fiorentino, (tutto in bianco e nero) qualche anno dopo sempre per il Maggio, Alberto nel ’52, crea scene e costumi per una celebre Armida con Maria Callas. Ogni gesto creativo era per approfondire qualcosa, creare bellezza. Morirà nello stesso anno, ma in realtà nessun vero artista potrà mai davvero morire.
Io come essere umano e come artista, spero vivamente che tra direi cinque anni, tutte le generazioni scoprano di essere gli scenografi, gli autori, e gli architetti delle loro proprie effimere esistenze, scoprano il nitido piacere della pura, leggera, intensa, durevole bellezza.
Teatro Quirino
22.23 ottobre
LUCIA POLI
LA PIANESSA
omaggio ad Alberto Savinio
con MARCO SCOLASTRA al pianoforte
consulenza di Alessandro Tinterri
testi Alberto Savinio
musiche Savinio, Rossini, Mozart, Satie, Cage, Paderewski, Chopin, Schumann