Ricordi onirici e realtà: ‘Lei mi parla ancora’ di Pupi Avati al BCT – Benevento cinema e tv
@ Marco D’Alessio (27-06-2021)
In una camera giacciono a letto Nino e Rina, un’anziana coppia di coniugi. È una scena notturna in cui i protagonisti sussurrano poche frasi a fatica, intrise di malinconia perché la vita di lei sta volgendo alla fine, ma l’uomo le rammenta le parole scritte in una lettera d’amore consegnatagli il giorno del matrimonio in cui Nina dice che il loro amore è immortale.
La donna muore, ma Nino si rifugia nel mondo onirico del ricordo, tornando indietro nel tempo, attraverso vivide immagini ricche di particolari. Ripercorre con la mente il loro primo incontro da giovani quando dovette cercarla perché lei aveva preso per errore alcuni suoi libri all’università; i primi balli insieme; l’idea di sposarsi nonostante il padre di lei non volesse ecc.
Questi flashback suggeriscono alla figlia della coppia, editrice, di ingaggiare uno scrittore affinché la storia di suo padre, ricca e densa di dettagli ed episodi, diventi un libro. Inoltre, si tratta un pretesto per tentare di sottrarre il padre alla dimensione onirica in cui si è trincerato.
L’incontro tra l’anziano farmacista e il ghostwriter, Amicangelo, un autore che sta tentando di pubblicare un romanzo in prima persona, non è dei migliori: il primo accoglie con freddezza l’autore, ed appare evidentemente seccato, il secondo accetta solo per necessità e con la speranza che la figlia del protagonista accetti di occuparsi del suo libro. Dopo i primi fraintendimenti, la conoscenza tra i due uomini diventa un viaggio alla scoperta dell’altro: lo scrittore attraverso gli aneddoti di Nino scopre di possedere una sensibilità che fino ad allora gli era rimasta ignota e attraverso questa nuova capacità percettiva riannoda il rapporto con la figlia.
Il film ha come perno centrale il tema dell’incontro: il primo tra Nino e Caterina, il secondo tra Nino e il ghostwriter. Le due vicende scorrono su binari paralleli, l’uno nel passato, l’altro nel presente, collegati tuttavia dalla narrazione trasfigurata dell’anziano protagonista. Nella fusione dei piani temporali lo spettatore perde la cognizione di ciò che era e di ciò che è.
Il fulcro delle vicende è la casa di famiglia, paragonabile a un forziere ricco di ricordi accumulati sia nella mente del farmacista sia materialmente nell’abitazione stessa, piena di oggetti d’antiquariato, opere d’arte ecc. che simboleggiano il lungo cammino comune della coppia.
Le immagini, anche quelle relative al passato, sono vivide e dai colori sgargianti, quasi a voler rappresentare l’entusiasmo e la gioia che l’atto del ricordare procura a Nino. Allo stesso tempo questa scelta di Pupi Avati, cui è stato assegnato il Premio BCT alla carriera, esprime la volontà di dare concretezza alla condizione interiore umbratile del protagonista, che sente come immortale l’amore per sua moglie e grazie a questa convinzione riesce a ricongiungersi con lei in una dimensione di eternità.