La sera della prima
SCENE DA UN MATRICIDIO
“Cronica” di Nino Romeo, con Angelo Tosto (nella foto), di scena al Teatro del Canovaccio di Catania
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Una stagione teatrale ricca e intensa quella che il Gruppo Iarba propone ad una Catania assonnata e devastata dall’ignavia, dalle pastoie politico-burocratiche, dai provincialismi, dal gusto demodè e da un dinamismo solo apparente. Il ritorno alla città natale di Nino Romeo nel 2015 ha visto lo scrittore- regista-drammaturgo- attore e l’attrice Graziana Maniscalco, sua compagna di lavoro e di vita, impegnati e seguitissimi in una fitta serie di appuntamenti da “In Petra” a “ Fatto in casa”, alla novità “! Cucì…Cucì !”, al progetto- lettura dei primi due dei venti canti della “ Carestia” di Domenico Tempio.
Al Teatro del Canovaccio, quinto appuntamento del progetto Iarba, il 7 Aprile è andata in scena la Prima di “ Cronica”, scritto da Nino Romeo nel 1985 e rappresentato nel 1986 dallo stesso Romeo in Italia per due stagioni consecutive. Ripreso a Catania nella Camera Teatro Studio, sede del Gruppo Iarba, e interpretato da Fiorenzo Fiorito, ritorna e viene riproposto nel 2016 in una nuova versione.
L’opera, originale e policentrica, vede in scena, unico interprete di sette personaggi che si alternano in successivi quadri, Angelo Tosto, attore versatile e poliedrico, flessibile e fine modulatore dei vari registri di questo “ cannibalismo urbano” di cui trasuda il racconto, in chiave tragi-comica, di una trucida e macabra, nonché pietosa vicenda di un caso umano assurto a fatto di cronaca per la sua sconvolgente connotazione: matricidio. Il matricida, Filippo, un ventiseienne mentalmente debole, non rivela il misfatto avvenuto in casa e veglierà la morta per quaranta giorni, fino a quando il fetore proveniente dall’appartamento svelerà l’orrore e lo squallore della vicenda.
Un sarto-muratore, nell’interpretazione complessa di un teatro nel teatro, il commissario di polizia, una vicina di casa della vittima, un carabiniere, il prete, il fratello dell’omicida, un barbone, colti in un momento di quotidianità, sono i crudeli e indifferenti portatori dei frammenti di questa cruda storia che si compone davanti agli occhi dello spettatore, lasciando comunque l’inquietante sensazione che manchi qualcosa per essere compiuta.
Il dramma dell’assassinio ironicamente echeggia tra le righe di una narrazione dove si intrecciano accenti siculi, napoletani, dell’Italia del Nord, in una sorta di slang metropolitano in cui irrompe il quotidiano, immiserendo la connotazione tragica del racconto, con risultati comici per contrasto, sicchè lo stupore orrorifico per siffatto crimine cede il passo alla prosaicità di una limonata, della spesa dal salumiere.
Scandita da esilaranti canzoni popolari, dalle variazioni sapienti delle luci e dai cambiamenti dei costumi, la dinamica ed efficace successione dei quadri, elemento pressochè costante nella drammaturgia di Romeo, impone un ritmo fluido ed intermittente al tempo stesso, delineando con sottile ironia un percorso che allontana dal giudizio morale e dal naturale desiderio di comprensione. Emerge sul Tutto l’inesplicabilità dei comportamenti umani che possono solo essere visti in imperfette sfaccettature, e dove la pietà per chi cade finisce per essere l’unica posizione possibile, in una condizione esistenziale che tutti ci accomuna
La mente umana è un filo di capello… dirà uno dei personaggi.
Un fatto di sangue della cronaca locale assurge così a dimensione universale, in una inquietante riflessione filosofica sulla vita e sulla morte, acrobaticamente sospesi sulla drammatica precarietà dell’esistenza.
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Cronica
di Nino Romeo
Con Angelo Tosto Regia, scena e luci di Nino Romeo Selezioni musicali e sonore di Giuseppe Romeo
Assistenti alla regia : Alessandra Garofalo, Gabriele Pizzuto
Al Teatro del Canovaccio di Catania