Conca, nobildonna siciliana di fine ‘800, ribelle e reietta ne “La malaeredità”, ultimo romanzo di Maribella Piana. Intervista con l’autrice a un anno dalla pubblicazione
@ Anna Di Mauro (06-03-2021)
La nostra briosa scrittrice catanese è assurta alla cronaca letteraria nel 2013, presentando a Masterpiece, il primo talent show letterario di Rai 3, “I ragazzi della piazza”, il suo romanzo di esordio, che fu in quell’occasione pubblicato da Bompiani, cui seguirono “Cielomare e “Emma”; tre romanzi di formazione. Dopo due anni di alacre lavoro, Maribella Piana è approdata al romanzo storico, completando la sua ultima fatica un anno fa, esattamente il 25 Febbraio, all’inizio del 2020 e del famigerato lockdown.
“La malaeredità”, è una storia vera ambientata nella Sicilia dei Gattopardi, dalle imprese garibaldine alla prima guerra mondiale, in un momento storico di grandi cambiamenti. Attraverso il rinvenimento fortuito di un epistolario familiare che le ha dato l’input per ricostruire le dolorose vicende della protagonista, la ribelle Concettina detta Conca, bisnonna dell’autrice, la Piana ha approfondito i dettagli della negletta vicenda, con rigore filologico e accurata introspezione psicologica, in un linguaggio letterario forbito ed elegante, sulla scia della tradizione letteraria classica.
Ne abbiamo parlato con l’autrice in una breve e intensa conversazione in mascherina e in open space.
A un anno dalla pubblicazione del suo ultimo libro, potrebbe illustrarcene l’itinerario inconsueto, causato dalle misure restrittive antiCovid?
All’inizio ero molto felice. Finalmente il mio libro, dopo una lunga gestazione, veniva pubblicato! Poi pian piano nel giro di due settimane il Coronavirus aveva finito per paralizzare ogni contatto. E’ stato terribile. Per due mesi piangevo sulla mia creatura, morta ancora prima di nascere. Nessuna presentazione ufficiale, nessuna possibilità di incontrare i potenziali lettori. Uno smacco. Per disperazione, gradualmente ho iniziato a presentarla sui social, sui canali di informazione praticabili, ottenendo un’attenzione e un apprezzamento dei lettori che, grazie alle misure restrittive hanno intensificato il piacere della lettura, consigliando libri, postando letture, in un magico passaparola che ha raggiunto luoghi insospettabili. Paradossali vantaggi del Covid…In estate, quando le maglie si sono allentate, sono anche riuscita a fare un paio di presentazioni ufficiali. Incoraggiata dai risultati ho aumentato gli interventi, le brevi presentazioni, le interviste, riscontrando un insperato successo.
La sua opera, esattamente come la sua protagonista, si è ribellata alla dura realtà del lockdown, trovando vie trasversali per farsi conoscere nonostante tutto! Il suo libro dunque ha camminato con le sue gambe per un anno, trovando i suoi lettori ed estimatori anche tra i giovani. Dal suo punto di vista l’ambientazione storica potrebbe avere giocato un ruolo? O ritiene che ci siano altri ingredienti accattivanti che hanno decretato il successo del suo romanzo-verità, nonostante la chiusura della vita culturale del paese?
L’ambientazione nel passato potrebbe essere affascinante per gli amanti del genere, ma non è questa secondo me la ragione del gradimento anche da parte dei giovani. Penso che abbiano giocato un ruolo due fattori. In primis l’assoluta contemporaneità dell’analisi psicologica dei personaggi/archetipi, come la fanciulla ingenua, romantica, ribelle a un matrimonio combinato; la suocera invidiosa, triste e trista; il giovane innamorato infelice che non si dichiara; l’anomalia del figlio della protagonista, il tanto atteso maschio dopo tre femmine, rivelatosi anche lui un diverso perchè omosessuale…ma ritengo che abbia avuto anche il suo peso non trascurabile la cura e l’attenzione amorosa per la nostra bella lingua maltrattata, l’uso di un italiano colto classico che coltivo con passione.
Non trascurerei anche il fatto che sia una storia vera…Le storie vere hanno un loro fascino aggiunto.
In effetti io per prima sono rimasta affascinata dalle lettere ritrovate. Infatti ho voluto inserirle nel romanzo come preziosa testimonianza della veridicità dei fatti narrati. Un giornalista ha riconosciuto il valore di questa documentazione che ha dato uno spessore e una diversa prospettiva a una storia che ha trovato una forte incisività nella sua vita reale. Sì, ho voluto accendere una lampadina su questo personaggio realmente vissuto rimosso dalla memoria familiare. Ho indagato nelle pieghe di questa triste vicenda della condizione femminile, cercando le ragioni di una scelta sepolta nel segreto di una stirpe altolocata.

Queste lettere hanno acceso la sua sensibilità, la sua curiosità, la sua partecipazione emotiva, l’interesse e l’attenzione per una donna del secolo scorso, la sua ava, che attraverso la disperata ricerca dell’amore, ha operato una scelta contro corrente, pagando amaramente il prezzo del suo gesto di rivolta. Conca si può considerare una femminista istintiva ante litteram che per amore ha infranto le ferree regole della vita sociale del passato?
Non so se si può parlare di femminismo in una scelta istintiva dettata dal sentimento più che da una presa di coscienza. Certamente Concettina è una vittima che ha voluto ribellarsi alle regole. Questa mancanza di libertà delle scelte sentimentali comunque riguardava tutte le donne, di qualsiasi strato sociale. Ribelle e dunque reietta per la sua condotta scandalosa, sia dalla sua famiglia che dalla nobiltà, che l’accusava di avere dato scandalo, avendo abbandonato il tetto coniugale per vivere con l’amante, sia dal popolino che le rimproverava l’abbandono dei figli, la povera Conca ha pagato con la solitudine e l’emarginazione. Pensi che ho trovato una fotografia di gruppo dove il suo volto era stato oscurato con l’inchiostro…Cancellata come vergogna della famiglia.
Qual è il suo sentimento come discendente e come donna nei confronti di questo personaggio a cui ha dato luce e voce?
Amore, tenerezza, ma anche dispiacere e rabbia per essersi inflitta un così triste destino. Io ho cercato di scoprire e comprendere le ragioni della sua scelta perché sento che oggi più che mai mi interessano le vite passate. Un’indagine introspettiva su ciò che è accaduto mi affascina oltremodo, mentre mi entusiasma creativamente ricostruire con un’attenta analisi gli oscuri elementi di una storia del passato su cui indagare, ipotizzare.
I suoi lettori preferiti sono i giovani. Lo ha dichiarato in una precedente intervista sul suo primo libro “I ragazzi della piazza”. Perché?
Perché i giovani sono pericolosi…e affascinanti. Puri, idealisti, ma cinici, quindi potenti, ma anche fragili. Hanno bisogno di riflettere, di conoscere, di capire.
Un’ultima domanda prima di congedarci. Bufalino definiva la scrittura un atto di memoria e di speranza. Con il suo libro quale memoria e quale speranza ha voluto consegnarci?
Ho voluto recuperare e dare valore alla memoria di Conca, vilipesa e bistrattata, e contemporaneamente alla Belle Epoque, un periodo straordinario che volevo far rivivere proprio nella mia terra d’origine, in linea con la mia già dichiarata passione per il passato.
La speranza di questo libro è che nessuna vita vada vissuta invano, che anche coloro che sono stati condannati, che hanno errato, che gli “errori” del passato insomma, possano insegnarci qualcosa per vivere meglio il nostro tempo.
“ LA MALAEREDITA’ ” di Maribella Piana
Armando Curcio Editore
€ 14.90