Enzo NATTA- Cinelibri (segnazioni di luglio)

 

 

Scaffale


CINELIBRI

Segnalazioni di luglio

 

Claudio Bertieri: “Comic Show – Fumetti & Spettacolo” (Fondazione Mario Novaro – Le Mani. Recco-Genova, 2012. Pagg. 247. € 25,00)

Cinema e fumetto nascono assieme. Yellow Kid, il primo eroe di carta, è coetaneo dell’invenzione dei fratelli Lumière, separato soltanto dall’Atlantico ma con una specificità di linguaggio del tutto simile: inquadratura e montaggio. Proprio come la scrittura del cinema.

Tra i fondatori del Salone di Lucca, Claudio Bertieri svolge una trentennale attività critica di ricerca e documentazione sul fumetto, ma nel contempo è da sempre impegnato a cogliere e a studiare i rapporti fra le “strisce disegnate” e gli altri media: cinema, televisione, radio, teatro, arti figurative. Il risultato è questo straordinario volume, opera certosina, minuziosa, vero e proprio censimento cronologico del fumetto convertito in spettacolo, che ha raccolto un materiale tanto raro quanto prezioso, catalogato e analizzato a fondo, senza trascurare di illustrarlo nei minimi particolari con una documentazione di prim’ordine (la densa e brillante parte visual è di Marco Vimercati), così folta e di qualità da rappresentare un’opera nell’opera.

Enrico Lucherini: “Purché se ne parli – Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano” (Palombi Editori. Roma, 2012. Pagg. 259. s.i.p.)

Un testo fondamentale: per chi aspira a diventare un press-agent, per lo storico del cinema, per lo studioso del costume, per il sociologo che si interroga sui miti della modernità. Ma soprattutto per chi intende soffermarsi sul ritratto anticonformista e fuori dal coro che con uno spiccato senso di genio e sregolatezza ha contribuito a costruire un immaginario collettivo innervato nelle mode del tempo. Ogni film ha la sua storia, la strategia che ne ha accompagnato il lancio e la campagna di promozione pubblicitaria. Ogni film è accompagnato da foto, locandine, flani, manifesti a bizzeffe che ne compongono il variopinto apparato scenografico, puntualmente scortato da un colonnino che, come un diario di bordo, ne svela e commenta i retroscena .

 

Franco Ferrini: “C’era una volta il cinema” (Gremese. Roma, 2013. Pagg. 238. € 15,00)

Primancora che sceneggiatore (C’era una volta in America di Sergio Leone, Acqua e sapone di Carlo Verdone, La cicala di Alberto Lattuada, Phenomena di Dario Argento) e regista (Caramelle da uno sconosciuto), Franco Ferrini è un fine scrittore, di quelli vecchio stampo, che sanno tramutare le parole in musica e che sanno sedurre attraverso una prosa che affascina e incanta. Prova ne sia C’era una volta il cinema, storia di set e di “red carpet”, di festival e anteprime riproposti con dovizia di aneddoti sbirciando fra le quinte. Il tutto in un collage da terza pagina, con medaglioni di attori ed elzeviri che ben figurerebbero in un’antologia. Come il ritratto (commovente) dedicato a Mario Brega o “La squaw bianca” (con il Gatto e la Volpe, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi che, scettici come erano, commentano Balla coi lupi con pungente ironia).

Mino Argentieri – Ansano Giannarelli: “Resistenza -Una nazione che risorge” (Città del Sole. Reggio Calabria, 2012. Pagg. 259. € 20,00)

Nel 1976 Ansano Giannarelli aveva diretto Resistenza: una nazione che risorge, film-documentario di argomento politico e sociale che riprendeva un tema di estremo interesse attraverso il motivo dell’identità storica in un periodo caratterizzato dalla confusione ideologica degli anni di piombo. In questo libro, scritto a quattro mani con Mino Argentieri, quegli stessi materiali rivivono in forma cartacea e si ampliano dando vita a un approfondito dibattito sulla lotta di liberazione, sulle manifestazioni che l’hanno accompagnata, sulle deviazioni che l’hanno svilita, sull’oblio che ha cercato di seppellirla. In questo intreccio fra scrittura e cinema un particolare valore acquistano le interviste con i protagonisti di quell’epopea che dal film-documentario rimbalzano nel libro in questione. E che interviste. Fra gli altri con Giorgio Amendola, Ugo La Malfa, Umberto Terracini, Luigi Longo, Ferruccio Parri, Giancarlo Pajetta, Leo Valiani.

 

“Istantanee sul cinema italiano – Film, volti, idee del nuovo millennio” a cura di Franco Montini e Vito Zagarrio (Rubbettino.  Soveria Mannelli-Catanzaro, 2012. Pagg. 229. € 14,00)

Parlare del cinema italiano, a tutto tondo e con equilibrio, in piena fase di un complesso cambiamento epocale e per giunta indagando su uno status dove il rapido mutar di rotta si scontra con l’ossessiva riproposizione di situazioni sempre identiche, non è cosa da poco. Lo hanno fatto Franco Montini e Vito Zagarrio sezionando la materia nei diversi aspetti settoriali e coordinando numerosi interventi di critici, studiosi e docenti universitari che si sono soffermati sull’identità del nostro cinema esaminandone la politica economica di sostegno, il contesto produttivo, i generi in voga, le tendenze, gli autori, gli attori, lo stato di salute del documentario. Il risultato è un quadro analitico approfondito, esauriente, che attraverso una serie di linee-guida consente di accedere a un terreno di confronto  che potrebbe fungere da punto di partenza per                                                                                                                                                                                                                                                    futuri progetti e nuovi modelli.

 

Barbara Corsi: “Produzione e produttori” (Il Castoro, Milano, 2012. Pagg. 134. € 15,50)

Una storia del cinema italiano dal punto di vista di chi manovra la nave, il punto di vista  del “mogul”, del “tycoon”, ovvero del produttore.

Barbara Corsi insegna Economia dello spettacolo all’Università di Padova, disciplina che le consente di ricostruire al meglio il tracciato dei modelli della produzione nazionale dalle origini a oggi attraverso le vicende che ne hanno caratterizzato la politica imprenditoriale, dall’ingresso sui mercati esteri al rapporto con il cinema d’autore e la tv. Fasi segnate da risultati alterni (l’artigianato creativo, i successi internazionali, la doppia crisi congiunturale e strutturale), che si sono succedute nel corso degli anni e che proprio nella loro contraddittoria difformità  forniscono un quadro d’assieme esaustivo e illuminante.

 

Paolo Cherchi Usai: “La storia del cinema in 1000 parole” (Il Castoro. Milano, 2012. Pagg. 80. € 15,50)

Un viaggio a ritroso nel cinema, con tutti i passaggi più significativi, le svolte epocali, le grandi mutazioni dell’immaginario collettivo e della fabbrica dei sogni. Si parte dall’oggi (Avatar, la fine della pellicola, il digitale) per arrivare ai fratelli Lumière, mille parole esatte per tornare alle origini attraverso 120 fotogrammi, 120 film che fissano una storia del cinema tramite la suggestiva proposta di una visione-revisione a volo d’uccello.

 

Alessio Accardo – Chiara Giacobelli – Federico Govoni: “Furio Scarpelli” (Le Mani. Recco-Genova, 2012. Pagg. 348. € 20,00)

La commedia all’italiana, indagata e riproposta attraverso la storia, le esperienze, il lavoro di uno dei suoi più attivi protagonisti, accompagnati dalle numerose testimonianze di chi lo praticò assiduamente e lo conobbe a fondo. Il ricordo del padre, l’infanzia, la gavetta e la formazione nei giornali umoristici, la scoperta del cinema attraverso la sceneggiatura, l’incontro con Age, il suo “gemello”, le interviste e le dichiarazioni di autori, attori, sceneggiatori, critici e operatori culturali che l’hanno frequentato. Il libro di Accardo (già autore di Age e Scarpelli-La storia si fa commedia), Giacobelli e Govoni è “tutto da leggere” perché non c’è una pagina in cui non si scopra qualcosa di nuovo su questo solare protagonista del nostro cinema. Con prefazione di Ettore Scola.

 

Carlo Macchitella: “I mille volti del sogno” (Marsilio. Venezia, 2012. Pagg. 254. € 18,00)

“La mia vita nel mondo del cinema da spettatore a produttore” recita il sottotitolo. L’autobiografia si fa storia e consente di tracciare il percorso lungo il quale si snoda un racconto fatto di ricordi (ovviamente), ma anche di sensazioni postume, considerazioni, rivisitazioni, note e appunti ingialliti, che, ritrovati, contribuiscono a lastricare di certezze un cammino denso di fatti, ricco di esperienze, intessuto di passione e di vicende politiche che consentono di muoversi fra autori di prestigio, generi (la commedia, i biopic, la fiction), rapporti fra grande e piccolo schermo, disseminando una preziosa segnaletica lungo il suo percorso.

 

Claudio Gaetani: “Germania/Israele” (Le Mani. Recco-Genova, 2012. pagg. 382. € 18,00)

Il “paese dei carnefici” (la Germania) e quello delle “vittime” (Israele). Sbrigativamente identificati in queste categorie, Germania e Israele hanno dovuto spesso confrontarsi con la tragedia della Shoah per definire e classificare la propria identità nazionale. Ma l’accostamento non è così semplice e neppure tanto scontato. A questo punto, in quello che è diventato un vero e proprio genere, Claudio Gaetani si mette alla ricerca di quale ruolo abbia svolto la rappresentazione filmica della tragedia nello sviluppo di queste due identità nazionali. In altre parole, quale eredità, tramite il lascito cinematografico, abbia lasciato a tedeschi e israeliani. Domanda che si riallaccia e approfondisce quanto scritto da Pierre Sorlin nella prefazione.

 

Stephen Rebello: “Hitchcock – L’incredibile e storia di Psycho” (Il Castoro. Milano, 2013. Pagg. 315. € 16,00)

Di sicuro quel che è successo dietro le quinte è stato più interessante del film, disse Hitchcock a proposito di Psycho. Tanto è bastato perché Stephen Rebello si  mettesse alla ricerca di quanto era successo per poi ricucire il tutto in un unico ordito: inconvenienti, sorprese, dissapori, pettegolezzi, contrattempi. Una trama straordinaria. Da cui Sacha Gervasi ha tratto l’omonimo film interpretato da Anthony Hopkins, Helen Mirren e Scarlett Johansson.  Ritenuto una “mission impossible” dalla produzione, Psycho è stato via via rifiutato, rimesso in pista, bersagliato da una censura miope e facilmente raggirata. La sua storia  è quella di un diario di bordo trasformato in appassionante romanzo.

 

Adriano Piccardi: “Clint Eastwood” (Le Mani. Recco-Genova, 2012. Pagg. 201. € 16,00)

Di Clint Eastwood non si finirebbe mai di parlare scoprendo sempre qualcosa di nuovo. Da questa premessa parte Adriano Piccardi  mettendosi sulle tracce di alcuni temi ricorrenti nella filmografia di Clint Eastwood. Una ricognizione trasversale che consente di far emergere motivi e risvolti della sua opera (tanto come regista quanto come interprete) che se sulle prime possono sembrare insoliti, a una lettura più attenta e trasparente si avvertono come abituali. Ma che, soprattutto, lo fanno sentire ancor più vicino di quanto già sia.

 

Sara Pesce: “Laurence Olivier” (Le Mani. Recco-Genova, 2012. Pagg. 181. € 16,00)

Gigante del palcoscenico e dello schermo, figura di rilievo che a qualsiasi tipo di spettacolo ha sempre risposto con un tocco squisitamente culturale, divo, star idolatrata dalle folle di mezzo mondo, Laurence Olivier si è calato in ogni forma di stili e modelli lasciando in ognuna di questi un’impronta indelebile.

Questo studio di Sara Pesce ripercorre la sua lunga e poliforme carriera scandagliandone in profondità la tipologia della formazione e i momenti dell’affermazione, l’esperienza hollywoodiana, il confronto con Shakespeare e le molteplici interpretazioni del Bardo, il trionfo di una recitazione sempre orientata al rigore del classico. Esempio per intere generazioni di attori.