Un Mito è per sempre. “Al passo coi Templi – Il Risveglio degli dei”
Loredana Pitino (12-10-2020)
Catania, Teatro Romano – Che cosa si definisce classico? Qual è oggi il valore di un classico? Ha ancora attualità la mitologia? Una società come quella occidentale, che si è già fondata e rifondata tante volte, ha ancora bisogno di ricorrere a quei miti fondativi che sono stati alla base della civiltà ellenica? In poche parole si può progettare e realizzare uno spettacolo centrato sul racconto dei miti, quelli più conosciuti e narrati nei tempi in tante forme? Si può fruire dei classici in tanti modi; si può leggere per curiosità un’opera di Esiodo o un brano di Omero, si può tradurre o analizzare filologicamente o accademicamente; si può andare a teatro e godere di una rappresentazione di Eschilo o Sofocle.
Ma si può anche godere di una fruizione diversa, apparentemente più leggera e gradevole, in forma di musical che racconti tanti miti, di dei, eroi ed eroine della mitologia classica. E’ quanto è successo in questa estate e in questo primo autunno in Sicilia con lo spettacolo “Al Passo coi templi – Il risveglio degli dei”, andato in scena a Taormina (all’alba), alla Valle dei Templi di Agrigento, a Siracusa e al Teatro Romano di Catania, nell’ambito della manifestazione Teatri di Pietra. Il creatore di questo spettacolo musicale è un giovane regista e autore, Marco Savatteri che a soli 18 anni, ha scritto il primo adattamento in italiano del musical “Evita” di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, nel 2018 ha diretto l’evento teatrale “Hadrianus Imperator” con Giancarlo Giannini al Palazzo Biscari di Catania; è stato autore di diversi musical tra cui “Cleopatra” (2007), fondatore e direttore della Casa del Musical dal 2012. Con gli studenti di un laboratorio teatrale ha elaborato adattamenti teatrali ispirati alle tragedie classiche, lavoro che è stato insignito dall’Inda con il premio “Cento Stelle”.
Forse da questo lavoro è nata l’ispirazione del musical e l’idea di portarlo in siti archeologici e teatri unici al mondo: luoghi in cui il Mito stesso si è generato millenni fa. Con gli interpreti della Casa del Musical, provenienti da tutta la Sicilia e non solo, Savatteri è riuscito a dimostrare che si possono produrre drammaturgie originali in grado di unire arte, passione, cultura e restituire la potenza del Mito e di tanti siti archeologici grazie al teatro e alle arti sceniche. Protagonisti del testo drammaturgico sono gli dei e gli eroi del mondo classico che riappaiono come statue tra gli uomini e prendono vita per confrontarsi con loro e trovare risposte alle tante domande che affliggono il nostro presente.
Al teatro greco-romano di Catania lo spettacolo si anima mentre il pubblico procede verso la cavea nel corridoio degli ambulacri, museo a cielo aperto di reperti archeologici testimonianza dell’antica grandezza economica e culturale della città, stratificata nei secoli. Lo spettatore viene accolto da attori, attrici e comparse che trasformano il sottopassaggio in una serie di piccole scene, nicchie di racconto e piccole pantomime con figurine esili e bianche come negli stucchi di Serpotta. Una galleria di dei ed eroi: Persefone, Medea, Antigone, dafne, Dioniso, Paride, Elena, Afrodite, Atena introducono verso il mondo leggendario del mithos.
Poi, la scena si anima sulla orchestra senza palco, senza pedana, direttamente sulla pietra bianca dove scorre ancora il fiume sotterraneo Amenano, in una sintesi perfetta di architettura e poesia. Qui, si esibiscono gli attori e i performer della Casa del Musical in danze, pose plastiche, pantomime e dialoghi, narrazioni e poesie.
Apre la scena Prometeo, colui che rubò il fuoco agli dei per farne dono agli uomini con una suggestiva coreografia acrobatica diretta da Turi Scandura. Dal punto più alto di quello che resta dell’antica skenè si affaccia Zeus (un potente e tuonante Silvio Laviano) e intima agli uomini il rispetto degli dei. Da questo momento si dipana un tessuto di rock e melodia che tocca gli eventi più noti della cultura classica: dalla guerra di Troia all’epopea di Ulisse, fino alla tragedia di Antigone e al più grande dei misteri, l’amore tra uomini e dei nel dolcissimo racconto di Apollo e Dafne. Una rappresentazione in cui coreografie di fuoco, danze tribali, balletti, pezzi lirici e brani originali si rincorrono, una sintesi equilibrata e sorprendente di citazioni dai classici della tragedia e dell’epica – si riconosce il Proemio dell’Iliade e poi Euripide delle Baccanti e delle Troiane, Ovidio e Virgilio – ma anche di autori contemporanei che hanno il mito nella ispirazione e nella creazione, come Costantino Kavafis e il filosofo Nietzsche e grandi musicisti come Hǟndel nella sua aria Lascia ch’io pianga la mia cruda sorte.
E’ come se Savatteri ci prendesse per mano con leggerezza e gioia e ci portasse a fare una passeggiata tra suggestioni note e meno note, non giustapposte ma organicamente tessute attraverso la musica, il canto e l’interpretazione. Risultato di grande effetto, come si addice al musical, dal sapore, a volte, disneyano.
Belli i costumi disegnati da Valentina Pollicino che giustificano e potenziano le coreografie di Gabriel Glorioso.Gli arrangiamenti corali sono di Ernesto Marciante e le orchestrazioni di Enrico Fallea. In scena più di trenta artisti: gli interpreti della Casa del Musical e del progetto Arché, il corso di formazione artistica promosso dal Consorzio Universitario di Agrigento, il soprano lirico Rossana Potenza, la cantante Antonella Anastasi e gli attori Silvio Laviano e Gianleo Licata.
Un prodotto di intrattenimento colto e gradevole, suggestivo e, anche, didattico, per dimostrare che un mito è per sempre.
Dopo Catania, lo spettacolo andrà in scena il 18 ottobre al Parco archeologico di Selinunte e il 24 ottobre alle Mura Timoleontee di Gela (Cl).