Lo spettatore accorto
SENZA …MISURA, IN MUSICAL NOIR
“Misura per misura” di Shakespeaare, regia di Nicola A. Orofino, Teatro del Canovaccio di Catania
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Una delle commedie meno rappresentate di Shakespeare, “ Misura per misura”, rivive sul palco del Teatro del Canovaccio, in una brillante regia di Nicola Alberto Orofino che ha sapientemente mescolato la parola del grande drammaturgo con coreografie coreutiche dai toni surreali, dall’intreccio dei quali si dipana a grandi linee una storia dove trovano posto, una accanto all’altra, lussuria e devozione, giustizia e sopruso, politica ed etica, dando vita ad una commedia che si muove sull’orlo del dramma, tanto da essere catalogata come Problem play, opera problematica, in quanto coesistono elementi di tragedia e commedia. Scritta nel 1603 e rappresentata nel 1604, in Italia, tradotta da Salvatore Quasimodo, venne rappresentata nel 1957/ 58 per la regia di Squarzina, con Enrico Maria Salerno
L’mpianto narrativo si basa su uno scambio di persona. Il Duca di Vienna, libidinoso e gaudente, senza misura, governa accanto ad una prostituta e ad Angelo, un prete integerrimo, oltre misura, dal quale si fa sostituire per una applicazione di leggi ormai ignorate , garanti di buoni e onesti costumi; così finge di partire, ma rimane a sorvegliare sotto mentite spoglie monacali sull’operato del suo sostituto.
L’applicazione rigorosa delle leggi da parte di Angelo colpisce Claudio che, avendo messo incinta la sua donna prima del matrimonio, viene imprigionato e condannato a morte, nonostante lui si dichiari pronto a sposare la ragazza gravida. Il prete vuole ifliggere una condanna esemplare che sia monito ai degradati costumi della città.
Intercede presso Angelo la sorella di Claudio, Isabella, giovane e fervente novizia, dagli ideali religiosi senza misura. Di lei si invaghisce il tuttaltro che integerrimo prete che le propone un turpe baratto: la verginità di Isabella per la testa di Claudio.
Da questa lacerazione lussuriosa nel tessuto di una religiosità etica e falsamente irreprensibile si dipana la matassa che conoscerà momenti di tensione irridente, a fronte di drammatici conflitti, creando un artato contrasto tra ciò che siamo e vogliamo e la realtà, irta di compromessi, scelte difficili, appagamenti impossibili. Nessun personaggio della commedia raggiunge, in definitiva, il suo obiettivo.
Il fallimento genera dolore e l’apparente lieto fine cela una delusione dell’anima e di vuoto attorno.
“ …Perchè col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati”. Frase del Vangelo che riecheggia nel testo, ma viene continuamente disattesa , generando un senso di frustrazione che si acuisce nel finale aperto, lasciandoci con una strisciante amarezza apparentemente allietata dalle note di canzoni e musiche di cui la pièce è costellata: un musical noir che ci cattura e ci diverte, mentre ci costringe a cercare ostinatamente una misura introvabile in una giustizia terrena impossibile.
La scena scarna e i costumi essenziali ci collocano davanti ad una affiatata performance di corpi in costante movimento, illuminati da un recitativo in cui la parola vibra creando il voluto scarto drammaturgico, efficace nel dare spessore e sostanza ad una riflessione necessaria.
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“Misura per misura” di W. Shakespeare
Spetaccolo autoprodotto. Adattamento e regia di Nicola Alberto Orofino Con Gianmarco Arcadipane, Tony Bellone, Francesco Bernava, Stefania Di Pietro, Carmen Panarello, Giovanni Santangelo, Alice Sgroi. Teatro del Canovaccio, Catania