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Sauro BORELLI- La memoria come vendetta (“Remember”, un film di Atom Egoyan)


Il mestiere del critico

 


LA MEMORIA COME VENDETTA

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“Remember” il nuovo film di Atom Egoyan

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Il tema della memoria è un elemento centrale nel cinema di Atom Egoyan, autore armeno-canadese (nato in Egitto nel 1960) già cimentatosi in una decina di film, tra i quali da ricordare Calendar (1993) e Ararat (2002) entrambi basati sulla ricostruzione del genocidio del popolo armeno ad opera dei turchi nazionalisti nella prima decade del Novecento. Da tempo divagante – lui medesimo e gran parte delle sue opere – tra la realtà anglosassone e quella specificamente cosmopolita, ora, nel suo nuovo film, intitolato sintomaticamente Remember, ritorna sui suoi passi allestendo un thrilling arieggiante Hitchcock ove, appunto, l’ossessione della memoria costituisce insieme il senso e l’impianto di un dramma per tanti versi originale, eccentrico.

Mobilitati per questa sua nuova fatica un trio di vecchie glorie del cinema internazionale – per l’esattezza: Christopher Plummer (nella foto in alto), Martin Landau, Bruno Ganz – ha imbastito una sceneggiatura rigidamente strutturata che vede in campo due anziani sopravvissuti ad Auschwitz, Zev (Plummer) e Max (Landau), l’uno bloccato su una sedie a rotelle ma lucidissimo, l’altro ancora prestante e, peraltro, destinato a breve ad una demenza senile. Entrambi ospiti in uno ospizio per clienti doviziosi i due, nei loro quotidiani conversari, mettono a punto un piano dettagliatissimo per realizzare – settant’anni dalla guerra e dalla loro personale tragedia culminata con lo sterminio ad opera dei nazisti delle loro famiglie – un esemplare vendetta contro l’autore di quel lontano crimine.

In particolare, Max, ben conscio che l’amico Zev non è in grado, dato la sua labile memoria, di mandare ad effetto il piano preordinato, prepara apposite lettere ove è tutto spiegato e organizzato ciò che l’amico dovrà eseguire per rintracciare ed eliminare l’odiato persecutore conosciuto ad Auschwitz.

Tra l’altro, Max coglie un momento particolare del disorientato Zev, cioè poco dopo la scomparsa della moglie dell’amico, l’amata Ruth. Un po’ avventurosamente Zev fugge dal confortevole ospizio e seguendo via via le istruzioni di Max si inoltra passando da un autobus ad un treno per i vari Stati dell’America del Nord. Incontrando nei luoghi più desolati relitti umani, già di origine tedesca e nazista che peraltro si palesano tutt’altro che il nemico nazista ricercato.

È proprio in questo girovagare confuso e irresoluto che il vecchio Zev, vanamente rincorso dal figlio in grande apprensione, si intriga catastroficamente con una realtà squallida popolata da povera gente ignorante e abbrutita che della guerra, del nazismo, dello sterminio degli ebrei non sa e non vuole sapere niente. Salvo un sordido personaggio di sceriffo di un isolato villaggio che, non solo vorrebbe rivivere i fasti e i nefasti del nazismo imperante, ma propone addirittura a Zev un mostruoso revival degli orrori del passato. Ed è così che l’anziano reduce del campo di concentramento si vede forzato quasi naturalmente ad uccidere l’infame nostalgico.

Il travagliato viaggio di Zev non si arresta, peraltro, dopo questo fattaccio. Inseguito dal figlio e dalla polizia dopo quel delitto, il vecchio ripiglia la sua caccia al criminale nazista indicatogli da Max. E passo passo sembra che finalmente il racconto trovi la sua prevedibile conclusione. Mica vero, invece. Con un colpo di teatro, in verità un po’ meccanico e molto improbabile (che qui non sveleremo per logico riserbo sull’esito del film), Remember approda a ben altro (e incongruo) epilogo. Film come si diceva, anch’esso ruotante intorno al tema della memoria – e di quella più straziante della Shoa – questo nuovo lungometraggio di Egoyan prospetta una vicenda che, pur arditamente complessa, si dipana con grande, austera dignità sullo schermo. In ispecie grazie alle prove superlative di Plummer e di Landau, nei ruoli dei due vegliardi colmi di rabbia e di dolore.