La saggezza di Hypnos. ‘Hypnerotomachia – Castrinovi’, ed. Babbomorto, con cinque incisioni di Michela Mascarucci
@ Antonella Falco (02-07-2020)
Sono passati 521 anni da quando Aldo Manuzio stampò, a Venezia, la prima copia dell’Hypnerotomachia Poliphili (letteralmente “combattimento amoroso di Polifilo in sogno”): era il dicembre del 1499 e quel testo è da molti bibliofili considerato come uno dei libri più belli di tutta la storia della stampa.
Opera anonima – da alcuni attribuita allo stesso tipografo Aldo Manuzio e da altri a Lorenzo de’ Medici o a Leon Battista Alberti (scomparsi però, rispettivamente, nel 1492 e nel 1472, ossia diversi anni prima della pubblicazione del testo), o a Giovanni Pico della Mirandola, o, come sembrerebbe suggerire l’acrostico formato dalle prime lettere di ciascuno dei 38 capitoli che lo compongono, a un “frate” Francesco Colonna, da alcuni identificato in un frate domenicano e da altri in un ricco principe romano probabilmente “frater” dell’Accademia di Pomponio Leto – il testo racconta di un sogno allegorico del protagonista Polifilo, sorta di viaggio iniziatico che ha per fulcro la ricerca della donna amata, ed è impreziosito da 169 pregiate xilografie che taluni ritengono frutto del lavoro del miniatore e cartografo Benedetto Bordon, mentre altri le attribuiscono ad Andrea Mantegna.
A oltre cinque secoli di distanza è uscita una preziosa plaquette che richiama nel titolo l’antico testo manuziano ma con una differenza sostanziale: la nuova Hypnerotomachia – Castrinovi, non Poliphili – contiene un messaggio che si pone esattamente agli antipodi di tanta, tantissima, letteratura amorosa: il messaggio, ovvero, che se un amore delude e fa soffrire è inutile continuare a struggersi, tanto più saggio è guardare avanti e cercare presto conforto in un nuovo e più appagante sentimento. Il savio consiglio («lestamente scordare ogni cosa / tra le braccia di altra dolce creatura») giunge in sogno, ispirato direttamente da Hypnos («venne Hypnos / e mi donò saggezza»). L’atavica lotta fra Hypnos ed Eros, l’hypnerotomachia appunto, perviene dunque a termine, risolvendosi a favore del Sonno e di una visione gioiosa della vita e dell’amore.
La plaquette, edita da Babbomorto, è corredata da cinque incisioni realizzate da Michela Mascarucci, giovane artista marchigiana diplomata all’Accademia di Belle Arti di Urbino, oggi responsabile della tipografia della Fondazione Il Bisonte, per lo studio dell’arte grafica, con sede a Firenze, dove si è specializzata nel 2018.
Le incisioni presenti nella plaquette fanno parte di un progetto più ampio che ne comprende un totale di dieci: quattro sugli elementi, tre sugli incensi e tre sull’energia. La simbologia attorno a cui ruotano le illustrazioni è quella arcaica della donna creatrice e elementale, si tratta quindi di simboli archetipici e armonici. Conseguentemente la figura di donna che la Mascarucci predilige rappresentare nelle proprie opere è quella della dea madre nelle sue varie sfaccettature, specie in quelle più legate a una componente sacra, mitologica e leggendaria.