Quando i pixel danno alla testa
@ Edoardo Fontana & Lucia Tempestini
I giornali pubblicano informazioni e hanno certamente il dovere di non mentire, così come di informare ma necessariamente hanno anche una impostazione che, al di là dell’etica, si basa sul pensiero dei collaboratori e su quello collettivo che viene generato da un pensiero comune, da un dibattito ininterrottamente aperto.
Questa premessa è dovuta se in un’improbabile deriva superomistica, una piccola, direi miserabile a questo punto, casa di distribuzione si permette di contestare le scelte di una testata indipendente, in nome di un dovere di informazione che oggi pare dimenticato dai più, pretendendo che «Scénario» si presti a fare, gratuitamente ça va sans dire, pubblicità a un progetto in evidente contrasto con la linea editoriale. Nello specifico, ma il concetto può essere applicato ogni volta che si presenti un caso simile, ci è stato chiesto di pubblicizzare una piattaforma programmatica di streaming. Sia bene inteso, nei confronti di una emergenziale situazione di disagio come quella causata dall’epidemia, abbiamo più volte segnalato iniziative che provassero a mitigare la difficoltà che teatro e cinema stavano e stanno affrontando, spesso lavorando in uno scenario avverso e solo per dare, coraggiosamente, continuità a un movimento sempre più depresso. Ben altro è favorire il lavoro sporco di chi, approfittando delle difficoltà di qualcuno e, ipotizziamo, di sovvenzioni pubbliche spese male, ci chieda di fare da spalla a un progetto di distribuzione digitale nel quale noi non crediamo. Accusandoci, per il nostro diniego, di essere partecipi dell’insostenibile messa in rianimazione di 500.000 persone. La cifra è interessante perché pone questo signore tra i numerosissimi esperti che ogni giorno ci appestano, mai parola è stata più adeguata al momento, con le loro previsioni e statistiche, e se si occupa di spettacolo questo non vuol dire che non possa, anche lui, dare i numeri. Oggi essere accusati di ‘miseria intellettiva’ perché non ci si adegua al pensiero comune è piuttosto scontato, meno lo è, la minaccia di essere esclusi (essere messi off-limits per la precisione, nelle parole del responsabile dell’agenzia) dalle loro proiezioni, che, insomma, per la pochezza del contenuto non causeranno di certo un terremoto nella nostra rivista e l’ancora più volgare minaccia di proporre una interdizione della nostra testata, mostrando il contenuto della risposta negativa.
Come è evidente da questo editoriale «Scénario» non teme il tentativo di intimidazione, però, senza chiedere una solidarietà che credo così banale da considerarsi scontata, valuterà se agire nei confronti del suo autore con il garante per la privacy in quanto apparirebbe evidente una violazione, dichiarata per di più, al D.lgs. 196/03 e al Regolamento UE 2016/679 in materia di protezione dei dati personali. Noi scriviamo di cinema e teatro e al cinema e a teatro ci andiamo perché lo consideriamo vitale, pagheremo il biglietto e continueremo ad usare la rivista per fare cultura nella certezza che nulla valga la libertà individuale.