Folle nottata a Brooklyn. ‘Arsenico e vecchi merletti’, con Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri, alla Pergola di Firenze

Folle nottata a Brooklyn. ‘Arsenico e vecchi merletti’, con Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri, alla Pergola di Firenze

@ Raffaella De Biasi & Lucia Tempestini

Firenze – Una notte nel cuore di Brooklyn – dentro un’antica casa abitata dalle Signorine Brewster – le care vecchie suppellettili, le stanze, i rituali dell’accudimento vezzoso, rivelano all’improvviso un lato ironico e sinistro, una vena di metodica follia che rovescia i segni del mondo domestico fino ad allora conosciuto da Mortimer, nipote di Abby e Martha e critico teatrale suo malgrado, un Paolo Romano che regge il confronto con Cary Grant.

Due anziane, premurose farfalline in abitini ammodo ornati di colletti bianchi di pizzo – Abby (Giulia Lazzarini) soave streghina dai gesti fragili che evocano sortilegi tracciati nell’aria, e Martha (Anna Maria Guarnieri) puntuta e raziocinante pianificatrice di strategie, entrambe impaurite dall’immoralismo dilagante – spinte dalla carità cristiana decidono di liberare i loro ‘Signori’, uomini di mezz’età afflitti e raminghi rimasti senza famiglia, dal pesante fardello dell’esistenza terrena, per poi seppellirli in cantina nel Canale di Panama scavato dal solerte Teddy. Basta pochissimo, un bicchierino di rosolio fatto in casa, colorato di rosso con il ribes raccolto in prossimità del cimitero e offerto con un sorriso di infinita delicatezza e compassione. Il liquore d’altri tempi è, per così dire, potenziato da alcuni additivi: una dose di arsenico, un pizzico di stricnina e un’ombra di cianuro. Gli aspiranti inquilini non hanno neppure il tempo di concludere la frase davvero delizioso, pronunciata con espressione estatica.

Ed è soltanto l’inizio. La regia scatenata di Geppy Gleijeses, dai tempi perfetti, citando luci e penombre del cinema espressionista innesca un perpetuum mobile di figure e situazioni sull’orlo di un’inverosimiglianza isterica e/o grottesca così avvincente da trasformarsi in possibile normalità quotidiana. Turbinano davanti ai nostri occhi il poliziotto di quartiere ossessionato dalle commedie gialle, il Pastore Harper e sua figlia Elaine, fidanzatina del critico controvoglia, Teddy – fratello di Mortimer – che incarna personaggi celebri della Storia come Theodore Roosevelt e il Generale Lee molestando i vicini con una tromba militare, e infine Jonathan, terzo nipote delle Signorine mostrificato dal suo complice, il tremulo chirurgo plastico Einstein. Questi due pericolosi assassini, braccati dalla polizia di tutti gli Stati, rappresentano un esilarante, cattivissimo virgolettato del genere horror allora agli albori.

Mortimer, sempre più disorientato dai corpi che appaiono e scompaiono nella cassapanca, dalle 12 buche dove Teddy ha occultato i signori nemici cadaveri e dall’atteggiamento delle incorreggibili ziette, decide di far ricadere la responsabilità delle dolci morti su Teddy e di internarlo in una clinica psichiatrica. Ma quando tutto sembra sul punto di rientrare nella normalità ecco che il puzzle si scombina di nuovo per l’arrivo del crudele Jonathan, la cui fisionomia è stata alterata dall’ultimo intervento di chirurgia estetica che lo ha reso simile alla Creatura di Frankenstein. Anche l’efferata coppia Jonathan/Einstein si porta appresso un cadavere, quello del Signor Spenalzo, e ambisce all’accogliente cantina delle Signorine.

Spaventato dalla follia dilagante dei familiari Mortimer decide di rinunciare al matrimonio, temendo di essere egli stesso afflitto da tare genetiche latenti, e cerca di allontanare Elaine, ma con un colpo di scena da romanzo d’appendice – ennesima, godibile citazione – Abby e Martha rivelano al nipote la sua vera origine: è il figlio illegittimo di una cameriera di casa Brewster. Mortimer esulta mentre Jonathan viene catturato e trascinato di peso in prigione. Il dr. Einstein riesce a fuggire e tutto è bene quel che finisce bene. Anzi no, la perfidia aggraziata del sottofinale sfida ogni convenzione.

Di incommensurabile finezza, un ricamo a piccolo punto, l’interpretazione di Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri. Ricorderemo per sempre i giochi di sguardi e i silenzi che non producono mai lo stesso suono, accompagnando la spassosa commedia di Kesselring fino alla soglia dell’arte.

 

Gitiesse Artisti Riuniti presenta
ANNA MARIA GUARNIERI   GIULIA LAZZARINI
ARSENICO E VECCHI MERLETTI
di Joseph Kesselring
traduzione di Masolino D’Amico
e con
MARIA ALBERTA NAVELLOMIMMO MIGNEMIPAOLO ROMANOLUIGI TABITA,
TARCISIO BRANCA
BRUNO CRUCITTIFRANCESCO GUZZO,
DANIELE BIAGINILORENZO VENTURINI

regia GEPPY GLEIJESES

scene Franco Velchi
costumi Chiara Donato
luci Luigi Ascione
musiche Matteo D’Amico