Lo spettatore accorto
DRAMMATURGIA DEGLI OPPOSTI
Gruppo IARBA Catania Produzione GRIA Teatro Teatro del Canovaccio di Catania presentano “Fatto in casa” di Nino Romeo. Con Graziana Maniscalco e Nino Romeo. Collaborazione scenografica: Gabriele Pizzuto. Prima rappresentazione: Roma, Metateatro 1993
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Accolta da una pletora di approvazioni da parte degli spettatori e della critica, che ne ha esaltato l’originalità narrativa, l’asciuttezza e accuratezza formale, l’esecuzione rigorosa, la raffinata interpretazione, “ Fatto in casa” è stata rappresentata in più di quattrocento teatri, scandalizzando ed entusiasmando, comunque scuotendo la dimensione e la coscienza percettiva tradizionale.
Un uomo e una donna in scena. Un letto e una sedia tradizionali, in legno, una bacinella bianca di ferro smaltato, racchiusi da un suggestivo cerchio di lumi, evocativi di veglie funebri.
In questo essenziale spazio si succedono, in un metaforico girotondo, sei scene in cui i due protagonisti durante una veglia funebre ruotano in ruoli diversi di coppia: Padre-figlia Madre- figlio, Amanti. Desideri e segreti inconfessabili si snodano in un dialogo serrato tra la viva e il morto e viceversa: i due vivo-morti si avvicendano, si fronteggiano, si dilaniano, si vogliono e si negano, nell’eterna lotta tra il maschio, qui debole e vinto, e la femmina: giocano una danza estrema il cui unico argomento è il sesso, genitalizzato, veicolato da un linguaggio brutale, sboccato e irridente, in contrasto con la sacralità rituale della morte a cui siamo abituati.
Qui i morti parlano e vogliono fare sesso con i vivi e viceversa, in uno scabro, sonoro, dialetto catanese, modulato, a tratti lirico e poetico, accompagnato da gestualità del quotidiano amplificate da un intento ironico e iconoclastico, che “provoca” nello spettatore, irretito in un tessuto narrativo scandito come una partitura musicale, forti tensioni e inquietudini percettive.
Ogni particolare dell’opera ha ricevuto e chiede attenzione estrema, piena partecipazione.
Percepire è stare dentro la scatola magica insieme al suo ideatore: è l’obiettivo che si pone l’autore e interprete di queso straordinario testo, per il quale Romeo è stato allineato a Ruccello, Scaldati e alla migliore produzione del teatro di ricerca in dialetto.
Definibile come Drammaturgia degli Opposti, “Fatto in casa” propone una chiave di lettura della realtà in cui gli Opposti dialetticamente si contrappongono in un binomio indissolubile:
VITA-MORTE: La vita, eros primigenio senza morale e senza legge; la morte luogo della memoria e della scomoda e inconfessabile verità .
UOMO-DONNA : nella loro eterna, incessante guerra dei sessi complementari e contrapposti
BUIO -LUCE: i due elementi dialogano in un’ambiguità caravaggesca che copre e scopre, nasconde e rivela il dramma dell’esistenza. L’illuminotecnica, in questo come negli altri spettacoli del Gruppo IARBA, riveste un posto primario nella messinscena, coprotagonista essenziale di una drammaturgia volta ad un’estetica sostanziale, restituendo intatta l’intuizione del mistero dell’Essere in quanto essere, della psiche. In una messa a fuoco e in un gioco serrato di coperture e disvelamenti dei corpi, i due protagonisti-antagonisti ci precipitano in un Limbo che lo smarrimento nello spiazzante finale della misteriosa coppia, fuori dai ruoli tradizionali, rende ancor più vasto e indicibile.
La vocalità musicante di Graziana Maniscalco, capace di esplorare tutte le modulazioni di un dialetto che si fa canto, suggella e definisce il piano epico di questo imperdibile spettacolo.