Lo spettatore accorto
LA PULITRICE, IL BANCARIO E QUEL DIAVOLO D’UNA MUCCA
Scritto da Carlangelo Scillamà Chiarandà
con Ilaria Giambini, Daniela Benvenuti, Diego Nesta , regia di Nicola Caccavelli, aiuto regia Matteo Rosario Lombardi.
Sala Teatro gp2 Roma.
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Alla base di questo teatro di “impegno civile” vi sono valori morali “antisistema” finalizzati a disvelare i monopoli e la logica dell’usura illecita del profitto bancario. Il titolo di per sé sembra adatto per una favola contemporanea: “La pulitrice, da intendere come donna delle pulizie, il bancario promotore d’investimenti, e quel diavolo di una mucca come necessario allevamento da finanziare”. Tutto ciò lascia appena trasparire l’importanza dell’argomento trattato. L’autore Carlangelo Scillamà Chiarandà, in questo suo brillante testo teatrale, mette in evidenza una questione vitale riguardo la richiesta di un finanziamento.
Il gioco teatrale è condotto dalla donna addetta alle quotidiane pulizie dei locali della banca, mentre in sala d’attesa una giovane donna aspetta l’arrivo di un promotore finanziario che gli ha proposto di investire in titoli una piccola somma avuta dalla madre in eredità. La Pulitrice, mossa da solidarietà femminile, “attenziona” la ragazza dicendole di non farsi incantare da codesti colletti bianchi e anime nere che propongono come investimenti sicuri obbligazioni “spazzatura” col rischio di insolvenza.
All’arrivo del promoter che ha già provveduto a redigere i contratti da firmare, la ragazza, già allertata e spalleggiata dalla donna delle pulizie, comincia a chiedere delucidazioni al bancario su cosa le stia vendendo: “ obbligazioni a medio termine – dice il promoter – obbligazioni Sud-americani poco rischiosi che fanno al caso suo”… sentendosi proporre da costui esclusivamente – come se non esistesse altro – obbligazioni di aziende sudamericane “non quotate” e dunque non affidabili, scelte dal proprio sistema-trust d’affari Bancario.
A questo punto interviene la donna delle pulizie con un metaforico ragionamento di pulizia radicale del sistema bancario, esprimendo un suo parere, quello di aiutare un onesto allevatore di mucche nostrane romagnole, a cui la Banca ha negato un piccolo prestito, piuttosto che investire su un allevamento in Sud America. E qui in questa triangolazione di dubbi, di investimenti, di mucche nostrane, lo spettacolo ben interpretato da Ilaria Giambini, Daniela Benvenuti, Diego Nesta, provoca ilarità con momenti di ironia pungente.
La regia di Nicola Caccavelli cura le differenti fisicità dei tre interpreti: posture, espressioni , emissione di diverse tonalità di voce, le coloriture d’inflessione dialettali, finalizzando i dialoghi alla comprensione del bel testo di Scillamà. L’autore affronta soprattutto la questione del sistema bancario, non come una asfittica critica ideologica, bensì con i mezzi efficaci dell’intrattenimento teatrale saturo di dialoghi umoristici e pertinenti al tema trattato, la cui stesura testuale suggerisce la necessità di riportare l’equilibrio tra profitto e società, attraverso l’attuazione di una economia più armonica, solidale e condivisa.
Cioè di un’economia basata sui bisogni delle persone e che sia soprattutto capace di generare lecito profitto. L’esilarante finale, molto meglio di una comica, sarà la scelta di finanziare il piccolo prestito alla nostra zootecnia, rinunciando di investire su dubbie obbligazioni dall’alto rendimento , ma caratterizzato da un alto rischio per l’investitore. Applausi prolungati e convinti all’ autore, al regista e all’ottima resa scenica degli attori.