Figli di un Dio Web, in nome della sacra connessione. Per Palco Off a grande richiesta Matthias Martelli al Centro Zo di Catania
@ Anna Di Mauro (02-12-2019)
Catania – La formula collaudata con la quale Palco Off intrattiene con gusto e qualità il pubblico catanese ha visto per il terzo anno in scena un erede promettente della tradizione giullaresca che fa capo al grande Dario Fo, l’urbinate pluripremiato Matthias Martelli, che ha adottato gli stilemi della giullarata, riprendendoli e innervandoli di intelligenti e colte attualizzazioni, porte con arguzia e notevoli doti attoriali, declinati con uno scilinguagnolo non comune e una straordinaria capacità mimica, suscitando nello spettatore ilarità condite da squarci di sgradevoli verità, come in questo ultimo spettacolo “Nel nome del Dio Web”. Dopo “Il mercante di monologhi” e “Mistero buffo”, a lui unicamente affidato da Dario Fo, il giovane Martelli conferma pienamente le sue doti di artista persuasivo, capace di intrattenere la platea senza mai far cadere l’attenzione, con significative argomentazioni ricche di fantasiosa creatività, sinceramente e appassionatamente condivise, onorando e rispettando la funzione primigenia del teatro. L’idea del Dio Web gli è nata per caso, dopo la caduta e rottura del suo cellulare, vissuta con un forte senso di impotenza, di isolamento. Martelli così si è posto la questione della nostra dipendenza dalla connessione. “Non immaginiamo più la nostra vita senza smartphone. Una dipendenza? Di più. Forse una fede”. Abbiamo un nuovo dio: il Dio Web. Lo invochiamo, lo veneriamo, lo teniamo sempre con noi. L’argomento è quanto mai attuale e suscettibile di accese discussioni. Nello spettacolo emergono gli usi e abusi di quella che, con sapida ironia e a ritmo serrato, Martelli definisce la religione del Web, rappresentata con tutti i suoi rituali, parafrasata e resa ridicola da termini coniati appositamente, che punteggiano con grande precisione e accuratezza gli eccessi di una tecnologia tossica che ci sta fagocitando e rimbecillendo, se mal usata. L’Inferno è la disconnessione, il Paradiso la connessione. Siamo arrivati a questo paradosso.
“Per iI Like, con il Like, nel Like. A te Dio Web onnipresente nella connessione con lo spirito Wi-Fi ogni interruzione è dovuta in tutti i secondi dei secondi. Mi piace” recita in apertura il sacerdote informatico. I pericoli del Web si profilano e si snodano tra esilaranti sketch, inserti video, immaginari esiti apocalittici, aprendo il fianco alle inquietudini e al disagio di questa irridente, ma allarmante autoanalisi che ci mette di fronte a una nevrosi collettiva inarrestabile e pericolosa, soprattutto per le giovani menti, le vittime più esposte alle manipolazioni e ai condizionamenti del virtuale. L’era del Digitocene, per citare uno degli innumerevoli, spassosi neologismi coniati dal nostro sghignazzante acrobata della risata, avanza a grandi passi, mentre l’uomo nella scala evolutiva mostrata in proiezione ritorna a incurvarsi…sul cellulare, ritornando alla postura anteriore all’Homo erectus. In preda ai social creiamo vuoti relazionali e dipendenza, come mostra in un inserto video una finta intervista a una ragazza Likeomane (pare che il Like sviluppidi pendenza producendo dopamina), o una serie di vere cascate, urti rovinosi, tipici delle comiche, dei digitanti ripresi in preda a cellularite acuta. La satira acuta e mai ripetitiva propone un incastro di quadri che puntano su un accurato gioco di termini linguistici, con lucida autoironia, come nella messa iniziale del prete-web o quella conclusiva del Papa-web. L’approccio umoristico, mai banale, accresce la forza della denuncia di un sistema, sicuramente utile, ma che se non opportunamente pilotato può condurci a disgregazioni e degrado del nostro apparato neurologico e del sistema sociale, ormai più virtuale che reale. Nell’accorato finale Martelli ci invita a ritornare alla natura e ai rapporti umani diretti, finalmente connessi con l’essenza dell’uomo che ci salva ed onora. Tutto ciò detto da un giovane sicuramente coinvolto nel sistema è ancora più incisivo, come ha osservato una spettatrice nel dialogo che, a conclusione dello spettacolo, come è abitudine nella simpatica formula di Palco Off, dà l’opportunità di parlare con gli attori.
La grande sfida dell’uomo tecnologico è proprio questa: non farsi intelligentemente divorare dai suoi figli meccanici.
“Il vero male non è il male, ma la mescolanza del bene e del male” ci ricorda Matthias Martelli, citando la filosofa Simone Weil.
NEL NOME DEL DIO WEB
di e con Matthias Martelli
Testo e regia di Matthias Martelli
In collaborazione con Alessia Donadio
Ideazioni Luci e Scene di Loris Spanu
Musiche originali Matteo Castellan
Costumi Monica Di Pasqua
Creazioni grafiche-video Imperfect
Produzione Fondazione Teatro ragazzi e giovani
Per Palco Off al Centro Zo di Catania