L’ombra della dea Kali nella Medea di Laurent Gaudé

L’ombra della dea Kali nella Medea di Laurent Gaudé

@ Anna Di Mauro (26-11-2019)

Catania – Nell’ambito della stagione NuovoTeatro, il Teatro della Città di Catania, aperto alle novità drammaturgiche, ha proposto nel suo ricco cartellone una interessante rivisitazione del mito di Medea. Il suggestivo monologo andato in scena per la prima volta nel 2003 porta l’inquietante titolo “Medea Kali”. Il testo drammaturgico è di Laurent Gaudé, scrittore francese attento ai miti e alle loro possibili interpretazioni, premio Goncourt 2004. Intensamente interpretata da Viviana Lombardo, la pièce dà corpo e voce a una delle più terribili storie di donne, incarnata con grazia raffinata dall’attrice che riesce a miscelare osmoticamente la sensualità e l’amore materno con la furia erotica e omicida di Medea, qui ribattezzata Medea Kali, dea danzante dell’amore e della morte. Gaudé nella sua originale intuizione trasporta in India le sue origini, ritagliando scorci di cupo furore, scorticando la passione amorosa di una donna abbandonata, rivelata nelle sue più oscure sfaccettature.

Come si può arrivare ad uccidere i propri figli? Che madre è colei che uccide i propri figli per vendicarsi del loro padre che l’abbandona? Nella rivelazione di Medea la ferocia si veste di oscura pietà, rivendicando una violenza ancestrale intrisa di dolorosa passione. Il grido ferino dei feriti d’amore echeggia dalle rive del sacro Gange alle sponde dell’Ellade.

Nella scena buia e nuda, introdotta dalla struggente voce infantile del figlioletto morto, si staglia sul pavimento un cerchio luminoso. E’ la piattaforma su cui elegantemente una donna si muove, vestita di nero, scintillante di ori e ornamenti lucenti nelle mani e nei piedi nudi, rivelando presto la sua identità. Qualcuno la segue, invisibile. Sarà il suo prossimo amante? A Perseo la donna racconterà la sua storia, con intensità crescente, traslando dai toni poetici a quelli drammatici, incuneando un percorso doloroso nell’aspra terra greca, dove l’amore per Giasone l’ha condotta al limite della sua natura umana, debordando in una divina deiscenza, dispensiera di vita e di morte. Tremenda, sgozzerà i teneri figli a cui ora vuole dare sepoltura bruciandone le ceneri. Per questo è tornata a Corinto. Il suo drammatico e pietoso andirivieni da Oriente a Occidente la riporterà alle sue origini. Fra le braccia ha le spoglie dei suoi nati da lei stessa necati. Orrore e pietà senza fine.

 

MEDEA KALI

Di Laurent Gaudé

Traduzione e regia Beno Mazzone

Con   Viviana Lombardo

Voce Alessandro Vella

Musiche Antonio Guida

Costumi Sartoria Teatro Libero

Luci Gabriele Circo e Fiorenza Dado

Collaborazione Teatro Libero di Palermo

 

Al Piccolo Teatro della Città di Catania