Puritanesimo, passioni, natura e versi vulcanici: ‘Emily Dickinson – Vertigine in altezza’ al Teatro Niccolini di Firenze
@ Marco D’Alessio (26-11-2019)
Firenze – In mezzo a un prato fiorito del Massachusetts Emily Dickinson, correndo con il suo amato cane Carlo, trascorre l’esistenza in maniera apparentemente serena, ma in realtà cela un’interiorità vulcanica che contrasta con la morigeratezza imposta dal puritanesimo della società americana dell’Ottocento. Il dolore per i divieti assurdi, tra cui il non poter leggere i libri comprati dal padre perché “scuotono la mente”, le passioni brucianti per il reverendo Charles Wadsworth, Susan Gilbert, Kate Anton Scott, lo sconfinato amore per la natura inondano come lava i suoi versi, immediati, densi, lontani dai dettami letterari dell’epoca, perciò respinti, accantonati dall’editoria e dalla critica letteraria. La vocazione totalizzante di Emily era farsi possedere dai versi che le arrivavano da chissà dove, estroflettere la sua ipersensibilità medianica attraverso la poesia, unica valvola di sfogo di un’anima incarcerata e sola possibilità di immaginare – creandolo – un orizzonte più vasto. Le venne negato ogni spazio editoriale, soltanto sette poesie furono pubblicate su un giornale mentre era in vita.
Leggiadra l’interpretazione di Daniela Poggi che per mezzo dei gesti, dei movimenti, degli sguardi meravigliati e puri o appassionati, conduce per mano lo spettatore nel piccolo mondo incandescente della Poetessa che con le sue soluzioni letterarie innovative ha anticipato il Novecento.
Dopo una falsa partenza, il monologo – in continuo crescendo – ci conduce nell’opificio della Dickinson, tra il giardino e il candore abbagliante della camera e delle vesti che simboleggiano la sua volontà di trascendere il corpo – non potendone vivere gli slanci -, dedicandosi alle sensazioni, alla semplicità delle emozioni quotidiane. I suoi testi più iconici sono le fermate che, nel corso di questa visita guidata nel mondo interiore della vergine di Amherst, spingono lo spettatore ad ascoltare, e perfino a osservare le frasi che compaiono come gocce mobili e minute sui pannelli della scenografia, spesso traboccanti di colori floreali – a suggerire la Natura tanto amata da Emily – e nel finale accesi di un bianco assoluto per ricreare la stanza in cui la Dickinson si era isolata nel tentativo di trasformarsi in empito lirico e in caduta lenta dei petali di rosa: Because I could not stop for Death/He kindly stopped for me.
EMILY DICKINSON – VERTIGINE IN ALTEZZA
di Valeria Moretti
con Daniela Poggi
regia e impianto Emanuele Gamba
costumista Elena Bianchini
suoni e video Alessio Tanchis
aiuto regia Jonathan Freschi
disegnatore luci Loris Giancola
macchinista costruttore Cristiano Caria
costume realizzato da Eleonora Sgherri
sartoria Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola
parrucche Rocchetti&Rocchetti
produzione Fondazione Teatro della Toscana
foto di scena Filippo Manzini
luogo Teatro Niccolini | Via Ricasoli, 3 – Firenze
durata 70 minuti, atto unico