“Disegnai donne come fiori”. Christian Dior e l’esaltazione del corpo femminile
di Antonella Falco (16-09-2019)
Christian Dior nasce il 21 gennaio del 1905 a Granville, in Normandia. Figlio di un industriale, asseconda il volere della famiglia iscrivendosi all’Istituto di Scienze Politiche, che frequenta per cinque anni, dal 1920 al 1925. Tuttavia Dior non porta a termine il percorso degli studi e, con l’aiuto economico del padre, apre nel 1928 una piccola galleria d’arte (espone, fra gli altri, Braque, Cocteau, Picasso), che però si trova costretto a chiudere nel momento in cui l’azienda di famiglia subisce un crollo finanziario. Per mantenersi inizia a vendere disegni e bozzetti. Nel 1935 diventa illustratore per Figaro. Fra il 1937 e il 1939 collabora con Robert Piguet, finché viene chiamato a svolgere il servizio militare. Nel ’42 inizia la sua attività nella casa di moda di Lucien Lelong, dove lui e Pierre Balmain diventano i principali stilisti. Allo scopo di preservare l’alta moda francese, è costretto a disegnare abiti anche per le mogli dei nazisti, nonostante la presenza della sorella in un campo di concentramento.
L’8 ottobre del 1946 Christian Dior apre il proprio atelier parigino, grazie anche all’aiuto finanziario di Marcel Boussac, noto come “il re del cotone”. È questo il momento in cui si registra una svolta nella carriera dello stilista che riesce a rivoluzionare la moda dell’epoca, dando vita ad un nuovo concetto di femminilità ed eleganza. Dior porta sulle passerelle la leggerezza e l’esaltazione del corpo femminile, di contro alle linee rigide ed austere del periodo di guerra appena trascorso. La figura femminile di Christian Dior si caratterizza per le spalle dalla forma dolce e sinuosa, in contrasto con le imbottiture precedentemente in voga. La gonna, a forma di corolla, si allunga fino a venti centimetri dal suolo. La vita si assottiglia grazie all’uso della guêpière. Il tutto è realizzato con dei tessuti pregiati che vengono a sostituire il panno utilizzato in tempo di guerra. L’abbondanza di stoffa con la quale Dior confeziona i suoi capi è di non poco aiuto al rilancio dell’industria tessile francese. «Venivamo da un’epoca di guerra e di uniformi, con le donne simili a soldati e con spalle da pugile. Io disegnai donne come fiori, con le spalle morbide, il busto pieno, la vita sottile come una liana e gonne a corolla», racconta Dior nelle sue memorie. Carmel Snow di Harper’s Bazaar definisce il suo stile New Look: linea che viene lanciata in America nel 1947, mentre nel 1948 apre la boutique Dior a New York.
Dior è ormai simbolo, a livello internazionale, di creatività e lusso. Ogni anno lancia sul mercato nuovi modelli e nuove linee, mantenendo vivo e costante il senso di attesa nei confronti delle sue creazioni: si va dalle braccia prive di maniche alle gonne a tubo, dalla vita più slanciata e snella alla messa in risalto del seno, ma non mancano neanche le gonne più corte ad evidenziare le gambe.
Dal 1947, per un decennio, si susseguono varie linee così riassumibili:
– 1949, la linea illusione, a pannelli intercambiabili
– 1950, la linea verticale, con gonne a tubo e braccia nude
– 1951, la linea lunga, con gonne strutturate per dare maggiore slancio al busto
– 1952, la linea sinuosa, con vita sciolta e gonne più corte
– 1953, la linea tulipano, che valorizza il seno
– 1954, la linea H, che uniforma il seno alla linea del corpo
– 1955, la linea A, caratterizzata da gonne ampie e spalle strette
– 1956, la linea a freccia, che assottiglia la figura
– 1957, la linea a sacco, detta anche a fuso.
Dior è noto anche per aver sistematicamente associato gli accessori allo stile dell’abbigliamento, mettendo in vendita, assieme ai vestiti, delle linee di accessori che comprendono scarpe, borse, foulard, profumi e finanche smalto per unghie.
Il marchio Dior estende la propria attività in numerosi Paesi, arrivando ad ottenere guadagni elevatissimi per l’epoca.
Christian Dior scompare prematuramente, all’età di cinquantadue anni, a causa di un collasso cardiaco. A ritrovarlo esanime, in una camera di un Grand Hotel di Montecatini Terme, dopo una partita a canasta con un gruppo di amici, il 24 ottobre del 1957, sono la sua più stretta collaboratrice e un medico.
Dopo la sua morte, la maison Dior ha continuato l’attività, nel corso degli anni, sotto la direzione di Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano e Raf Simons, che si sono avvicendati fino all’arrivo, nel 2016, di Maria Grazia Chiuri. Per l’occasione giornali e riviste di moda titolano «un’italiana sul trono di Francia»: si tratta di un momento storico, perché la Chiuri è la prima donna alla guida della celebre maison francese, che dirige con piglio pragmatico e femminista, ridefinendone i canoni attraverso la visione di una donna elegante, dinamica e moderna, pur nel rispetto della grande eredità creativa lasciata da Monsieur Dior.
Come diversi altri stilisti, anche Dior ha lasciato, disseminati in interviste e dichiarazioni varie, un buon numero di aforismi sulla donna e sulla moda. Ve ne proponiamo una breve carrellata:
[box] Quando la donna veste bene sa che l’uomo la considera attraente come se non indossasse niente.
Il lusso è libertà.
Il segreto della bellezza consiste nell’essere interessante: nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante.
L’uniformità è la madre della noia.
L’autentica eleganza è quella che passa inosservata in metropolitana.
I toni del grigio, del rosa e dell’azzurro pastello devono prevalere sempre.
La vera prova di una donna elegante è quello che porta ai piedi.
Dopo le donne i fiori sono la cosa più bella che Dio ha donato al mondo.
Il profumo di una donna dice molto più della sua calligrafia.
Se si prende la natura come esempio non si sbaglierà mai.
Il dettaglio è importante come l’essenziale. Quando è inadeguato rovina tutto il look.
Il bianco è puro e semplice: e sta bene con tutto.
La saturazione porta la moda a buttare alle ortiche quello che fino a poco tempo prima adorava. [/box]