Dorme sulla collina
CARLO MONNI
Attore
Corpulento, sanguigno, allergico a salamelecchi e ruffianerie, uomo artisticamente generos, è morto nella sera di domenica 19 maggio a 70 anni in un ospedale l’attore fiorentino Carlo Monni. Nel 1978 interpretava il personaggio povero e greve del “Bozzone”, l’amico di “Mario Cioni”, ovvero Roberto Benigni, che poi va con la madre dell’amico (Alida Valli) in “Berlinguer di voglio bene” di Giuseppe Bertolucci, film che dava voce a quel mondo sottoproletario, sradicato dalla terra e dal mondo contadino e segnato dalla miseria nell’hinterland tra Prato e Firenze.
Attore che non ha mai lasciato il teatro, per il grande schermo ha recitato per Marco Ferreri (“Chiedo asilo” del 1979), Sergio Citti, Monicelli (Speriamo che sia femmina del 1985), Carlo Lizzani (Mamma Ebe del 1985), Pupi Avati, Francesco Nuti, l’Alessandro Benvenuti regista, Tinto Brass e Paolo Virzì. Benigni lo volle nel suo “Tu mi turbi” del 1983, l’anno successivo partecipò al film del futuro premio Oscar e di Massimo Troisi “Non ci resta che piangere”. Agli esordi con Benigni Monni fece tra l’altro “Televacca”, trasmissione tv in una stalla. E come poteva divertirsi con turpiloquio che era voce contro l’ipocrisia ed espressione di realtà marginali, così sapeva dare voce – a teatro – alla poesia e alla vita del poeta Dino Campana. Amava, tra le altre cose, recitare in ottava rima, forma poetica della tradizione contadina toscana.
La camera adente per Monni è stata allestita al Teatro di Rifredi (Firenze)