Intervista a un’antidiva, Margherita Buy si racconta al BCT
di Marco D’Alessio 12-07-2019
BENEVENTO – Nell’intervista a Margherita Buy, inserita nel programma della quarta del BCT (Benevento cinema e televisione), sono stati ripercorsi i momenti essenziali della vita e della carriera della celebre attrice. A condividere e a far emergere gli aspetti privati oltre a raccontare i punti salienti della sua lunghissima carriera il critico Valerio Caprara.
Una carriera nata per caso, durante gli anni liceali, quando si reca a ripetizioni di latino dalla moglie di Andrea Camilleri, all’epoca docente dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Proprio questo incontro infonde in lei la curiosità di avvicinarsi al mondo della recitazione. Arriverà alla notorietà con il film La stazione (1990), tratto dalla pièce teatrale di Umberto Marino che l’attrice aveva interpretato a teatro al fianco di Sergio Rubini e Ennio Fantastichini.
Altra pellicola fondamentale a livello umano, profetica riguardo alla crisi economica che si sarebbe abbattuta sull’Occidente da lì a qualche anno, può essere considerata Giorni e nuvole (2007), con la regia di Silvio Soldini, in cui la Buy recita al fianco di Antonio Albanese interpretando una madre di famiglia borghese che affronta al fianco del marito problemi economici e povertà. Una delle figure chiave della suo percorso artistico è senza dubbio Ferzan Ozpetek, con il quale ha collaborato dando un apporto essenziale a film come Le fate ignoranti (2001), Saturno contro (2007) e Magnifica presenza (2012). Per la regista Maria Sole Tognazzi ha recitato in Viaggio sola (2013) e Io e lei (2015) dove interpreta il ruolo di una donna, Federica, che convive con Marina, e insieme a Sabrina Ferilli disegna una coppia al femminile, insolita nella cinematografia italiana, che attraversa un momento di crisi. Last but not least è stato citato Nanni Moretti con il quale ha girato Habemus Papam (2011), in cui tratteggia con finezza il personaggio di una psicologa che prende in cura il pontefice depresso, e Mia madre (2015), in cui dà vita ed emozioni sincere quanto contenute e ironiche alla figura di una regista, alter ego dello stesso Moretti, impegnata nella realizzazione di un film sull’occupazione di una fabbrica, mentre la madre (un’indimenticabile Giulia Lazzarini) sta morendo in ospedale.
Il ritratto che emerge, durante il dialogo, di una delle principali attrici cinematografiche italiane contemporanee è di una persona che lavora sul personaggio interpretato, ma allo stesso tempo si lascia trascinare da un aspetto o da un’emozione suscitata dal ruolo in cui si addentra. Allo stesso tempo grande attenzione al senso delle storie da raccontare al pubblico, principale criterio che ha determinato le sue scelte in ambito teatrale, zona per ora secondaria nell’universo professionale di Margherita Buy. Infine è stato affrontato il suo rapporto con l’ansia, elemento che l’accomuna ad alcuni personaggi interpretati, ed è percepita come una protezione e uno sprone a impegnarsi e dare il massimo nei vari momenti pubblici e privati.
L’intervista si è conclusa con il caldo applauso del pubblico affezionato, mentre all’attrice, fra le poche italiane di levatura europea, veniva consegnata la noce d’oro, premio del BCT e simbolo beneventano.