La sera della prima
GLI ATRIDI NEL TERZO MILLENNNIO D.C.
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Note su “Clitennestra Myllennium”, uno spettacolo di BVincenzo Pirrotta, interpretato da Anna Bonaiuto- Teatro Stabile di Catania, Sala Verga
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Clitennestra Myllennium “ di Vincenzo Pirrotta è uno spettacolo che nasce dall’elaborazione del mito di Clitennestra e della terribile e sanguinosa saga degli Atridi, presenze inquietanti in una immaginaria dislocazione temporale nel terzo millennio di una Micene desolata e disadorna.
In un cupo scenario visionario, Clitennestra vaga in cerca di un riscatto dall’immagine di lei tramandata di madre snaturata e moglie assassina . Nel prologo racconta la sua sventura di donna orbata di due figli da Agamennone, marito crudele, ucciso per avere ucciso i suoi figli, vendetta legittima e non inutile spargimento di sangue. L’entrata del coro-popolo segna la distanza tra la regina e le abitanti di Micene, che attraverso l’uso del dialetto siculo
sottolineano la diversa origine. Concertando in chiave blus con accenti rap. le infelici rivelano di essere soggiogati da due tiranni, fratello e sorella, proclamatisi dei, che hanno imposto il regime del terrore. Alla desolazione Clitennestra aggiunge lo sgomento per questo sconcertante governo, ancora più sconcertante quando scopre che si tratta dei suoi due figli, Oreste ed Elettra, anche loro ritornati sul luogo della tragedia. Alle Erinni, diventate cagne al servizio del nefando potere, la regina contrappone la ragione e il ripudio di tanta violenza e follia, riuscendo a domarle.
Sarà così introdotta nel mondo superiore, caleidoscopico e algido, al cospetto dei due falsi dei, simulacri parlanti un linguaggio esaltato che arriva a chiedere il sacrificio di un bambino.
Davanti a tanto orrore, memore dei due figli massacrati e del suo stesso delitto, Clitennestra si ribellerà, provocando una catarsi che distruggerà il male, aprendo spazio alla speranza di salvezza di un mondo destinato alla distruzione.
Lo spettacolo riverbera una visione cupa del nostro tempo, quasi apocalittica, cui hanno prestato voce e corpo l’essenziale Anna Bonaiuto nei panni di Clitennestra, Silvia Ajelli , Giulia Ando’, Roberta Baronia, Elisa Lucarelli, Cinzia Maccagnano, Lucia Portale, Yvonne Guglielmino, coro di donne del popolo- Erinni, abili esecutrici di una parossistica performance compatta e disgregata insieme.
Le suggestive scene di Renzo Milan e gli elaborati costumi di Giuseppina Maurizi con le ritmate musiche di Giacomo Cuticchio contribuiscono a trasmettere il senso di irrealtà di cui trasuda tutta la messa in scena.
Il mito degli Atridi che ritornano in un mondo in declino vuole essere nelle intenzioni del regista-autore una metafora dei nostri giorni, dei nostri deliri di onnipotenza, dei nostri egoismi, frutto del nostro violento, preistorico, cieco istinto di sopravvivenza. La chiave onirica riporta tutto a un sogno ad occhi aperti: La fine del Male che apre spazi al Bene. Clitennestra può indicare una chiave possibile, che interrompa la spirale di violenza, attraverso una consapevolezza del Male vissuto e perpetrato e un umano desiderio di pace e solidarietà?
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