Rieducazione kafkiana all’eterosessualità. ‘Boy Erased’ di Joel Edgerton, con Lucas Hedges e Nicole Kidman

Preambolo non critico ma (im)pertinente – Non è necessario arrivare fino in Arkansas. Anche nel nostro paese esiste una vasta pianura medievale e trasversale (dall’estrema destra all’estrema sinistra), paludosa e malarica, i cui miasmi formano una nube perenne e vischiosa che mai arriverà non dico a illimpidirsi ma almeno a diradarsi. Duole molto, a chi ha cominciato fin dai 16 anni di età a protestare e manifestare invocando il rispetto della propria e altrui dignità, trovarsi ancora a dover sentire, alla soglia dei 60, discorsi di desolante dileggio, o addirittura disprezzo ottuso, nei confronti di chi si macchia dell’orrenda colpa di amare (anche o esclusivamente) esemplari appartenenti al proprio sesso. Si appellano, codesti talebani, a un presunto ordine naturale, ignorando, o fingendo di ignorare, che la Natura produce le più fantasiose bizzarrie: i rami del baobab crescono all’ingiù, accondiscendenti al magnetismo terrestre come quelli del salice, le cernie brune nel mezzo del cammin di loro vita cambiano sesso, gli ippocampi maschi accolgono le uova nel grembo, le scimmie bonobo praticano un’allegra promiscuità senza curarsi troppo della conformazione anatomica  del partner di turno, ecc. ecc. Si dovrebbe reagire con le parole di Shylock: non sono forse un uomo io? Non sono fatto di carne? Se mi percuotete non soffro? Se mi ferite non sanguino? Se mi oltraggiate non mi vendico? (l.t.)

Rieducazione kafkiana all’eterosessualità. ‘Boy Erased’ di Joel Edgerton, con Lucas Hedges e Nicole Kidman

Difficile parlare di argomenti delicati senza rischiare di realizzare un’opera didascalica o sbilanciata sul versante emotivo. In Boy Erased – Vite Cancellate si parla di omosessualità ma, soprattutto, delle posizioni che la società (nello specifico la famiglia, e insieme la comunità soffocante e manichea tipica della provincia americana) prende contro chi si macchia di questa colpa, ritenuta tale da un contesto omofobico che considera un peccatore, un lebbroso dei nostri giorni, un ‘dono’ indesiderato giunto dall’inferno, chi esprime semplicemente sentimenti e desideri difformi dal canone imperante. I genitori di Jared, e soprattutto il padre, integerrimo predicatore battista, convinti di aver fatto del proprio meglio perché i figli fossero felici e ‘normali’, non riescono a darsi pace, ad accettare che il ragazzo abbia ‘perso la strada giusta’ per ascoltare la voce del demonio.

L’australiano Joel Edgerton, regista del film, è anche attore di successo, interprete fra l’altro di blockbuster quali Star Wars, e ha una carriera davanti alla macchina da presa che vanta una settantina di titoli. Dopo il fortunato thriller Regali da uno sconosciuto – The Gift (The Gift, 2015) – in cui descriveva una giovane coppia in crisi – nel suo secondo lungometraggio Edgerton alza il tiro e si ispira al libro autobiografico di Garrard Conley per realizzare un racconto crudo, mai melodrammatico o semplicistico. Anche questa volta è regista, sceneggiatore e coprotagonista nonché produttore: il film è suo, unicamente suo, con pregi e difetti, dove i primi prevalgono nettamente sui secondi.

L’inizio ha toni lievemente grotteschi, o meglio unidimensionali – la figura del padre del ragazzo potrebbe persino far sorridere nella sua reazionaria difesa dei sani principi americani, del proprio credo religioso, se personaggi del genere non rappresentassero la maggioranza della popolazione nella vastissima zona degli States situata fra New England e California – e per pochi istanti il film rimane in bilico fra commedia e tragedia. Anche il personaggio dell’educatore apodittico (interpretato con bravura dallo stesso Joel Edgerton) a momenti appare stereotipato. Ma accentuare i caratteri è un’operazione propedeutica necessaria alla definizione dell’ambiente dove la ‘rieducazione’ all’eterosessualità, persino posturale, assumerà i colori inquietanti della persecuzione, dell’umiliazione e della violenza psicofisica (tale da condurre al suicidio uno dei giovani ‘curati’), con tanto di paraesorcismo, percosse inferte con la bibbia e bagno nell’acqua gelata, sempre a fin di bene per carità.

L’Istituto, diretto da un ciarlatano manipolatore di coscienze ottuso e maligno che si erge a punto di riferimento morale, e le sue grandi stanze disadorne, prive di colori, stringono i ragazzi in una morsa concentrazionaria di stupidità, ignoranza, crudeltà gratuita che a tratti ricorda Nella colonia penale di Kafka, paradigma di ogni metodica sopraffazione.

Il diciottenne Jared è consapevole di provare attrazione per gli uomini, ma come ogni adolescente sente la necessità di essere accettato – dalla famiglia, dalla chiesa, dagli amici, da chiunque –, di non venire osservato come una pericolosa anomalia, e all’inizio finge persino con se stesso, intrecciando senza convinzione una storia sentimentale priva di futuro con la coetanea Chloe.

Il calvario del ragazzo ha inizio nel momento in cui decide di confessare al padre i suoi reali sentimenti. Preoccupato più per la propria reputazione di pastore e guida spitituale senza macchia che per quel figlio troppo sensibile, costringe Jared ad accettare una terapia di conversione in grado di riportarlo sulla retta via. Al suo fianco rimane la madre, succube del marito ma intenzionata ad aiutare il ragazzo. La triangolazione familiare, Jared, il padre che forse sa di sbagliare ma non cambia, la madre che deve scegliere se adeguarsi per l’ennesima volta o ribellarsi in nome del figlio, appare estremamente equilibrata e credibile dal punto di vista narrativo, basata su dialoghi scarni quanto intensi.

Un piccolo problema del film è forse di non scandagliare fino alla sua abissale profondità la sofferenza di Jared, le lacerazioni interiori che deve superare per accettare, lui per primo, un’identità ineludibile, respingendo ogni ‘lettera scarlatta’ e la finzione al ravvedimento che praticano e gli consigliano i suoi compagni di cura, o di prigionia.

Sicuramente, Boy Erased è un’opera sincera e utile per scoprire una realtà sommersa che ha coinvolto in questa caccia alle streghe oltre 700.000 giovani costretti a frequentare collegi/carcere riconosciuti ancora come leciti negli USA da più di 30 Stati. Tagliente la prima sequenza in cui viene inquadrata la targa di un’auto che reca la scritta Arkansas, la terra delle opportunità: la realtà è assai diversa e il film ce lo dimostra in maniera ineluttabile. Boy Erased non accusa mai cadute di ritmo, anche grazie all’ottima prova di tutto il cast. Il ventiduenne statunitense Lucas Hedges è un attore di cui continueremo a sentir parlare, basti pensare che è già stato candidato all’Oscar nel 2017 come attore non protagonista per l’indimenticato Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan, ha partecipato a Three Billboards outside Ebbing, Missouri, e in questa stagione si è distinto nel drammatico Ben is Back, a fianco di una sorprendente Julia Roberts. Costruisce per sottrazione un personaggio complesso i cui stati emotivi si agitano appena sotto la superficie.

I due coprotagonisti sono australiani come il regista. Nicole Kidman disegna una figura di donna borghese, che per quieto vivere accetta le posizioni maschiliste del marito prima di trovare ragioni e temperamento per una decisione lontana da ogni conformismo: una prova antiretorica dove la personalità di Nancy affiora a poco a poco, fra indignazione e complicità materna. Russell Crowe incide a fondo nei panni e nel grigiore emotivo del pastore Marshall Eamons, nei suoi occhi trascorrono pavidità, smarrimento di fronte all’ignoto e un’irriducibile torpidezza. Joel Edgerton si è riservato il personaggio più difficile, quello caratterizzato dall’arroganza monolitica e autoreferenziale dei fanatici: il rieducatore di fanciulli traviati. Inizialmente ce lo mostra negli atteggiamenti di simulata benevolenza, per poi trasformarlo nel mostro che forse non sa nemmeno di essere.

Furio Fossati & Lucia Tempestini 27-03-2019

 

Titolo                   Boy Erased – Vite Cancellate

Titolo originale       Boy Erased

Genere                  Drammatico, biografico

Regia                    Joel Edgerton

Paese/Anno            Australi, USA – 2018

Sceneggiatura:       Joel Edgerton dal romanzo autobiografico Boy Erased: A Memoir di Garrard Conley

Fotografia              Eduard Grau

Montaggio             Jay Rabinowitz

Scenografia            Chad Keith

Arredamento          Jonathan Guggenheim

Costumi                 Trish Summerville

Musiche                 Danny Bensi, Saunder Jurriaans

Interpreti               Lucas Hedges, Nicole Kidman, Joel Edgerton, Russell Crowe, Flea, Joe Alwyn, Xavier Dolan, Troye Sivan, Britton Sear, Jesse LaTourette, Cherry Jones, Emily Hinkler Produzione: Joel Edgerton, Steve Golin, Kerry Kohansky-Roberts per Blue-Tongue Films, Anonymous Content

Distribuzione: Universal Pictures International Italy

Durata: 114 minuti

Data uscita: 21/03/2019