Facciamoli vivere… Fedora e il Teatro Massimo Bellini di Catania
CATANIA – Con un finale insolito si è chiusa la scena del dramma lirico Fedora di Umberto Giordano, sul palco del prestigioso Teatro Massimo Bellini. Sulle ultime note in scena si sono presentati i lavoratori del teatro, in parte precari, da tempo afflitti da una crisi economica senza sbocchi, inalberando un vistoso cartello: “Facciamola vivere” unendo nell’accorato appello l’eroina/opera Fedora alla prestigiosa istituzione cui danno vita le maestranze riunite nella pubblica protesta. Vanto e lustro di una città che ama il bel canto e che rischia di vedere chiudere i battenti di un Ente così prezioso, l’ottocentesco Teatro Bellini si impone per la sua bellezza architettonica e il suo decoratissimo interno. Dal 1890 anima la città con la sua musica, il suo ricco programma, i suoi eccellenti ospiti. L’orchestra e il coro sono di ottimo livello e il cartellone propone una variegata e qualificata presenza di opere, balletti, musica sinfonica. Purtroppo tagli indiscriminati ai finanziamenti da anni minacciano la sopravvivenza del Bellini che protesta inascoltato dalle amministrazioni politiche, indifferente alle contestazioni e ai sacrifici dei lavoratori che spesso hanno lavorato senza stipendio. Una vergogna sociale che non può più essere taciuta.
Il finale insolito e allarmante non ha impedito agli amanti della musica di apprezzare questa edizione della “Fedora”, a lungo assente dalla scena catanese.
Opera raffinata, intensa nei contenuti e nel tessuto musicale, dopo il successo dell’Andrea Chenier, rappresentata per la prima nel 1898 a Milano, “Fedora” si impose con la sua partitura sinfonica, il suo stile, la prestigiosa voce di Gemma Bellincioni. In questa edizione, purtroppo non pienamente frequentata dal pubblico catanese, vanta un cast internazionale. Scenografata con accuratezza e fasto l’opera, che si svolge nel XIX secolo, si articola su tre ambienti tra San Pietroburgo, Parigi e la Svizzera. Storia d’amore e morte, nella migliore tradizione romantica, ha per protagonista la principessa russa Fedora, felice promessa sposa del conte Vladimir. Ma le nozze non avverranno. L’uomo è stato ferito a morte dal conte Loris, simpatizzante del partito nichilista. La donna decisa a vendicare l’amato, sulle tracce dell’assassino giunge a Parigi dove dà un ricevimento per intrappolare Loris che però le rivelerà che il conte Vladimir è stato da lui ucciso perché scopertosi marito tradito, dunque per gelosia e non per motivi politici. La confessione sconvolge la donna, scopertasi tradita a sua volta, che salverà il conte dall’agguato tesogli. Esplode così l’amore di Fedora per l’uomo che ha ucciso per amore, felicemente ricambiato dal conte. Nel terzo atto nella verde Svizzera i due amanti vivono il loro felice ma precario amore. La tardiva e tremenda vendetta a suo tempo scatenata da Fedora si abbatte intanto sui parenti di Loris e l’infelice principessa sceglierà il suicidio per porre fine al suo senso di colpa. L’eroina dunque perirà, come nella tradizione, lasciando dietro di sé il rimpianto per la sua triste fine. Donna dai sentimenti forti, esaltata dal timbro pastoso del soprano Ira Bertman, Fedora incarna l’eroina passionale ottocentesca che vive sentimenti estremi, manifestando forza di volontà e di moralità, fino all’estremo sacrificio.
Il destino di Fedora è segnato, ma quello del Teatro Bellini no. Il futuro del tempio della lirica può ancora essere modificato. Salvare un teatro e le sue bellezze equivale a salvare il mondo.
FEDORA
Dramma di Victorien Sardou
Ridotto in tre atti per la scena lirica da Arturo Colautti
Musica di Umberto Giordano
Con Ira Bertman/Elena Rossi, Anastasia Bartoli, Sergey Poliakov/Ragaa Eldin, Ionut Pascu, Sonia Fortunato, Sabrina Messina, Andrea Bianchi, Riccardo Palazzo, Angelo Nardinocchi, Gianluca Tumino, Dante Roberto Muro, Salvo Di Salvo, Gianluca Tumino, Riccardo Palazzo, Valerio Severino, Sebastiano Sicurezza, Paola Selvaggio
Orchestra e coro del Teatro Massimo Bellini
Direttore
Daniel Oren/Gennaro Cappabianca
Maestro del coro Luigi Petrozziello
Regia Salvo Piro
Scene e costumi Salvo Troisi
Assistente alla regia Salvo Disca
Allestimento scenico del Teatro “Umberto Giordano“ di Foggia.
Al Teatro Massimo Bellini di Catania fino a Domenica 24 Marzo