Città abbandonate per un Teatro che crede nella rinascita

Città abbandonate per un Teatro che crede nella rinascita

Per il Rotary Club di Paternò Alto Simeto e i suoi progetti umanitari è andato in scena “La città vuota”, spettacolo teatrale ispirato a “La città abbandonata” di Italo Calvino, straordinario interprete della sensibilità contemporanea, a cui la drammaturgia e la regia di Marika Russo hanno dato vita, apportando artati ritocchi e innesti al testo deliziosamente surreale, nella direzione di un auspicato e condiviso cambiamento del degrado del nostro tempo.

La profezia della città abbandonata, simbolo di un presente insidiato dai disastri naturali e umani, qui una Catania evocata da monumenti e cumuli di immondizia, si invera nei passi dell’unico passeggero di un immaginario treno, interpretato con energica freschezza da Paolo Toti Guagenti, Astolfo, nome foriero di ben altri viaggi, che durante il suo peregrinare metaforicamente esistenziale si imbatterà in questo paesaggio urbano deserto, vuoto, silenzioso, in sfacelo, rimanendone catturato.

Perchè? Che cosa è successo? Unici abitatori Porfirio, l’eclettico Gaetano Bonanno, che di volta in volta veste i panni di tutta la popolazione, con la trasognata principessa del reame Fiordaliso, lieve creatura tratteggiata dai delicati toni di Elena Ragaglia, perduta in memorie trasognate di un illustre passato, per lei vivo e presente fino al punto da animarsi in fantasiose cene e passionali danze. Musiche struggenti e abili ballerini di tango, il principe delle nostalgie, animano la scena deserta, accompagnando con gestualità intense e puntuali piroette lo scorrere del tempo e il dipanarsi del mistero.

La città è vittima delle smanie distruttive di un incantesimo ordito dalla strega Grimilde, la speziata e ironica Nadia Trovato, che l’ha vinta a carte ad Altamura, l’esilarante Gabriella Russo, fata in disarmo, feroce caricatura nelle vesti della mitica statua della Libertà, tra guizzi umoristici e paradossali vicende di un destino urbano affidato ai capricci delle fate. L’incontro della principessa e del passeggero segnerà i passi di un tempo ritrovato dove la fede negli ideali e l’amore potranno restituire un volto e una speranza a un mondo perduto.

Fiaba gentile, delicata e intrisa di atmosfere oniriche, lo spettacolo si avvale di una sincera volontà e fede nell’evoluzione desiderata e auspicata di una città amata e odiata, simbolo di un paventato destino che gli artisti illuminati temono fortemente e contro il quale duramente combattono la loro battaglia culturale per un paese dove gli abbandoni dei giovani in cerca di lavoro si intrecciano al malcostume costruendo fitti labirinti di cui non troviamo più l’uscita.

In attesa di Arianna e del suo mitico filo “La Città vuota” ci vuole caparbi sognatori.

LA CITTA’ VUOTA

Elaborazione drammaturgica e regia Marika Russo

Con Paolo Toti Guagenti, Gaetano Bonanno, Elena Ragaglia, Nadia Trovato, Gabriella Russo

Ballerini: Aurelio Bonnici, Salvo Di Stefano, Enrico Empoli, Martina Lanzafame, Gaetano Lombardo, Mariolina Mirone, Elena Ragaglia, Carmelita Russo, Nicoletta Vitale

Scenografia e costumi Gabriella Russo

Luci e fonica Vito Mammana

Aiuto regia Gabriella Russo

Teatro Don Bosco Catania