VENEZIA 75. Con Audiard i pistoleri di un western anomalo cambiano vita
LIDO DI VENEZIA (dalla nostra inviata) – Tra mitici paesaggi rupestri, macchie boschive, torrenti auriferi, saloon e pistoleri, incisivo e a tratti irridente ritratto di un Far West inedito, dove i cowboys si lavano i denti (!), pur nella trama classica, “The Sisters Brothers”, è stato accolto a Venezia con grandi applausi. Adattamento dell’omonimo romanzo del canadese Patrick Dewitt, dall’Oregon alla California dei cercatori d’oro, alla caotica S. Francisco, trucida storia con squarci di imprevedibile tenerezza e scavi intimistici, sul filo di una garbata ironia (già nel titolo) che ci accompagna per tutto il film, insieme a una forte suspence evocatrice di grandi classici, l’ultima opera di Jacques Audiard, Gran Prix 2009 con “Il profeta“, Palma d’oro 2015 con “Dheepan”, mostra di avere una robusta struttura ben orchestrata, sostenuta da una sceneggiatura brillante, dall’interpretazione impeccabile di John C. Reilly e da Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal, da una sapiente regia dai toni variegati in perfetto equilibrio, dove trovano posto diverse forme d’amore e morte, in uno stile elegante ed essenziale.
Due fratelli, il buono e il cattivo, come le due facce di una realtà conflittuale, abilissimi e sanguinari pistoleri al soldo del ricco e potente Commodor, inseguono un singolare cercatore d’oro per catturarlo e ucciderlo, allo scopo di estorcergli un allettante segreto: una sostanza chimica che scioglie le sostanze estranee all’oro per renderlo agevolmente estraibile (affascinante e suggestiva la scena dell’affioramento del luccicante, ambito metallo). Un terzo uomo, un detective sulle tracce del chimico, insegue e trova l’uomo che si rivelerà un idealista e sognatore (Riz Ahmed, non a caso). Paradossalmente, con l’oro che riuscirà a estrarre slealmente, contaminando e danneggiando simbolicamente la natura e l’uomo stesso, sogna di fondare a Dallas (!) una società solidale, giusta, non più venale e corrotta come quella in cui vivono.
Decidono insieme di condividere il progetto e per pura avidità si aggregano anche i due fratelli sopraggiunti. L’avidità dell’oro sarà punita, ma i due fratelli riusciranno a cavarsela. L’avventura li ha cambiati. Dunque un cambiamento è possibile. In un inaspettato, poetico, tenero finale, il conflitto tra bene e male troverà un esito insperato lasciandoci un sorriso e una speranza.
Questo anelito al cambiamento di vita, a una Land pacifica, portatrice di serenità, percorre interamente il film, facendosi strada tra guizzi di ironia e violenze efferate, oscillazioni di buoni sentimenti e implacabili carneficine, secondo lo stile del Western contemporaneo che sembra avere trovato un nuovo respiro. Un anelito nostalgico, che qui veste i panni del cowboy pistolero, stagliandosi sullo sfondo delle praterie e di una natura incontaminata, delle relazioni umane, un anelito alla felicità che appartiene interamente ad ogni tempo, ramificazione di un sogno che può manifestarsi. L’importante è credere nel sogno.
THE SISTERS BROTHERS
Regia di Jacques Audiard
Con John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal, Riz Ahmed
Produzione Francia 2018
Film in concorso. 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia /Concorso