Avventura burlesque. “Parigi a piedi nudi” di Abel-Gordon, distribuzione Academy Two

Avventura burlesque. “Parigi a piedi nudi” di Abel-Gordon, distribuzione Academy Two

Ci sono molte componenti in questo film franco-belga Parigi a piedi nudi diretto e interpretato dal duo Dominique Abel e Fiona Gordon (lui belga, lei canadese) architettato e messo in atto con la ben determinata idea di far ridere, divertire anche scriteriatamente sul filo di una vicenduola tutta godibile secondo gli schemi classici del cosiddetto burlesque. Che, a dire dei testi canonici, sarebbe un ben definito genere comico basato “sulla distruzione della logica”, uno spettacolo “folle e assurdo che contraddice la realtà e l’evidenza”. Originariamente nato in Inghilterra fu presto adottato negli Stati Uniti ove con precipitoso sviluppo sconfinò presto nel vaudeville, nella pantomima grottesca, nella commedia slapstick (infarcita di non sense e spesso di volgari digressioni).

Oggigiorno la cifra del burlesque è pressoché scomparsa dagli schermi – pur vantando una carriera non lontana di “specialisti” di valore del genere senz’altro impareggiabili come Jacques Tati e Pierre Etaix e finanche precedenti classici quale lo stesso Chaplin – e unicamente riesumata per la maestria di autori-attori eclettici come i menzionati Abel e Gordon (sconosciuti dalle nostre parti ma celebri in Francia) tanto da trovarci ora a chiosare questo davvero eccezionale Parigi a piedi nudi.

Un’altra particolarità di questo tardivo (ma riuscito) burlesque è costituita dall’ultima presenza della scomparsa Emmanuelle Riva, già storica figura nel memorabile film di Alain Resnais Hiroshima mon amour (1959), qui nel ruolo della fantasmatica, vecchia zia Martha, fonte e causa delle avventure, sventure della maldestra bibliotecaria canadese sbalestrata inopinatamente a Parigi per infilare una serie infinita di piccoli disastri.

Ma andiamo con ordine. Fiona, dunque, vive in uno sperduto paesucolo canadese perso tra i ghiacci allorché viene precettata a Parigi da una non meglio identificata zia Martha (come si diceva, Emmanuelle Riva). Soltanto che, una volta nella capitale francese, la signora in questione non si trova da nessuna parte. E qui il gioco degli equivoci, delle contraddizioni modulato tra infinite gags si fa subito vorticoso. Al posto dell’introvabile Martha salta fuori un tale Dom che, mentre Fiona passa di avventura in avventura (anche con ripetuti bagni involontari nella Senna), subito abbagliato dalla ragazza canadese le si appiccica addosso presto pazzo d’amore, anche se non corrisposto.

Di qui, Parigi a piedi nudi si distende in trovate, colpi di scena orchestrati con calibrata bravura ritmica: da un’insolita, esilarante “danza dei piedi”, al grottesco discorso funebre di Dom, iniziato con un elogio e concluso poi tra gli insulti. Insomma, si tratta di un film per tanti versi unico, che mutuando tecniche, modi spettacolari anche desueti si proporziona sullo schermo in una azzeccata misura aurea, grazie, come si diceva, ai collaudati autori-attori Abel e Gordon, soprattutto per la loro affiatata performance con un’esile traccia destinata a suscitare il riso con nativa essenziale ironia.