Underground rivers: flussi teatrali nel sottosuolo cittadino

Underground rivers: flussi teatrali nel sottosuolo cittadino

 

Storie  per non dimenticare, storie terribili dove i sentimenti si alzano in piedi e urlano. Non ci sono parole di fronte allo strazio della Madre davanti al corpo inerte del Figlio, come in questa storia di una madre siciliana e di una figlia trucidata in terre lontane per avere amato la verità. La storia di Maria Grazia Cutuli, giornalista del Corriere della Sera assassinata in Afghanistan  nel 2001, rappresentata con la leggerezza di un volo di farfalla e la profondità degli abissi in  questa delicata pièce le parole le ha trovate. Parole che arrivano fino al centro della paura più grande che alberga nel cuore delle madri: la morte di un figlio. Parole semplici, sentite, vere.

Inizia in punta di piedi questo denso, muliebre atto unico di Antonella Caldarella  “Madri di guerra”, con un insospettabile omaggio floreale della madre alla bella e fiorente figlia in abito da sposa  che dorme serenamente. La donna è vestita di nero e  intanto le parla, rivelandoci la tremenda verità. Pugno nello stomaco. La bella addormentata  in realtà è morta. Ma tra una madre e una figlia non esiste il confine estremo. Tra la viva e la morta si intreccerà un dialogo tenero e crudele, intriso di affetto, ricordi, sogni, speranze disattese, svuotando una nel cuore dell’altra la gioia e il dolore del loro rapporto e della loro vita. Si raccontano, al di là del tempo. Maria Grazia  spiega alla madre straziata le ragioni della sua scelta, difficile da accettare perchè portatrice di morte. E’  una scelta consapevole contro la terribile violenza della guerra e la necessità di dare  voce alle sue vittime, una scelta compresa dalla madre che le unirà per sempre, oltre la morte. Messaggio di pace ineludibile. Il dramma a due voci coglie due donne violate dalla ferocia inutile della guerra, ma anche due esseri dove la dovizia dell’amore, che è fondamentalmente comprensione e rispetto, si erge a sanare lacerazioni purulente.

La forza del testo, l’asciutta  regia, la sensibilità delle due interpreti, dove la fresca grazia dell’una si accompagna  alla forza prorompente della maturità dell’altra, hanno reso viva, toccante ed esemplare una vicenda di impegno civile, una testimonianza d’amore, dove la dignità umana trova il suo posto e la sua ragion d’essere.

 

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MADRI DI GUERRA

Testo e regia di  Antonella Caldarella

Con

Daniela Fisichella – Valeria La  Bua

Musiche  Andrea Cable

Scene       Emanuele Salamanca

Costumi  Noa Prealoni

Luci           Federico Marletta

Aiuto regia  Steve Cable

Produzione : Teatro Argentum Potabile

Al  Roots di Catania