Superbe melodie pucciniane tra esotismi e romanticismi nell’intramontabile “Madama Butterfly” al Bellini di Catania
@Anna Di Mauro, 18 aprile 2025
Il ricco cartellone dell’Ente lirico catanese prosegue con uno dei melodrammi più toccanti del primo Novecento. La storia della piccola farfalla giapponese che muore di dolore, trafitta dallo spillo americano, risplende di fascinazioni oltremare in questa riedizione curata dalla regia di Lino Privitera, pregevole nell’impianto scenografico raffinato ed evocativo, solida nella struttura e prezioso involucro al nitore delle voci e all’ispirata esecuzione delle sublimi melodie del grande compositore lucchese, su libretto firmato da Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, “La santissima trinità” come li ebbe a definire l’editore Giulio Ricordi. “Madama Butterfly”, ultima opera di stampo “verista” di Giacomo Puccini, dopo la Bohème e la Tosca, ispirata alla tragedia in un atto “Madame Butterfly” di Davide Belasco, a sua volta ispirata all’omonimo racconto John Luther Long del 1898, nacque e debuttò nel 1904, grondante degli stilemi di un tardo Romanticismo, che coniugava donne amorosamente devote fino al sacrificio estremo con le affascinanti suggestioni dell’Oriente.
La tragedia giapponese, accolta “tragicamente” alla prima scaligera del 1904, riveduta prontamente dagli autori, fu applaudita con successo al Teatro Grande di Brescia appena tre mesi dopo. In essa si narra l’amore travolgente della giovanissima geisha Cio Cio- san, chiamata Madama Butterfly per la sua fragile bellezza, che ingenuamente crede nel finto matrimonio con il bell’ufficiale americano Pinkerton, saccheggiatore, come altri suoi colleghi, di bellezze esotiche. Il seduttore impietoso, dopo la breve “luna di miele” partirà abbandonando la meschina, ripudiata dalla famiglia, indigente, con accanto solamente il figlioletto nato dall’infausta unione e la fedele serva Suzuki. Comincia l’attesa. Finalmente il sospirato ritorno. Ma il comandante è con la legittima moglie americana. La crudele, atroce verità sancisce la delusione cocente e lo strazio della donna che affiderà il bambino alla coppia prima di darsi un’onorevole morte.
La potenza e la dolcezza delle note pucciniane riluce nell’indimenticabile “Un bel dì vedremo”, aria celeberrima declinata con grazia e delicatezza dal soprano Valeria Sepe, che accoglie e sottolinea lo struggimento della disperata attesa dello “sposo”, evocato dalla fedele “sposa”, caparbiamente e penosamente attaccata all’illusione di quel mitico ritorno. Altra perla dell’opera, l’originale “coro a bocca chiusa” alla fine del secondo atto sublima l’ineffabile dolore della speranzosa e al tempo stesso disperata attesa della Butterfly, con note di struggente bellezza, in una suggestiva esecuzione del coro del Teatro Massimo Bellini di Catania. Di grande effetto i costumi e le scene di Alfredo Corno che hanno dato risalto alla tradizione innovandola con particolari di evidente modernità, tra gigantesche canne di bambù e alberi spioventi, visioni di sfarfalleggianti ali bianche, coreografie suggestive dalla gestualità essenziale, enfatizzate da ricchi apparati e accessori di grande effetto, come i neri coturni su cui i danzatori maestosamente e solennemente incedono.
Scene di grande bellezza hanno arricchito esteticamente l’opera che contiene tutti gli elementi per essere apprezzata e goduta pienamente. In un dispiegarsi di voci prestigiose, dal nitore squillante del Pinkerton del tenore Leonardo Caimi, alla profondità dello zio bonzo del basso Gianfranco Montresor e dello Sharpless del baritono Luca Galli, all’accorata Suzuki di Laura Verrecchia, accompagnate con perizia dall’orchestra del Teatro Massimo sotto l’accurata direzione del maestro Alessandro D’Agostini, abbiamo assistito a una notevole edizione di uno dei capolavori del dramma lirico, sancita e sottolineata dagli apprezzamenti durante e dopo lo spettacolo del folto pubblico che ha accolto l’opera con prevedibili sold out per l’intera durata delle rappresentazioni, catturato dalle magiche melodie di un Oriente e Occidente che si incontrano nella tragica solitudine della Butterfly abbandonata, come Didone, vittima di un amore e di una tradizione che non le lascia via di scampo:
“Con onor muore chi non può serbar vita con onore”
MADAMA BUTTERFLY
Musica di Giacomo Puccini
Tragedia giapponese in due atti, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Direttore Alessandro D’Agostini
Regia Lino Privitera
Scene e Costumi Alfredo Corno
Maestro del coro Luigi Petrozziello
Madama Butterfly (Cio-Cio-San) Valeria Sepe/Myrtò Papatanasiu
Suzuki Laura Verrecchia/Anna Pennisi
Kate Pinkerton Paola Francesca Natale/Liliana Aiera
F.B. Pinkerton Leonardo Caimi/Carlo Ventre
Sharpless Luca Galli/ Francesco Landolfi
Goro Saverio Pugliese/Mario Bolognesi
Il Principe Yamadori Roberto Accurso
Lo zio Bonzo Gianfranco Montresor / Gaetano Triscari
Il commissario imperiale Roberto Accurso
L’ufficiale di registro Filippo Micale
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Massimo Bellini
Al Teatro Massimo Bellini di Catania fino a sabato 19 Aprile