Goliarda Sapienza in palco: un ritratto inedito a cura di Giorgia Coco
@Anna Di Mauro, 18 aprile 2025
“Il mio parlare a voi – Performance intermediale per Goliarda Sapienza” è il titolo dell’interessante spettacolo visto in prima assoluta al Centro Zo di Catania, di e con Giorgia Coco, giovane e sensibile artista, talentuosa e determinata, che ha voluto dare un taglio emblematico alla narrazione in prima persona della vita di una delle scrittrici più prestigiose e discusse del Novecento, resa famosa dal successo d’oltralpe del suo romanzo pubblicato post mortem nel 1998 e tradotto in molte lingue, “L’arte della gioia”, opera ritenuta scandalosa e provocatoria, che ha suscitato parimenti critiche ed elogi, posizionata comunque in una indiscussa centralità dei nuovi stilemi letterari e artistici del XXI secolo.
La proposta teatrale della Coco è offrirci Goliarda in un dialogo costante con sè stessa, i suoi morti, il suo pubblico. Con sguardo analitico e appassionato l’attrice/regista ha scelto di percorrere alcune opere dell’autrice, addensate in una inquietante collana di ricordi che scorrono fluenti tra passato e presente, dall’infanzia nel quartiere popolare di San Berillo, ora quartiere fantasma, a Catania dove la scrittrice era nata il 10 Maggio del 1924, quando era ancora popolato da un’umanità variegata e pittoresca, alla fuga dalla caotica famiglia, alle esperienze drammaturgiche romane, fino alla reclusione nel carcere di Rebibbia (da lei soprannominato ironicamente Università), al suo disagio psicologico e a quello dell’amata/odiata madre Maria Giudice.
Una vita fuori dall’ordinario viene qui tratteggiata in assonanza con tre suoi scritti: Io Jean Gabin, Lettera aperta, Le certezze del dubbio. La nostra narratrice si racconta davanti a un pubblico-interlocutore, oscillando tra fragilità e determinazione, inalberando con fierezza e pervicacia il nome che le è stato imposto alla nascita del fratello morto Goliardo, diletto dal padre, l’avvocato Sapienza, con il quale dialoga, come con lo zio, con la madre, circondata dalle voci di “questi morti che ci guardano, che vogliono starci vicino “, in preda a una tormentata ricerca di se stessa, della liberazione dai condizionamenti familiari da cui ha scelto di allontanarsi, spirito ribelle e acuto, pur sostanziata dagli ideali politici dei genitori, la madre sindacalista e il padre difensore del popolo. L’originalità della sua posizione esistenziale la colloca tra le figure femminili più anticonformiste del suo tempo, qualità che emerge chiaramente dalle parole e dalle azioni della Goliarda di Giorgia Coco che in un incipit informale dello spettacolo ci chiede di spegnere i cellulari e di non credere che lei sia Goliarda Sapienza.
Tra videoproiezioni del quartiere natale e stralci di film del suo alter ego Jean Gabin, rumori, interferenze, inserti parlati, provenienti da una macchina da scrivere, da una vecchia radio mangianastri, da un televisore di prima generazione, assistiamo a questa parziale ricostruzione che affascina come un puzzle a cui inevitabilmente mancano pezzi, perché la parola di questa donna non è semplice, trattandosi di una personalità complessa che ti pone davanti a molti interrogativi sul senso della vita in generale e sulla sua personale parabola umana, dove le proiezioni infantili si intrecciano con le esperienze adulte in un caleidoscopio di immagini e suoni che ti riportano inevitabilmente a chiedersi: chi è Goliarda Sapienza? Una ribelle, una geniale scrittrice, una psicotica, una appassionata comunista, una donna senza freni inibitori, un’esploratrice della vita…Forse un insieme di tutto questo. Schegge, frammenti, che lo spettacolo della Coco, personalità di alta formazione drammaturgica e solida cultura, ci restituisce con freschezza e rigore, mentre dal pubblico affiora il canto dell’Internazionale a più voci, in una costante lacerazione della quarta parete proposta da Giorgia/Goliarda, che si mette a nudo in un turbine di pensieri ed emozioni, perno della scena, in un andirivieni della memoria che coinvolge e trascina lo spettatore in un delicato e intenso interrogarsi di ciò che siamo stati, di ciò che siamo, di ciò che saremo.
IL MIO PARLARE A VOI
di e con Giorgia Coco
e con le voci fuori scena di
Federica D’Angelo, Lidia Giordano, Doriana Giudice, Luca Iacono, Valerio Santi, Irene Sozzi, Adele Tirante, Angelo Tosto.
Video di Enrico Riccobene
Suoni e luci Salvo Noto
Musiche di Simone Cacciola
In collaborazione con l’Università di Catania, la rete teatrale Latitudini e la compagnia Statale Centoquattordici.
Presso Zo. Centro culture contemporanee. Catania
15 Aprile 2025