Čechov by Peter Stein sarcasticamente. Tre atti unici, un comune denominatore: l’amore coniugale nella società russa fin de siècle

Čechov by Peter Stein sarcasticamente. Tre atti unici, un comune denominatore: l’amore coniugale nella società russa fin de siècle

@Anna Di Mauro, 4 aprile 2025

In tre gustose sfaccettature ecco l’istituzione del matrimonio e la società russa scricchiolare sotto il peso della greve ironia con la quale il grande drammaturgo russo spennella senza sconti la fragile umanità e la conseguente fragilità delle relazioni umane, in tre impietosi quadri penzolanti sullo sfondo della Russia zarista di fine Ottocento, a pochi passi dalla Rivoluzione. L’orso, Discorso sul tabacco, Domanda di matrimonio fanno parte di alcuni scritti giovanili, vergati tra il 1884 e il 1891 dopo due insuccessi drammaturgici, sulla falsariga dei vaudeville francesi. Peter Stein ha scelto di rappresentarli in un unicum dall’ammiccante titolo “Crisi di nervi”. Il raffinato spettacolo che vede in scena la già collaudata compagnia de Il compleanno di Pinter, si avvale di una regia dallo spiccato nitore esecutivo, della vivace intelligenza del testo, dell’ottima interpretazione degli attori, di un’elegante e sobria scenografia di Ferdinand Woegerbauer ridotta all’essenziale, degli accurati costumi di Annamaria Heinreich.

L’umorismo della pièce nasce dalla mancata corrispondenza tra ciò che viene dichiarato e quello che accade realmente. Il regista ha assecondato il testo lasciandolo respirare in tutta la sua potenza contraddittoria, affidata al dialogo serrato e al linguaggio dei corpi, colti nella furia della rabbia e nella umoristica scissione tra il dire e il fare. Sovrapposti a sé stessi e ai loro voleri più reconditi, i protagonisti di queste discrepanze scivolano sui loro umori creando effetti di specchi deformanti dove le immagini non corrispondono alla realtà, con effetti inevitabilmente comici.
La penna aguzza dell’autore ha trovato una fedele ricostruzione della Russia fin de siècle nell’adattamento di Peter Stein e Carlo Bellamio, coadiuvato registicamente da scenari adeguati e opportuni moduli recitativi che hanno valso a questa regia di Stein, che ha debuttato l’anno scorso al Teatro Biondo di Palermo, il Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2024.

Nel L’orso Maddalena Crippa incarna con convincente rigore una vedova che da sette mesi vive il lutto del marito sepolta viva nella sua casa, assecondata da arredi e abiti funerei, dichiarando la sua fedeltà assoluta al morto… fino alla morte, nonostante il carattere scorbutico e le innumerevoli infedeltà. L’inattesa visita di un rozzo e barbaro vicino creditore, interpretato dal fervoroso Alessandro Sampaoli, farà esplodere, in un crescendo di scoppi di rabbia incontenibile, calmierati dai gustosi interventi del servo di Sergio Basile, un’aspra contesa che li condurrà sulla soglia di un improbabile duello fino all’inatteso risvolto sentimentale, quando gli argini all’amore eretti della inconsolabile vedova crolleranno sotto i colpi della passione del rude “orso”. Labilità e inconsistenza di una sacra promessa…

Ne I danni del tabacco sorridiamo non senza qualche guizzo di amara pietà nel monologo ben sostenuto da Gianluigi Fogacci di un marito angariato dalla moglie che gli ha imposto di discettare pubblicamente sui danni del tabacco. Il poveretto finirà per parlare solo della sua disgrazia fino a desiderare la morte… per tabacco, pur di liberarsi dal vessante giogo matrimoniale. Paradosso di un’esistenza infelice…
La domanda di matrimonio suggella il trittico con la più accesa delle contese tra due futuri sposi. Alessandro Averone dà vita a un timido ipocondriaco in balìa delle sue innumerevoli problematiche che in abiti insolitamente eleganti è venuto a chiedere la mano della poco avvenente, ma possidente figlia del suo vicino, ben interpretata dalla esuberante Emilia Scatigno. Sono d’accordo sia il padre, cui presta i panni un convincente Sergio Basile, che la figlia, per questo matrimonio di convenienza, naturalmente. Ma il fidanzamento rischia di andare a monte per la litigiosità della coppia che si accapiglia fuor di misura sulla proprietà di un terreno confinante e sui loro cani. Motivi futili che però potrebbero essere sufficienti a far naufragare il matrimonio che tuttavia per ragioni economiche si farà, tra urla e strepiti. Alla fine per un buon matrimonio conta solo il vile denaro…

La Russia prerivoluzionaria si affaccia all’orizzonte con i suoi fermenti che la penna impietosa di Čechov annuncia raccontando in questi arguti componimenti la precarietà dell’uomo, i suoi miseri attaccamenti, mentre i sogni colano a picco. Grandi temi che il Nostro renderà immortali con Il gabbiano, Zio Vania, Il giardino dei ciliegi. Intervallate da un sipario e musiche ad hoc, queste brevi e insolite drammaturgie sono la prova della sua genialità, illuminata dall’asciutta esecuzione di Stein che offre decisamente uno spettacolo di indiscussa qualità.

CRISI DI NERVI
tre atti unici di Anton Čechov
Adattamento di Peter Stein e Carlo Bellamio
regia Peter Stein
costumi Anna Maria Heinreich
luci Andrea Violato
assistente alla regia Carlo Bellamio
scene Ferdinand Woegerbauer
L’ORSO
con Maddalena Crippa, Sergio Basile, Alessandro Sampaoli
I DANNI DEL TABACCO
con Gianluigi Fogacci
LA DOMANDA DI MATRIMONIO
con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno

produzione Tieffe Teatro Milano e Teatro Quirino Vittorio Gassman

Al Teatro Verga fino a Domenica 6 Aprile