Amori e tradimenti nell’Italia fascista. Al Teatro Brancati Aldo De Benedetti
@Anna Di Mauro, 19 marzo 2025
Il tema delicato e ampiamente trattato della fedeltà coniugale è al centro di questa commedia dolce-amara del noto sceneggiatore dell’era dei telefoni bianchi. Autore di opere note come “Non ti conosco più” e “Una dozzina di rose scarlatte”, vissuto in epoca fascista, ebreo e quindi dal ’38 impedito nella sua funzione culturale, finirà per suicidarsi lasciando una notevole quantità di soggetti per il cinema e commedie leggere come “Da Giovedì a Giovedì” proposta dal Teatro della Città per ricordare questo autore spesso dimenticato. La regia di Ezio Donato punta sulla caratterizzazione storica sostenuta da accurate scelte del musicista Matteo Musumeci della musica di quel tempo, che sottolineano costantemente i vari momenti dello spettacolo con canzoni e immancabili discorsi del Duce provenienti dalla radio. A questo apporto musicale si affiancano gli eleganti arredi e costumi d’epoca che collocano la vicenda nell’atmosfera degli anni trenta, come la gestualità di alcuni personaggi che evocano l’era fascista in chiave comica.
La storia si svolge in una casa borghese dove vivono Paolo, maturo avvocato cinquantenne e Adriana, poco più che trentenne. A completare la vita della coppia ecco la vivace Adele, camerierina dal forte accento veneto e l’onnipresente madre di lei, invadente e saccente, saltellante tra vanità e vizio del gioco. Il matrimonio scivola su scontati binari, ma la dedizione al lavoro del distratto marito poco si confà al temperamento romantico e sognatore della moglie. Una lampada posta sulla balaustra nella notte desta sospetti in Paolo che doveva partire, ma per un disguido perde il treno e rientrando trova il cancello aperto, la moglie sulla dormeuse addormentata, la cameriera e la madre assenti. Così ha voluto Adriana. Tutto fa pensare a un possibile tradimento. Paolo ingaggia un’agenzia investigativa per seguire la moglie in sua assenza e scoprire che cosa fa, con chi si vede. L’incarico è per una settimana, da cui il titolo della commedia.
Ed ecco il signor Trombi, buffo titolare dell’agenzia che introduce l’elemento comico nella commedia sentimentale. Venale e privo di scrupoli l’uomo, attento solo ai suoi interessi, cercherà di confermare i sospetti del cliente, ma il suo collaboratore onesto e serio non è dello stesso avviso. Nel pedinarla si ritroverà innamorato della sua cliente che a sua volta, vedendosi seguita, si illude che lui sia un corteggiatore e, fragile vittima del suo cuore affamato d’amore romantico, finirà per accettare la sua corte, con effetti imprevedibili su tutta la vicenda. La conclusione apparentemente positiva insiste sulle difficoltà relazionali tra uomini e donne, inneggiando all’amore, pur se foriero di tradimenti. Il contenuto apparentemente frivolo, tipico della commedia degli equivoci, offre spunti di riflessione sull’ipocrisia delle relazioni familiari e sul comportamento etico discutibile di chi affida la sua intimità a estranei prezzolati, peccando di sfiducia e superficialità.
I personaggi appaiono ben delineati, dall’algido Paolo di Emanuele Puglia alla vibrante Adriana di Evelyn Famà, alla frivola e opportunista madre/suocera di Barbara Gallo, al ridicolo titolare dell’agenzia di Cosimo Coltraro, al romantico collaboratore di Giovanni Rizzuti, alla effervescente camerierina di Marta Limoli. Gli attori sostengono con perizia i ruoli della vivace commedia, dando vita a una piéce garbata e godibile, culminante nel velato edonismo a cui si inneggia nell’ambiguo finale.
DA GIOVEDI’ A GIOVEDI’
di Aldo De Benedetti
con Cosimo Coltraro, Evelyn Famà, Barbara Gallo, Marta Limoli, Emanuele Puglia, Giovanni Rizzuti
adattamento e regia Ezio Donato
scene e costumi Giovanna Giorgianni
musiche Matteo Musumeci
produzione Associazione Città Teatro
Al Teatro Vitaliano Brancati di Catania fino a Domenica 16 Marzo