“Solo” in volo tra le nuvole, Arturo Brachetti, Peter Pan della scena, nel suo ultimo spettacolo

“Solo” in volo tra le nuvole, Arturo Brachetti, Peter Pan della scena, nel suo ultimo spettacolo

@Anna Di Mauro, 17 marzo 2025

One man show. Sorprende, diverte, accende il palco di luci, video proiezioni, effetti sonori, colori, personaggi a raffica, laser, in una versione nostalgica del suo vissuto, esplorando con una piccola telecamera gli ambienti della sua casetta in miniatura insieme agli spettatori, invitati a ricordare con lui tra oggetti e mobili cari come il magico cappello del nonno, gli anni dell’infanzia, le fiabe, gli eroi televisivi di quegli anni da Hulk a Star Trek, solo, con la sua ombra ribelle, come nella fiaba di Peter Pan, in un ritmo costante di esibizioni ormai leggendarie: le sue stupefacenti trasformazioni.

Brachetti, famoso in tutto il mondo per il quick change conferma le sue doti di showman nel suo ultimo spettacolo, in un crescendo di prestazioni attoriali, artistiche, dalle ombre cinesi ai quadri di sabbia con la sand painting, alla chapeaugraphie, in un crescendo rossiniano culminante in un magico volo tra le stelle. Insieme a lui percorriamo divertiti e stupiti una carrellata di ben 60 personaggi maschili e femminili, in un susseguirsi di scene, sciorinata con il candore e un pizzico di malizia che è proprio del fanciullo, quel “fanciullino” di pascoliana memoria o del Piccolo Principe di Antoine de Saint -Exupéry, che giace dimenticato sotto cumuli di pensieri farraginosi tipici del mondo dell’adulto.

La magia della sua arte si rivolge proprio a questa parte preziosa di noi che giace addormentata, vessillo di una feconda stagione della vita, quando eravamo ancora capaci di meravigliarci, di sognare, di illuderci, di emozionarci senza sovrastrutture e intellettualismi, accarezzando la radice della gioia vitale che in età adulta stentiamo a mettere in moto. Con il suo linguaggio universale ritorniamo tutti bambini e giochiamo insieme questo coinvolgente gioco del teatro che, pur veicolato da nuove tecnologie, ha quella qualità insuperata del contatto umano che Brachetti stimola e cerca in una comunicazione costante con il pubblico, piacevolmente coinvolto nelle sue avventure in palco, riuscendo a spezzare argutamente quella quarta parete che ci divide dall’artista.

Il titolo “Solo” ci ricorda il Quasimodo di “Ed è subito sera”, la precaria condizione esistenziale dell’uomo, che però qui accetta il suo destino senza piangersi addosso, anzi cercando in questa solitudine la forza di sognare ancora, di ricordare e assaporare i momenti pregnanti della sua breve vita. In queste rimembranze l’artista in alcune scene tocca la poesia, come quando balla con il vestito a fiori che si era cucita a macchina la sua mamma. Nel luccichio di uno spettacolo sfolgorante affiora un sottile velo di malinconia, perché nemmeno per un attimo “Solo” ci fa dimenticare la nostra condizione precaria, come nella scena del bagno dove il fantolino seduto prosaicamente sul water attraversa tutte le fasi della sua vita fino alla morte, con l’humour di cui lo spettacolo si ammanta; una saggia risposta alle difficoltà dell’esistenza, un invito a dimenticare per novanta minuti i nostri problemi, un invito al riso che spazza il sussiego del prendersi troppo sul serio, una apparentemente semplice (in realtà una prestazione impegnativa su tutti i fronti) panacea dei nostri mali, in cui il nostro illusionista con straordinaria bravura, grande generosità e coraggio mette in campo tutto quello che può emozionarci, per farci vivere uno spazio dove rimettiamo in moto il nostro istinto vitale. Lo fa con il corpo, con la voce, pescando nelle antiche radici delle clownerie, irrorate dalle nuove risorse della tecnologia, ma con lo stesso spirito di chi indossa una maschera per rendere più sopportabile la vita a sé stesso e ai propri simili. Dietro la risata c’è il dolore e la fierezza di chi non si arrende.

SOLO
di e con Arturo Brachetti
The legend of quick change

Al Teatro ABC di Catania fino al 23 Marzo