Dell’umorismo e dintorni. Una piccola casa editrice. Un grande uomo

Dell’umorismo e dintorni. Una piccola casa editrice. Un grande uomo

@ Anna Di Mauro, 13 giugno 2024

L’ingegno bizzarro di Angelo Fortunato Formìggini (da non confondere con i formaggini) è il protagonista di questo gustoso e attento profilo biografico che Antonio Castronuovo, saggista, traduttore, bibliofilo nonché collaboratore di riviste italiane di cultura, ha con precisione bibliografica e indagatoria condito di speziati aneddoti ed episodi singolari, ricostruendo con dovizia di particolari la parabola di un ebreo dotato di sens of humour, di un amore appassionato per le humanae litterae, di autoironia e di una linea di ribellione costante fino al suicidio-protesta, alla promulgazione delle leggi razziali del ’38. Si gettò dalla torre campanaria Ghirlandina. Scelto tra gli intellettuali più arguti del secolo scorso dal nostro autore che ha puntato, giustamente, l’obiettivo su questo originale editore, fuori dalle righe, scomodo, in un’Italia fascista sempre più allineata con la Germania nazista, Formiggini stupisce e diverte, non senza una nota di malinconia, con la sua storia personale intrecciata alla grande storia, dal 1908 al 1938. Trascurato se non ignorato dai posteri, riscoperto negli anni ’80, trova la giusta luce in questo ritratto garbato e intriso di quel sano umorismo di cui egli era apostolo, in una sorta di messianica religione del ridere. Castronuovo ha voluto restituirci la sua interessante personalità, mediata attraverso i suoi occhi inevitabilmente simpatizzanti per le affinità evidenti, mettendone in risalto la natura generosa, la cultura, la creatività, le azioni esilaranti e provocatorie, la dedizione alla lettura e al lettore. Ripercorrere i binari di questa esistenza pressoché negletta ci porta a una visione in cui i valori di un’ilare fraternità connessi a un pacifismo praticato con pervicacia, diventano cardini di iniziative come la “Corda fratres”, lontana dai nazionalismi belligeranti, che Formiggini diresse nel 1898.

Tra goliardiche processioni e Pesci d’Aprile di raffinata concezione, si innesta la fondazione di una piccola casa editrice nel 1909 a Modena, con la quale questo editore sui generis si diverte a stampare libri belli a sfondo artigianale, cercando di mantenere una certa autonomia dal regime fascista. Incurante del guadagno è destinato al fallimento. In un inquieto percorso la sede della casa editrice fu spostata da Modena a Genova, infine a Roma, in una bellissima casa poi demolita inesorabilmente dal piano risanatore fascista. Vennero pubblicate con alacre energia molte collane prestigiose, tra cui l’apprezzata “Aneddoti bibliografici”. Nel ’41, dopo la morte del suo fondatore, la casa editrice chiuse definitivamente i battenti. La tragicomica vicenda di questa piccola e vivace casa editrice e del suo fondatore è stata dunque meritoriamente riportata alla luce dalla penna doviziosa di Antonio Castronuovo che ha saputo trovare la giusta distanza per raccontarci di un uomo colto e brillante, lontano dai retorici perbenismi, esemplare, a dimostrare come si potesse attraversare quel drammatico periodo della nostra storia senza sprofondare nel pecorume di un’Italietta asservita al potere.

Risus quoque vitast (la vita è anche riso) è il motto inciso sull’urna che contiene le sue ceneri. Il racconto di questo libro ci conduce in comportamenti purtroppo poco frequentati, dove l’acume e la grazia del l’ingegno umano rilucono nonostante i tempi bui che il protagonista stava attraversando. Una lezione di vita quanto mai attuale.

 

Antonio Castronuovo, Formiggìni. Vita umoristica (e tragica) di un editore del ‘900, Pendragon editore