Come Goldoni, oltre Goldoni. “Un curioso accidente” con Gabriele Lavia alla Pergola di Firenze
@ Mattia Aloi, 18 gennaio 2024
Lavia segue i passi di Goldoni e lo sorpassa con un balzo giocando con il pubblico in “Un curioso accidente”, una delle commedie meno rappresentate dell’autore veneziano.
Lavia, facendo un’opera di metaspettacolo, trascina il pubblico fin sopra il palco e porta la messinscena in ogni angolo del teatro, sollecitando la metacognizione dello spettatore: si parte con un brioso coro dedicato al teatro e si passa al dialogo col pubblico in cui Lavia riprende la goldoniana introduzione “L’autore a chi legge” per immergersi senza soluzione di continuità nel suo personaggio. La rappresentazione si svolge su due piani strettamente connessi: l’azione portata avanti con i dialoghi dell’originale goldoniano è il punto di partenza per una esilarante caricatura degli stessi personaggi rispetto al loro alter ego metateatrale.
La quarta parete è ormai solo un brutto ricordo: gli attori vanno oltre il semplice comparire fra il pubblico, arrivando ad appropriarsene per renderlo vivo elemento della commedia; le poltroncine presenti sul palcoscenico fanno rivivere la componente popolare del teatro, che si invera soltanto in mezzo alle persone. In questo Lavia afferma l’unicità assoluta dell’arte scenica, prendendo le distanze dalle figurazioni mediate dalla celluloide, dove la compenetrazione fra spettatore e spettacolo è assente e la relazione fra attore e pubblico è totalmente a senso unico.
Ultima bonaria celia al Goldoni viene dall’intervento in scena di un personaggio che il drammaturgo della Serenissima aveva tentato di scacciare dal palcoscenico attraverso la sua riforma: Arlecchino. Mascherato e deliziosamente farsesco fa la sua comparsa clandestina, e grazie al confronto sorge la domanda su quale maschera nasconda di più l’identità: se quella del personaggio della commedia dell’arte o quella metaforica che i personaggi del curioso accidente indossano per aderire alle convenzioni sociali.
Goldoni, uno dei primi autori ad aprire la strada all’epoca della Ragione, rinnova il teatro portando la vita sul palco – e con uno stile che anticipa il teatro borghese dell’Ottocento -, spostando l’accento dall’intrattenimento futile alla rappresentazione del mondo attraverso i microcosmi in costante movimento creati nel suo laboratorio d’autore. Lavia inserisce nella vicenda il vocabolario contemporaneo per mezzo della connessione che viene a crearsi fra spettatori e attori, e rende così lo spazio circoscritto della commedia un luogo aperto di incontro e scambio, in controtendenza con una società sempre più improntata all’individualismo e alla chiusura. Il riso diventa eco della consapevolezza contrapposta alla mancanza di una visione d’insieme dei personaggi: poter vedere la situazione dai molti punti di vista concessi dai vari livelli che si vanno costruendo nella messinscena ci rende consapevoli della complessità dei rapporti che muovono le persone e ci invita, così come Goldoni non mancava di ribadire esponendo gli intenti morali delle sue commedie, a comprendere la limitatezza del punto di vista univoco.
Un curioso accidente
di Carlo Goldoni
con Gabriele Lavia, Federica Di Martino
e con Simone Toni, Giorgia Salari, Andrea Nicolini, Lorenzo Terenzi, Beatrice Ceccherini, Lorenzo Volpe, Leonardo Nicolini
regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
musiche Andrea Nicolini
luci Giuseppe Filipponio
suono Riccardo Benassi
regista assistente Enrico Torzillo
foto Filippo Manzini
produzione Effimera, Teatro Di Roma, Teatro Della Toscana
al Teatro della Pergola di Firenze dal 16 al 21 gennaio