Riconoscimento o risarcimento? Nota sul Premio Strega 2023
@ Lucia Tempestini, 7 luglio 2023
La tentazione di ignorare del tutto il Premio Strega 2023 è fortissima, ma qualche appunto, desolato o irritato, forse ce lo possiamo concedere. Sappiamo che di Flaiano, Ortese, Morante, Landolfi, Buzzati ecc. non ne avremo più, però quest’anno c’erano gli elementi per assemblare una cinquina almeno dignitosa. Eppure questi elementi, con l’eccezione di Romana Petri, sono stati volutamente, tenacemente ignorati dagli ineffabili “amici della domenica” (molto, molto amici, quasi un clan regolato dai dogmi della correttezza politica). Il giudizio, da tempo, segue non criteri estetici bensì considerazioni, incongrue e trasudanti soffocante melassa, sulla necessità di “risarcire” i sedicenti umiliati e offesi, i sofferenti, gli ombelicali cronici, i defunti, gli officianti dell’eterno piagnisteo nazionale (in primo luogo i membri più vittimisti e immaturi del movimento lgbt, che mostrano di saper applicare proficuamente il concetto del “chiagni e fotti”), anziché offrire un dovuto riconoscimento all’arte della scrittura, alla sobrietà, all’originalità. Così, il sempre discusso e ambito (chissà perché) Strega si è mutato in un’associazione per la tutela dei mediocri, dei vedovi e degli orfani, dei “diversi” a qualunque titolo.