Sangue di parole dalla penna di Pasolini alla voce di Pirrotta
@ Anna Di Mauro, 15 aprile 2023
Ascoltare i poeti è sempre un’esperienza toccante e Pasolini lo era poeta, anche quando scriveva articoli come gli “Scritti corsari”, opera a cui si ispira il titolo dello spettacolo di Vincenzo Pirrotta. Offerta dalla drammaturgia dell’attore e regista palermitano, affabulatore dai toni aspri e sanguigni, la poesia di Pasolini scivola lenta e maestosa a illuminare i solchi che la vita si lascia dietro inesorabilmente. “Parole corsare” vuole essere un omaggio a colui che ha segnato la storia della letteratura con il suo vibrante e scandaloso verbo, che ben si addice allo scudiscio che il grande intellettuale abbatteva sul capo dei seminatori di scandali. Moravia al suo funerale lo definì poeta e Pasolini è innanzitutto poeta, incline ad incarnare quella furia amorosa che fu di padre Dante nel parlare della sua patria.
Lo scrittore di Casarsa, come l’Alighiero anima solitaria ed emarginata, scandalizzato dal mondo capitalistico e dal conformismo e appiattimento dilagante, riversò i suoi umori in vari articoli inalberando un tono severo e indignato, controcorrente, fuori dalle righe, provocatorio e divergente. Questi testi furiosi furono pubblicati su vari giornali tra il 1973 e il 1975, raccolti infine e pubblicati postumi insieme a interviste e recensioni nel libro dal titolo significativo; vi si avverte la passione politica mista al desiderio di vedere riemergere dalla palude un’Italia diversa, lontana dal consumismo ritenuto il vero fascismo, dal pecorume, affrancata dai luoghi comuni, dal perbenismo imperante, capace di sostenere una dignità e un ruolo innovatore. Temi scottanti come il divorzio, l’aborto, la sessualità e l’omosessualità, su cui si spaccava l’opinione pubblica in quegli anni trovano spazio in quegli scritti che risuonano alle nostre orecchie più attuali che mai, profetici, selvaggi, senza lucchetti o sfumature, schietti e nudi come un osso, implacabili, senza sconti. In questa prima teatrale Pirrotta ha privilegiato i versi del suo mentore, a ricordarci la sua anima poetica a cui ha dato voce con tenerezza e passione. La scelta dei testi infatti, definita un gioco dal suo regista e attore, varia da uno spettacolo all’altro, rendendo fluido e ricco il percorso su cui si rispecchia la società italiana di quegli anni, ma anche quella attuale, sempre più in asse con i timori del suo profeta, scomodo, sgradevole, una delle poche voci dove la polemica diveniva concime per un migliore raccolto. Nostalgia, rabbia, ammirazione tracimano dal respiro di un pubblico attento che non vuole e non può dimenticare. Con Pirrotta/Pasolini ritorniamo a quegli anni, a quelle atmosfere, assistiamo ebbri alla visione della grande letteratura, imbocchiamo strade non più percorribili perché siamo andati oltre e non si può più ritornare indietro.
Scandalizziamoci. Vergogniamoci di essere diventati quel che siamo: consumatori consumati. Consumiamo parole come queste che ci insegnino che si può indicare la Luna senza guardare l’indice, da buoni corsari.
PAROLE CORSARE
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
di e con Vincenzo Pirrotta
Produzione Teatro della Città
Al Piccolo Teatro di Catania 14 e 15 Aprile